Per la riforma della Rai varato il nuovo decreto di Felice Froio

Per la riforma della Rai varato il nuovo decreto Dovrà essere convertito in legge entro 60 giorni Per la riforma della Rai varato il nuovo decreto Il precedente decreto-legge non ha potuto essere convertito in tempo per l'ostruzionismo dei missini - Il governo, nel nuovo testo, ha tenuto conto delle modifiche proposte dalla commissione della Camera - Per ora la Sipra non viene toccata Roma, 18 gennaio. Il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto legge di riforma della Rai-tv, che recepisce gli emendamenti apportati dalla commissione della Camera ed alcune modifiche concordate dai partiti della maggioranza. Il governo è stato costretto a ricorrere ad un nuovo provvedimento, in quanto l'ostruzionismo missino non avrebbe consentito la ratifica della legge entro i sessanta giorni (29 gennaio) previsti dalla Costituzione. Il ritardo dell'iter parlamentare del precedente decreto è dovuto a due coincidenze: era stato approvato prima che il governo Moro avesse ottenuto la fiducia; poi i lavori parlamentari sono stati sospesi per le vacanze di Natale e di fine anno. Riportiamo le principali modifiche. Il diritto di ottenere una rettifica a notizie diffuse dalla radio e dalla televisione viene regolato in modo più completo e concedendo la garanzia di far riferimento all'articolo 8 della legge sulla stampa. Con questa norma, «il consiglio di amministrazione ha l'obbligo di disporre senza ritardo le rettifiche richieste dalle persone interessate, purché non abbiano contenuto che possa dar luogo a responsabilità penale; nei casi controversi il comitato nazionale decide sulla trasmissione delle rettifiche». Per quanto riguarda gli introiti pubblicitari della Rai, è stato ripristinato il testo del governo (modificato dalla commissione parlamentare) per non creare squilibri a danno dei giornali quotidiani. Per la questione della Sipra viene abrogato il divieto di stipulare nuovi contratti di pubblicità; in pratica, si lascia in vita la Sipra in attesa d'una riforma di tutto il settore pubblicitario. Sulla tv via cavo locale si prescinde dal requisito di buona condotta per ottenere il rilascio dell'autorizzazione; è stata soppressa la norma che sottoponeva le tv via cavo locali al controllo della commissione parlamentare nei periodi elettorali. Viene così introdotto un regime eguale a quello della stampa. Un nuovo articolo regola i comunicati degli organi costituzionali dello Stato: «La so cietà concessionaria — dice la norma — deve trasmettere in apposite rubriche i comunicati e le dichiarazioni ufficiali del Presidente della Repubblica, dei presidenti del Senato e della Camera, del presidente del Consiglio e del presidente della Corte Costituzionale su richiesta degli organi medesimi, facendo precedere o seguire alle trasmissioni esplicita menzione della provenien¬ zctcCttmnzdMcmdMntdddzvHCmfeIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII za dei comunicaci e delle dichiarazioni. Per gravi e urgenti necessità pubbliche la richiesta del presidente del Consiglio ha effetto immediato. In questo caso, egli è tenuto a darne contemporanea comunicazione alla commissione parlamentare per l'indirizzo generale e l'alta vigilanza dei servizi radiotelevisivi». Secondo l'onorevole Enrico Manca (psi), l'esame del decreto legge comincerà subito: mercoledì, al massimo giovedì, dovrebbe andare in aula a Montecitorio per la discussione generale. «Il nuovo decreto — ha detto — può concludere l'iter parlamentare rapidamente. Qualora i fascisti dovessero riprendere l'ostruzionismo, chiederemo al governo di ricorrere al voto di Hducia e al presidente della Camera di fare "sedute-fiume", in modo che venga ratificato entro sessanta giorni». Felice Froio

Persone citate: Enrico Manca

Luoghi citati: Roma