Pavia: cercava di redimere una giovane abbandonato la uccide e si toglie la vita

Pavia: cercava di redimere una giovane abbandonato la uccide e si toglie la vita Un barista, padre di due bambini, disperato e geloso Pavia: cercava di redimere una giovane abbandonato la uccide e si toglie la vita La donna, 22 anni., era sposata e madre di due figli - L'assassino-suicida, trentacinquenne, era stato titolare di un bar a Vigevano - Si separò dalla moglie per seguire la ragazza (Dal nostro inviato speciale) Pavia, 17 gennaio. Un barista di Pavia, Salvatore Spissu, di 35 anni, sposato, padre di due figli, separato dalla moglie, ha ucciso a rivoltellate una giovane mondana, la ventiduenne Maria Carla Guarischi, della quale era innamorato e che voleva redimere. Poi, dopo aver girovagato a lungo per la città, si è tolto la vita con la stessa arma. La vittima era sposata con l'idraulico Aldo Firpo, di 33 anni, e madre di due figli in tenera età. Il Firpo è stato rintracciato soltanto nel pomeriggio, si era temuto che l'assassino-suicida avesse ucciso anche lui. Il delitto è avvenuto a Pavia, la notte scorsa, contro la staccionata di una casa in riparazione, in via Porta Damiani, sul Lungoticino. Il cadavere dello Spissu è stato trovato dalla parte opposta della città, lungo la sponda del Naviglio. La tragedia è stata scoperta soltanto stamane, da due diverse persone che hanno rinvenuto i due uccisi, tra le sette e le otto. Salvatore Spissu, nativo di Cuglieri (Nuoro), era stato proprietario del bar «Principe», in piazza Ducale, a Vigevano, dove vivono ancora la moglie, Antonietta Soggiu, di 33 anni, ed i due figli, un maschietto di 8 anni e una bambina di 6. Due anni fa, andati male gli affari, il sardo, separatosi dalla moglie, aveva lasciato Vigevano, trasferendosi a Pavia, dove aveva preso in gestione un bar, nella centrale Strada Nuova, di fianco alla Questura. Ma non aveva avuto fortuna: conosciuta la Guarischi si preoccupava più di seguire la donna, deciso a redimerla, che dell'andamento del locale, così, nel settembre scorso, si era occupato come barista al «Motel Agip», di viale Libertà. Era uno scontento, non riusciva a convincere la giovane mondana con la quale avrebbe voluto rifarsi una famiglia e una ragione di vita. Avrebbe voluto che la donna abbandonasse il mondo del vizio e il marito, di fronte ad un suo primo rifiuto due mesi fa tentò il suicidio. Una pattuglia della Volante aveva trovato lo Spissu privo di sensi, intossicato dai barbiturici, sulla sua auto; in tasca aveva un biglietto, indirizzato alla moglie ed ai figli, in cui chiedeva perdono. Un altro messaggio era diretto alla Guarischi, l'accusava di non «averlo compreso e aiutato». Fu salvato e, tra continui litigi, la relazione riprese. Carla Maria Guarischi, convinta più dai regali che dall'amore, continuava ad incontrarlo; quando però lo Spissu, col modesto guadagno di barista, ridimensionò i regali, la giovane donna cercò di troncare la relazione. Aveva promesso di abbandonare la strada ma non ne aveva la forza, ia o ui o la n ». inanu, ala noaa, pensava che Salvatore le avrebbe offerto una esistenza di stenti. Non voleva neppure lasciare il marito, che sopportava la sua vita irregolare, e sapeva della relazione col barista, ed i figli. Una ventina di giorni fa i due amanti si erano lasciati, Salvatore però non si rassegnava all'idea di perdere Carla Maria, continuava a cercarla. La cercò anche ieri sera, sapeva di trovarla in via Porta Damiani, dove la giovane si recava in attesa di clienti. Procuratosi, non si sa come, una rivoltella la raggiunse. Erano le 23, devono aver discusso, a lungo. Probabilmente la donna ha ripetuto che tra loro tutto era finito. Sconvolto Salvatore ha deciso di é\ ucciderla, estratta l'arma ha sparato quattro volte. Tre colpi hanno raggiunto la Guarischi alla testa, al collo e al torace; Carla Maria è scivolata lungo la staccionata: morta. Il barista, dopo il delitto, ha cominciato a girare per la città, poi, raggiunto un punto isolato di via Bligny, lungo il ciglio del Naviglio, si è sparato un colpo alla tempia destra. Stamane, verso le 7, un passante ha scorto il corpo dell'uomo ed ha telefonato al «113», il capo della Mobile dott. Rainone ed alcuni agenti hanno raggiunto la località. Accanto al cadavere era la rivoltella, si è pensato ad un suicidio. Mentre iniziavano le indagini altre persone, in via Porta Damiani, rinvenivano il cadavere della Guarischi. Subito i due episodi sono stati collegati. Franco Marchiaro é Pavia. Maria Carla Guarischi e Salvatore Spissu