Chiude il Banco di Milano messo in liquidazione coatta

Chiude il Banco di Milano messo in liquidazione coatta Il decreto firmato a Washington da Colombo Chiude il Banco di Milano messo in liquidazione coatta E' sfumata anche l'ultima speranza "araba" per mantenere in attività l'istituto . . 1 dinaria», (Dal nostro corrispondente) Milano, 16 gennaio. (g. m.) Il decreto di liquidazione coatta de «Il Banco di Milano», l'istituto di credito da 3 mesi in «amministrazione straordinaria», è stato firmato oggi presso l'ambasciata d'Italia a Washington dal ministro del Tesoro Colombo: la notizia è giunta questa sera a Milano con le direttive da parte degli organi centrali. La banca, pertanto, domani resterà chiusa e da lunedì cominceranno le operazioni di verifica dei depositi e dei titoli. La «liquidazione coatta» di una banca equivale a una procedura di fallimento: l'istituto di credito non può più esercitare le sue normali funzioni e la sua situazione e amministrazione passano da un amministratore straordinario a un liquidatore e cioè a un curatore fallimentare. Sarà una grossa banca di interesse nazionale a rilevare l'attivo e il passivo. I depositi in contanti dei clienti dovrebbero essere rimborsati; la situazione sarà più complicata per coloro che hanno affidato all'istituto di credito titoli o azioni, poi usati in operazioni spericolate non sempre col benestare degli interessati. La «liquidazione coatta» del Banco di Milano era ormai inevitabile: per tre volte, infatti, gli organi centrali avevano concesso ^amministrazione straordinaria» nella speranza che l'ex direttore generale dell'istituto di credito Ugo De Luca riuscisse a trovare qualche soluzione. Il finanziere ha tentato il tutto per tutto per rinviare ogni decisione. Ieri sera ha telegrafato da Roma ai dipendenti sostenendo di aver concluso una trattativa preliminare rer la cessione del gruppo alla «Lybian Arab Foreign Eank». La definizione della vendita aveva trovato, però, un ostacolo: Abdula Saudi, presidente dell'istituto libico interessato all'affare, avrebbe posto come condizione una nuova proroga della gestione dell'«amministrazione straoranalogamente a I quanto fu stabilito nel 1965 per la Banca Popolare di Napoli. De Luca aveva invitato pertanto i dipendenti a intervenire presso le autorità competenti per far rinviare ogni decisione sulla «liquidazione coatta», ma non c'è stato nulla da fare. Ugo De Luca, 41 anni, palermitano di origine ma da tempo trasferitosi a Milano, iniziò la sua carriera di finanziere quando entrò nella Sgs (Società generale semiconduttori) di Monza, come responsabile del settore finanziario dell'azienda. Dopo alcuni anni fu chiamato da Michele Sindona a ricoprire la carica di direttore generale della Banca Unione. Nel 1971 De Luca si assicurò il controllo della Banca Loria, poi Banco di Milano, nella quale chiamò anche Antonio Pagliarulo, il finanziere a sua volta al centro di clamorose vicende borsistiche e giudiziarie che sono state una delle cause del disastro del Banco di Milano.

Persone citate: Antonio Pagliarulo, Arab, De Luca, Michele Sindona, Saudi, Tesoro Colombo, Ugo De Luca

Luoghi citati: Italia, Milano, Monza, Napoli, Roma, Washington