Clavière spaccata in due di Gigi Mattana

Clavière spaccata in due Il confine italo-francese al centro dell'abitato Clavière spaccata in due La diffìcile situazione degli abitanti che devono passare la frontiera più volte al giorno Le autorità chiedono l'unificazione dei servizi - Oggi a Torino un convegno sul problema (Dal nostro inviato speciale) Clavière, 16 gennaio. In un'Europa che cerca faticosamente di abbattere barriere, una prova, pìccola ma sintomatica di come a volte la burocrazia prevalga sulla politica a più alto livello, è riscontrabile a Clavière. Qui il posto di confine con la Francia passa al centro del paese, malgrado sia stato ritoccato a nostro vantaggio sulle carte geografiche, con tutte le conseguenze immaginabili: difficoltà di traffico, disagio per abitanti e turisti che devono mostrare continuamente i documenti, l'assurdità di poter essere dichiarati contrabbandieri di valuta poiché la banca si trova dalla parte «francese» della barriera. «E le incongruenze non sono finite — dice il sindaco di Clavière, Paolo Bes — poiché la gendarmeria francese ora fa servizio in territorio italiano: in che materia e in quale località è competente? Abbiamo cercato di stilare "arrangiamenti" locali che, dati i rapporti di amicizia con Montgenèvre, funzionano bene, ma è ora che si giunga alla sistemazione definitiva di una questione ormai vecchia di trentanni ». Clavière. che era stata la culla dello sci italiano agli albori di questo sport, pagò duramente il prezzo della seconda guerra mondiale: rimase per nove mesi fra le due linee nemiche e al termine del conflitto risultava distrutta (percentuale più alta per l'intera provincia) per il 70 per cento. Il trattato di pace segnò uno spostamento dei confini di circa due chilometri verso l'Italia e il territorio del comune di Clavière, che prima era di 1509 ettari, venne ridotto soltanto a 258; passarono alla Francia nove case, tre alber- ghi, l'allora esistente funivia, il campo da golf e tutti quei terreni sciistici che in seguito hanno contribuito alla fortuna di Montgenèvre mentre — «maliziosamente» come dicono in paese — i francesi non vollero incorporarsi il grosso dell'abitato completamente da ricostruire. Da allora Clavière e Montgenèvre hanno scelto due diverse vie turistiche: gli italiani un piano regolatore estremamente severo che punta a un turismo fatto tutto di riposo e tranquillità, insediamenti modesti anche perché lo spazio a disposizione è veramente minimo, impianti di risalita di medio sviluppo sorti in territorio francese e che in qualsiasi momento potrebbero venir chiusi dai nostri «cugini»; i francesi una corsa all'edilizia con la costruzione di grandi condomini a prezzi molto appetibili (il 90 per cento degli acquirenti degli ultimi palazzi sono italiani e i soldi non sono certo usciti tramite la Banca d'Italia ma in ruote dì scorta, pantaloni o reggiseni) e uno sviluppo massiccio dello sci nella zona dello Chalvet e dello Chenaillet. Dopo quasi trent'anni di ricorsi, mediazioni e sentenze della Corte dell'Aia finalmente sulle Gazzette Ufficiali del 12 dicembre '72 e del 24 luglio '73 in Italia e del 1" gennaio '74 in Francia è stata approvata la modifica dei confini: nove ettari di terreno con quelle poche case sono tornate all'Italia. «Se la questione è stata risolta sul piano politico con soddisfazione di tutti — continua il sindaco — non lo è invece sul piano amministrativo in quanto non si è ancora risolta la questione dei posti di frontiera unificati nel "territorio di nessuno" fra i due paesi. La spesa non è alta, circa 700 milioni di lire più le opere antivalanga da dividere a metà fra le due nazioni, ma finora, se i francesi si sono mostrati favorevoli a cominciare i lavori anche subito, le autorità italiane non hanno risposto nulla. Noi comunque siamo stanchi di avere il paese spaccato in due quando per legge non dovrebbe più esserlo ». Per sensibilizzare pubblico e autorità domani alle 16 si svolgerà un dibattito sull'argomento al Circolo della stampa di Torino: può sembrare un problema da poco, ma non è così. Non dimentichiamo che Clavière è il primo paese che gli stranieri incontrano venendo in Italia: non trovare posteggi adeguati, fare lunghe code o vedere i carabinieri alloggiati in una cadente baracca dì legno non è un biglietto da visita molto favorevole. Gigi Mattana II sindaco di Clavière

Persone citate: Paolo Bes