Non sono stati riconosciuti

Non sono stati riconosciuti Il delitto di via Roma Non sono stati riconosciuti I tre principali indiziati per la morte della ragazza durante la rapina nell'ufficio notarile Sarà un processo indiziario quello per il delitto di via Roma. Lo ha riconosciuto il giudice istruttore Griffey, Ieri pomeriggio al termine della seconda « tornata » di confronti tra gli Indiziati e i numerosi testimoni presenti alla sanguinosa rapina del 4 dicembre scorso negli uffici dello studio notarile Rosani, conclusasi con la morte dell'impiegata Maria Grazia Venturini. Il magistrato, strettamente vincolato al segreto istruttorio, ha ammesso soltanto: « I riconoscimenti hanno un valore relativo. Come è noto, i banditi nel corso della rapina avevano una calzamaglia sul volto. Qualcuno li ha intravisti soltanto per qualche frazione di secondo quando dalle scale si sono precipitati in strada ». Sembra, ma questo il magistrato non l'ha detto, che la principale testimone non abbia riconosciuto in alcuno dei nove Indiziati uno dei quattro rapinatori. Ieri pomeriggio, durante la serie di riconoscimenti all'americana uno del testimoni avrebbe riconosciuto Mauro Venzi, 17 inni. Direttamente indiziati per la partecipazione alla rapina sono Angelo Lo Fiego, detto « Faccia d'Angelo », Antonio Macrino e Antonio Caruso. Mauro Venzi potrebbe essere il quarto complice, quello a cui la polizia non era riuscita a dare un volto. Rimane comunque difficile valutare il peso da dare a questo singolo ed unico riconoscimento, qualora, naturalmente, la notizia fosse confermata dal magistrato. La polizia non ha trascurato il minimo particolare per agevolare il lavoro del magistrato. Ieri 11 « materiale umano » usato per i riconoscimenti — le persone da affiancare agli indiziati mentre posano sotto gli occhi dei testimoni — è stato prelevato dalla zona di Porta Nuova, l'ambiente dal quale sicuramente provengono gli autori del colpo. « La posizione degli indiziati è ancora molto fluida », ha concluso il dottor Griffey. Dal canto loro gli avvocati difensori Perla, Del Fiume e De Pasquale, non hanno avanzato richiesta di libertà provvisoria. « Chiederemo la scarcerazione per mancanza di indìzi — ha detto l'avvocato Perla — ma soltanto alla fine di questa fase dell'istruttoria, cioè dei riconoscimenti ». Intanto il giudice ha in mano una serie di indizi concatenati uno con l'altro che hanno avvalorato la « pista » inizialmente seguita dalla polizia: la testimonianza di due baristi ai quali era stata proposta la rapina; il conciliabolo fra loro avvenuto in un bar di via Nizza ed udito da testimoni; la deposizione « spontanea » di Antonino Caruso (« Mi hanno offerto di partecipare ma all'ultimo momento ho rifiutato ») con l'indicazione della pensione dove vennero trovate tra le altre, le foto di Angelo Lo Fiego; l'individuazione dell'alloggio di Biella dove gli agenti si imbatterono con Liliana Rupolo, divenuta poi la principale teste d'accusa. E, via via, l'arresto di Faccia D'Angelo, del Macrino, e degli altri sei presunti complici: Mauro Venzi, il più giovane (17 anni); Umberto Colmo e Pasquale Serra, 18 anni; Lorenzo Vito e Michele Citarella, 21 anni; Otello Saldina, 25 anni, tutti detenuti alle Nuove in vario modo implicati nell'inchiesta.

Luoghi citati: Biella