Vertenza della Fiat

Vertenza della Fiat Vertenza della Fiat (Segue dalla 1" pagina) aumenti dei prezzi delle auto. La Fiat ha risposto che non possono essere esclusi a priori ritocchi dei listini per parecchi motivi: il principale è che un'azienda privata che si muova nella logica di mercato deve perseguire costantemente l'equilibrio tra costi e ricavi, altrimenti deve ricorrere a finanziamenti pubblici e cessa di essere una impresa privata; poi ci sono le incognite. Per esempio: il costo del lavoro, in base alle previsioni già possibili, nel corso del 1975 aumenterà del 25-30 per cento. E' stato chiarito che l'impossibilità di assicurare che non ci saranno aumenti dei prezzi non significa che siano già stati decisi ritocchi dei listini delle auto. Occupazione, diversificazione produttiva ed investimenti nel Mezzogiorno — I sindacalisti hanno messo in rilievo che la Fiat con il blocco delle assunzioni sta riducendo di tatto l'occupazione negli stabilimenti torinesi dell'auto, mentre la diversificazione non crea nuovi posti di lavoro negli altri settori e non vengono rispettati gli impegni presi per il Mezzogiorno. La Fiat ha risposto che intende mantener fede a tutti gli impegni per la diversificazione e per l'occupazione nel Mezzogiorno, anche se ili rapporto alla situazione di crisi si potranno verificare degli slittamenti nei lavori di ampliamento a Termini Imerese ed a Cassino. A Cassino, proprio per mantenere gli impegni sull'occupazione, è stata allestita una linea di montaggio della « 131 », cioè di un modello che « tira ». Anche a Termoli sono state portate delle lavorazioni aggiuntive. Per lo stabilimento di Grottaminarda (che dovrebbe produrre autobus) l'impegno sarà mantenuto. Se non fosse possibile — in rapporto all'andamento del mercato — produrre autobus, la Fiat cercherebbe per Grottaminarda produzioni sostitutive. A proposito di autobus il direttore delle Informazioni Fiat, Doglio, conversando con i giornalisti ha detto che oggi c'è una giacenza di un migliaio di autobus perché i vari enti non hanno i finanziamenti necessari per ritirarli. Altri che li hanno ritirati, ma tardano a pagarli. Rapporti della Fiat con i fornitori — Zavagnin, a nome della d elegazione sindacale, ha prospettato il pericolo che di fronte ad una riduzione della produzione di auto del 30 per cento si abbiano migliaia di disoccupati nell'indotto (cioè tra le aziende for¬ nitrici). Ha quindi chiesto che la Fiat cerchi di ottenere dai fornitori l'impegno a non licenziare ed adotti criteri di pagamento più favorevoli per le piccole e medie imprese. L'azienda ha assicurato che prenderà tutte le precauzioni possibili perché non si abbiano ripercussioni sull'indotto. Ciò anche perché la Fiat ha tutto l'interesse ad avere una rete efficiente di fornitori per il momento in cui ci sarà l'auspicata ripresa produttiva. A lato della trettativa, ieri ci sono stati incontri dei sindacalisti con il presidente della Regione Piemonte, Gianni Oberto, e successivamente del presidente della Regione con il presidente dell'Unione industriale, Carlo De Benedetti. Sono stati discussi i vari problemi della Fiat e delle aziende collegate. Nel tardo pomeriggio, si è diffusa la notizia che la Lancia, da lunedì, comincerà l'orario ridotto, con una giornata di Cassa integrazione alla settimana. La Lancia, la scorsa settimana, aveva già informato i sindacati dell'esigenza di «perderei; otto giornate lavorative entro il mese di marzo, negli stabilimenti di Torino e di Chivasso (escluso Verrone) che occupano circa 6 mila operai. I termini del provvedimento saranno definiti ufficialmente in una riunione fissata per lunedì. Però già, ieri, a Chivasso i sindacalisti hanno dichiarato che le sospensioni cominceranno dalla prossima settimana «perché sono già stati definiti i tesserini per il trasporto pubblico dei lavoratori». Al tavolo della trattativa Fiat, all'Unione Industriale, a tarda sera si è entrati nel vivo della discussione sulle riduzioni degli orari di lavoro del settore auto. In sede di previsioni non si esclude la possibilità che le parti — in attesa di un accordo nazionale sul salario garantito — cerchino una soluzione limitata al mese di febbraio, riservandosi poi di decidere per marzo ed aprile. In febbraio, secondo questa ipotesi, (circa 70-80 mila operai lavorerebbero tre giorni alla settimana (cioè l'orario sarebbe ridotto da 40 a 24 ore settimanali). Sergio Devecchi

Persone citate: Carlo De Benedetti, Doglio, Gianni Oberto, Sergio Devecchi, Zavagnin

Luoghi citati: Cassino, Chivasso, Grottaminarda, Piemonte, Termini Imerese, Termoli, Torino