Per 5 mila lire, una bugia di Luciano Curino
Per 5 mila lire, una bugia Per 5 mila lire, una bugia (Dal nostro inviato speciale» Pisa, 15 gennaio. « Ci viene a dire, dopo sei anni, che discende dal mondo degli angeli!», protesta il pubblico ministero puntando il dito contro Marco Baldisseri. che sta raccontando la sua dodicesima verità. Una versione assolutamente inedita, 'nuova, del caso Lavorini. Bai1 disseri, che da sei anni è indisiato come il protagonista numero uno del delitto, adesso dice: «Non so nulla di Ermanno, non ero presente alla sua morte». Aggiunge che si è autoaccusato per denaro, che vendeva le sue bugie a cinquemila lire, a ottantamila. Dice: «Capisco che adesso non mi si creda». Ricordate sei anni fa? Er i manno Lavorini scomparve il 31 gennaio. Il 9 marzo, il ca- davere fu trovato sotto un palmo di sabbia a Marina di Vecchiano. Il 20 aprile, ferma- io, Marco Baldisseri confessò di avere ucciso il ragazzo con un pugno, in una lite per la spartizione di bossoli. Fu, quella, la sua prima verità e durante gli interrogatori si dimostrò sicuro, aggressivo, perfino spavaldo. Ma, alla resa dei conti, i fatti non tornavano e, con disinvoltura, il ragazzo fornì un'altra verità, poi un'altra ancora e continuò a cambiare versione finché le sue «verità» furono undici. Era un ragazzo di sedici an- rei, con occhi furbi e un ciuffo bruno. Il capitano dei carabi- nieri Serrano disse di lui in una intervista: «E' difficile definirlo. Ha una personalità complessa, indipendente. Possiede già un'esperienza di vita da adulto, e non delle migliori. Per sua stessa ammissione, in certe cose ha toccato il fondo. Qualche furto, fre I luenza di un certo mondo. E' intelligente, dai riflessi ìmme- | diati, capace di dare scacco ai \ suoi interlocutori sia per la ' prontezza che per la capacità ' che possiede di dare una pati- Ina. * veridicità alle cose che I spiattella li per li» I Le cose che sPlattel^° scon" j v°lser° Viareggio l'intera Versilia, che piombarono in ' un atmosfera da streghe. La provincia mostrò le sue mise- rie, gli intrighi, le aspre e di- sgustose storie di pineta. Le frecce avvelenate di Baldisseri e di altri colpirono questo e quello. Carriere si frantumarono, uomini piansero, uno si uccise, un altro fu stroncato dall'infarto. Si scoprì un mondo di ragazzi astuti, spregiudicati, bugiardi, sempre in strada pronti a balzare addosso a qualsiasi occasione, anche sordida, per procurarsi le mille lire del cinema o del flipper. Alle troppe verità di Baldisseri si aggiunsero quelle di altri imputati, e il giudice istruttore rileva: «Non si può dimenticare la disinvoltura dei prevenuti nel passare da versioni tanto tenacemente sostenute ad altre versioni da sostenersi con pari tenacia, per niente turbati dalle con¬ traddizioni che emergevano, dalle falsità accertate e conte state. Un vero capitolo a sé I meriterebbero gli episodi ca j lunniosi di cui le pagine pro i cessuali sono piene, consi I stenti in accuse di reati gra ! vissimi rivolte a persone alle quali gli imputati erano addirittura sconosciuti e sulle quali essi gettavano fango». Baldisseri arrivò ad accusare perfino il padre naturale. Undici furono le verità, ma oggi Baldisseri dice: «Riconosco che tutte le altre versioni dette in sede istruttoria non avevano alcun fondamento di verità». Allora, perché? «Non sapevo più che dire. Pensavo che era meglio fare più polve- \ rone possibile». Assente i giorni scorsi per -, malattia, è arrivato oggi ina • spettato. Ha l'aria di chi si j trascina nella vita senza vo- glia. Sì pensa al ragazzo che tra i carabinieri sorrideva spavaldo e sfrontato ai fotografi. Qualche traccia e qualche espressione dell'adolescenza gli è rimasta, ma sono tracce gualcite, espressioni fuggevoli. Quelli che lo ricor- ! dano allora assicurano che j aveva una vivacità strepitosa, atteggiamenti aggressivi e ; spicci. Ora appare amaro, di ; messo spento. Ha fatto due anni di carce- I re ed e uscito per decorrenza \ dei termini. E' stato militare ■ ed ha avuto un infortunio che \ gli ha lasciato una gamba pa \ ratizzata. Vive a Camaiore : con una donna dalla quale ha \ avuto un figlio, lavora a cotti- mo: cuce tomaie per un calzaturificio. Mi dicono che molti lo evitano, che è solitario e taciturno. L'ex «ragazzo di vita» pare uno che si è preso molte legnate dal destino. Zoppicando appoggiato al bastone, va a sedersi davanti al presidente. Tutto il pubblico è col fiato sospeso. Baldisseri: «Mi rendo conto di aver fatto tanto male...». Si pensa: adesso dovrà scegliere tra una delle sue undici versioni, quale sarà? Erano versioni diversissime tra loro, ma tutte avevano un particolare in comune: Baldisseri era presente alla morte di Ermanno. Oggi, Marco Baldisseri dice: «Non c'ero, non ero presente». Ed è a questo punto che il pubblico ministero insorge: «Ci viene a dire, dopo sei anni, che discende dal mondo degli angeli!». Baldisseri è ammutolito. Ricordiamo il ragazzo sicuro, aggressivo, perfino spavaldo. Ma, da quando è protagonista del caso Lavorini, per la prima volta appare smarrito e c'è panico nei suoi occhi, che fissano il bastone da zoppo. Si fa forza e bisbiglia: «Capisco che non si possa credere ad uno come me...». Luciano Curino
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