Leggende americane con banjo e violini

Leggende americane con banjo e violini LE NOVITÀ DISCOGRAFICHE Leggende americane con banjo e violini Capitolo robusto e fantasioso della leggenda americana, la countrymusic ha le radici profumate dell'Ovest e il ricordo polveroso dei carri nella prateria. Il suo suono, dolce e lungo, sostiene oggi un giro d'affari d'un miliardo di dollari. E' storia, spettacolo, pasticcio mercantile. La sua cronaca recente lega Nashville e San Francisco, il gemito dei violini della vecchia Grand Ole Opry House e la folle luna di miele di Woodstock. Ma l'allegro plink-plank del banjo non ha più voce dietro l'ossessione sorda di amplificatori a migliaia di watt. Risposta americana al beat inglese, accesa in cerchi concentrici negli Anni Sessanta, il country ha ormai elettrificato le sue chitarre acustiche, indurito i suoi dobro, messo a tacere violini e dulcimere: la percussione spossante del rock ha dato vigore e toni crudi alle dolcezze del ricordo. Un impasto che solo raramente ha trovato ispirazione e misure armoniche originali, sbandando tra la facilità d'una melodia ripetitiva e l'asprezza d'una ritmica rigida e monotona. Data di nascita è il 1968, quando la stanchezza del beat affanna nella ricerca d'una strada nuova. La trovano Bob Dylan e i Byrds di Roger McGuinn, guardando alla lezione del solitario Woody Guthrie e delle semplici ma vitali ballate della strada. E sono i leggendari John Wesley Harding e Sweer Heart of the Rodeo. Nel recupero d'una tradizione antica ma autentica, l'Amerika dei giovani ha l'illusione breve della scoperta di valori che contano — l'affetto, l'amicizia, il desiderio di comunicare, il sogno dell'avventura, Il mito della natura, la semplicità del vivere. Le dolcezze armoniche di Frisco inventano la stagione dei fiori — con i Byrds, certo, ma anche con i Jefferson Airplane di Marty Balin, I Oulcksllver Messenger Service di John Cippollina e I Grateful Dead di Jerry Garcia. E poi vengono l Flying, i Buffalo, la Nitty, La Gazette, i Csn&y. I morbidi arpeggi californiani finiscono per prevalere, I magici momenti evocativi restano squarci brevi in un'esperienza musicale che appare ora conclusa, finita. Ai ricordi esaltanti del passato non può essere aggiunto nulla. GII ultimi Lp delle varie formazioni — ma è un girotondo di nomi di sessionmen, sempre gli stessi — sono un'esemplificazione bruciannte: Jefferson Starship (Dragon Fly, Grunt); New Riders of the Purple Sage (Bru/o, Cbs); Loggins and Messina (On stage, Cbs); Eagles (On the Border, Asylum); Poco (Severi, Epic); America (Hollday, Warn. Bros); Souther Hillman Furay Band [The Shfb, Asylum). Le sonorità s'allargano spesso ad effetti di rock aridi e spigolosi; le voci, compatte nella stesura melodica tipicamente californiana, sfilacciano la tessitura espressiva della saga country, il sound è di transizione — troppo greve o troppo sfatto. Hanno più forza e consapevolezza — è un discorso di cultura e di stile — i Flying Burrito Bro¬ thers (C/ose up the Honky Thonks, A&m) e soprattutto la Nitty Gritty Dirt Band (Stars & Stripes Forever, United Artist): l'arcaico vigore realistico del country è rivissuto con intensità, con la passione densa della partecipazione. Come nei cantautori, schiera folta di menestrelli urbani, accorati, malinconici, più disponibili a rivivere, nel suono tradizionale della « blueagrass music » e nel blues bianco, un linguaggio espressivo fitto di esperienze generazionali e di orizzonti mitici. Jackson Browne (Late tot the sky); John Denver (Thls Is J.D. e Back Home Again, Rea); il divo Kris Kristofferson (Jesus Was a Capricorn e The Silver Tongued Devil and lì; Douglas Dillard [You don't need) e Jessie Collin Young, con la purissima The Soul of a City Boy; il mitico Gene Clark IRoadmaster e No Other, Asylum); lo scomparso Jim Croce [Photographs and Memorles, quarto Lp postum); il « padre » Roger McGuinn (Peace on You); Il finnico Jorma Kaukonen, dopo l'uscita dai Jefferson (Ouah, Grunt); soprattutto Paul Brett (Clocks) e Jerry Jeff Walker [Viva Terllngua, Mca). Non tutti hanno pari qualità, le voci indolenti e dolcissime non sempre sorreggono un'ispirazione autentica, ma là dove i valori del filone popolare della musica americana sono rivissuti nel calore d'un rapporto autentico con strutture stilistiche e strumenti antichi e semplici, rinasce, reale, palpabile, il senso d'una musica di terra, vitalistica nelle sue allegrie, sensitiva nei suoi abbandoni. Mimmo Candito Musica tra il pubblico aspettando il "concerto country"

Luoghi citati: Messina, San Francisco