Sviluppi dell'inchiesta sulle trame eversive

Sviluppi dell'inchiesta sulle trame eversive Sviluppi dell'inchiesta sulle trame eversive Il giudice Violante interrogherà il gen. Miceli, Giannettini e Ricci A questo scopo si recherà a Roma (o in altra città) all'inizio della prossima settimana - Ieri ha esaurito il capitolo "traffico d'armi" - Nuovo esame sul materiale relativo al congresso "nero" Con l'Interrogatorio del conte Gherardo Boschetti e dell'interprete tedesco Rudolf Lentz, il capitolo torinese del commercio di materiale bellico con lo Stato del Ghana è chiuso. Il giudice istruttore dott. Violante sta preparando la sentenza che accompagnerà tutti gli atti alla magistratura di Roma, competente per materia e territorio. Che cosa hanno detto a Violante i sei accusati del traffico di armi? A parte qualche contraddizione tra le risposte del Boschetti e quelle del Lentz, gli altri quattro (Giorgio Bitassi, Guido Pettazzoni, Franco Ghinosi e Gian Marco Rogiani) hanno sostanzialmente ammesso di aver avuto rapporti epistolari con il vicecapo di stato maggiore della Difesa del Ghana, proponendogli la fornitura di materiale bellico, dagli aerei Mirage ai carri armati, dalle mine e granate esplosive ai siluranti tipo Mas. Il Pettazzoni, amministratore unico della società M.G.M. di Modena, difeso dall'aw. Geo Dal Fiume, ha spiegato: « Copiavo da mi giornale militare italiano gli elenchi delle armi più moderne ed efficienti, e li spedivo al Ghana ». Qualora lo Stato africano avesse ordinato l'acquisto, il Pettazzoni n si sarebbe dato da fare » per procurarsi il materiale presso mercanti svizzeri e francesi. In questo caso — è la difesa dell'accusato — avrebbe subito fatto la richiesta ai ministeri della Difesa e dell'Interno per ottenere la necessaria licenza di commercio. Il conte Boschetti ha cercato di sminuire le proprie responsabilità, precisando che la sua parte nella società M.G.M. è minoritaria. Secondo lui, il traffico di armi sarebbe un'iniziativa personale del Pettazzoni. « Ho commerciato, si, col Ghana — ha concluso Gherardo Boschetti — ma e a i a soltanto in macchine agricole ». Il traduttore Lentz, invece, avrebbe riferito al giudice che il conte si occupava, né più né meno degli altri, del traffico. Su un punto, comunque, tutti e sei gli accusati sono d'accordo: il commercio di armi non ha nulla a che fare con le trame eversive. Aggiungono i difensori: « D'altra parte, il mandato di arresto parla solo di aver posto in vendita armi e materiale bellico. Non si fa cenno alle trame nere ». Secondo il dott. Violante, invece, il n sestetto emiliano » ha parecchie cose da chiarire olrca 1 suoi rapporti con Leopoldo Parigini, l'avvocato modenese arrestato per il «golpe di ottobre». Questa serebbe una delle ragioni per cui il magistrato ha deciso di trasmettere gli atti a Roma (che indaga sui tentativi insurrezionali) e non a Modena, dove sarebbe stato compiuto il reato di traffico illecito. Chiuso il capitolo armi, il giudice Violante si dedica adesso all'esame del materiale sequestrato ai quattro delegati italiani al congresso « nero » di Lione. Come abbiamo già scritto, il nucleo antiterroristico di Torino e di Bologna, sorprendendo alla frontiera Francesco Donini, Vittorio Soldaùii, Giorgio Caretta e Sergio Tè (tutti esponenti dell'estrema destra), è riuscito a mettere le mani su atti, documenti, ordini del giorno ed elenchi di nomi dell'Internazionale « nera », le cui centrali sono a Barcellona e a Monaco. A carico dei quattro « delegati » la magistratura non ha preso provvedimenti. Prima dovrà controllare tutto l'incarto, poi deciderà se nelle frasi, nei programmi e nei vari interventi dei «congressisti» è raffigurabile l'ipotesi di qualche reato. L'attenzione del magistrato è rivolta soprattutto a quell'ordine del giorno in cui si annuncia la ripresa dell'azione violenta in occasione del processo a Freda, Ventura e Valpreda, il 27 gennaio a Catanzaro. Intanto, l'Inchiesta sulle traine eversive e 1 colpi di Stato, si arricchisce giorno dopo giorno di elementi nuovi. Il dott. Violante ha In programma, all'inizio delia prossima settimana, l'Interrogatorio di personaggi molto importanti: il generale Vito Miceli, l'ex agente del Sid, Giannettini, 11 colonnello Ricci. Di più non si sa. Pare che il magistrato voglia sentirli tutti c tre a Roma, oppure in un'altra città. Si ha la sensazione che il giudice abbia in mano carte molto grosse da giocare. L'altro ieri, infine, abbiamo riportato una dichiarazione del fuoruscito Salcioli (psrsonaggio ambiguo, rifugiato in Spagna, ex agente del Sid) secondo cui Sogno sarebbe il vicepresidente della seconda Repubblica, costi trgGpcpcgtcag11gttvgMcdadpRqhvazoutdpcdzlspdOcnvaqrptuitasi a Parigi. Salcioli, in un'in- IIIIllItlllltllllIMIlIMMIIIllllMIIIIl IIUllMIMIIIIliM tervista a due giornalisti, dichiarò anche che, due anni fa, Sogno si incontrò, a Parigi, con Giannettini e Martini Mauri. II comandante Mauri ci fa sapere: « Escludo nel modo più categorico di aver mai avuto rapporti né contatti con persone che ordiscono trame di qualsiasi genere. Non mi sono mai incontrato, neppure per caso, con Salcioli o Giannettini, dei quali ho appreso l'esistenza soltanto leggendo i giornali. Sono almeno 10 anni che non vado a Parigi: 11 presunto incontro tra me. Sogno e Giannettini è frutto dì fantasia di persone verso le quali provo una viva repulsione. Non ho mai avuto rapporti col Sid o agenti del Sid. Spero che il giudice Violante in cui ho la più ampia fiducia concluda al più presto questa parte d'inchiesta, perché sono esasperato dal linciaggio morale a cui sono fatto oggetto da mesi ». s> ro# 11 conte Boschetti - Mauri: "Da 10 anni non vado a Parigi"