Vicari è indiziato di reato per i controlli dei telefoni

Vicari è indiziato di reato per i controlli dei telefoni E' stato per dodici anni capo della polizia Vicari è indiziato di reato per i controlli dei telefoni L'accusa è abuso di ufficio: avrebbe permesso che i suoi uomini acquistassero microspie per le intercettazioni telefoniche - Indiziati di reato anche venti funzionari ed ex funzionari Vicari, che si dice innocente, indirizza una "lettera aperta" al Presidente della Repubblica prefetto Giuseppe Porpora \ che è stato capo della segre- Roma, 15 gennaio. Angelo Vicari, ex capo della polizia, è stato indiziato di reato: abuso di ufficio. Permise che i suoi uomini acquistassero forti partite di microspie, apparecchiature perfette per il controllo telefonico. Con Vicari sono stati indiziati altri 20 funzionari ed ex funzionari; fra gli altri, l'ex vicecapo della polizia Lorenzo Calabrese, il 3 o , teria della direzione genera le di pubblica sicurezza e che ora dirige la scuola della pubblica amministrazione, il questore Rocco Paceri, studioso notissimo di problemi criminali, direttore del centro di polizia scientifica, e il questore di Como, Mario Nardone. Angelo Vicari è stato capo della polizia per 12 anni e 4 mesi: mai nessuno nel dopoguerra ha occupato tanto a lungo quella scomoda poltrona. Fu nominato, subito dopo le giornate drammatiche del giugno-luglio 1960, alla caduta del governo di Fernando Tambroni. In tutti i commissariati Vicari ha fatto mettere alle pa i, reti un cartello: « La polizia o j è al servizio del cittadino ». I Voleva uno stile nuovo, ino | derno; chiedeva una prepara- j zione tecnica avanzata. Ma -1 perché le microspie? Può dirn | si al servizio del cittadino, l l'agente che lo spia? Una rio sposta l'hanno già data i vie cequestori Federico D'Amato - ; e Alessandro Milioni, che soi j no stati per anni ai vertici d ù dell'ufficio affari riservati del ministero dell'Interno, sciol h iiiiiiiiiiiiiiiiin iimiiiiiiiiiiiiiiimii to fra le polemiche e le critiche: « Ouesti apparecchi sono stati acquistati per ragioni di studio. Sono serviti ai nostri uomini per meglio conoscere le armi dei veri spioni », hanno detto i due, in-1 diziati di reato prima di Vi-1 cari. Ma il giudice istruì lore Giuseppe Pizzuti e il sosti-1 tuto procuratore della Repub-1 blica Domenico Sica non sono d'accordo. Dopo la sco- j perta di una villetta alla pe-1 riferia di Roma trasformata j dalla polizia in centrale di j ascolto, ritengono che ogni I sospetto sia legittimo. Per I ! questo, hanno firmato gli av-1 | visi di reato, che non saran ' no gli ultimi. La polizia ha fatto opera di controllo sui cittadini. Lo ha fatto senza autorizzazione e senza mai far conoscere un risultato utile. C'è dietro la lotta al terrorismo? Sono state condotte operazioni magari preziose di controspionaggio? Nessuno lo j sa. Al palazzo di Giustizia, comunque, non risulta nul-1 la. I giudici hanno deciso. per il momento, questa li- j nea: comunicazioni giudizia- 1 rie per tutti coloro sulla cui \ attività è aperta l'inchiesta. ' Il reato contestato è quan- I to di più generico si possa ' immaginare: « Abuso di uf- : fìcio in casi non specifica- | mente preveduti dalla leg-1 ge ». E' l'articolo 323 del co- | dice penale: « Il pubblico ufficiale che, abusando dei poteri inerenti alle sue funzioni, commette, per recare ad altri un danno, o par procurargli un vantaggio, qualsia- si fatto non preveduto come I iiiiiiiiiii i minimum i im j reato da una particolare di 1 sposizione di legge, è punì- \ to con la reclusione fino a ] ' due anni o con la multa da I 20 mila a 400 mila lire ». ' Vicari aveva reagito con : querele alle prime indiscre | zlcni su un possibile avviso 1 di reato. Oggi, appena la co | municazione giudiziaria gli è arrivata, si è precipitato allo studio di Filippo Ungaro e Paolo Appella. Aveva gà preparato una lettera aperta al Presidente della Repubblica: ricorda gli « oltre 40 anni » di I vita nella polizia- capo gabi- mi min iiiiimmiiim imi netto di Romita ministro dell'Interno, prefetto a Palermo all'epoca di Salvatore Giuliano, quindi a Genova e Milano, infine i 12 e più anni di comando. Poi passa all'attacco: « Mi domando: quale legge prevede come reato l'acquisto dei predetti materiali (le microspie) da parte di un'amministrazione che ha il gravoso compito di provvedere alla sicurezza dello Stato in ogni e qualsiasi circostanza? E' lecito ipotizzare l'abuso quando non è minii mamente accertato, e tanto j meno provato, un qualsiasi 1 uso non perfettamente conforme alla Costituzione e alle leggi? ». Vicari chiede l'intervento di Leone, presidente anche del Consiglio superiore della magistratura, perché « la questione pone problemi di fondo per la solidità delle istituzioni e per la corretta amministrazione della giustizia ». E conclude: « Si tratta di stabilire se è giusto, se giova all'interesse pubblico, che — senza nessuna remora, senza nessuna tutela, senza nessuna garanzia — vengano coinvolti in giudizio, additati alla pub ] h}lca, J^[°^zl?J}l-. J°^,v ìatJ di slealtà costituzionale, fun zionarì che svolgono o hanno svolto delicatissime funzioni che attengono alla sicurezza della Repubblica. Sì tratta di stabilire se lo Stato ha la volontà e i mezzi per impedire iniziative arbitrarie ed eventuali manovre di ignoti ispiratori, che si muovono con disinvoltura nelle libere istituzioni e ne preparano l'affossamento ». Andrea Barberi munii i mini imi 1 1 1 1 j 1 j j I 1 i j 1

Luoghi citati: Como, Genova, Milano, Palermo, Roma, Romita, Vicari