Momento difficile di Michele Fenu
Momento difficile Momento difficile In Argentina si è aperto domenica il campionato mondiale di Formula 1, oggi comincia con il Rallye di Montecarlo quello dei rallies. Lo sport del volante inizia il suo cammino in questo 1975 che si annuncia difficile ed amaro per l'automobile. Non c'è l'« austerity » vistosa dello scorso anno — quella che determinò l'annullamento della competizione monegasca e sembrò dover limitare fortemente l'attività agonistica — ma la situazione è ancor più preoccupante. I primi riflessi si sono già visti. In Formula 1 il bilancio di molti « teams > ha subito drastici tagli: la Lotus non può rispettare il contratto stilato in estate con Ronnie Peterson, la Surtees, la Brm, la March hanno allineato non due ma una sola vettura, la Shadow è incerta se destinare i soldi ancora a disposizione all'ingaggio di Peterson o allo sviluppo di un programma di collaborazione con la Matra per II motore 12 cilindri. Il Rallye di Montecarlo ha visto contrarsi in modo pauroso il numero degli iscritti, e non certo perché gli itinerari di avvicinamento siano più lunghi che in passato ma — come giustamente sottolinea Michel Boeri, presidente deM'A.C. Monaco, nell'intervista qui a fianco — per II pesante momento economico. Lo sport, tuttavia, non si arrende. L'attività continua, e guai se non fosse cosi. I motivi sono tanti, ma possiamo citarne almeno due fondamentali. Primo: le corse non sono soltanto fonte di stimolo tecnico e spettacolo, ma anche il mezzo di sostentamento di migliala di persone: secondo: è nei momenti difficili che coraggio, impegno e decisione devono emergere, e le competizioni, con i loro riflessi pubblicitari e commerciali, sono un immdiato ed esaltante veicolo per rafforzare l'immagine di una marca o di un modello, per tener desta l'attenzione di tutti, in particolare proprio di chi, adesso, non può acquistare una macchina nuova. Naturalmente, chi partecipa alle corse deve cercare adesso più che mai di vincere o di riportare, perlomeno, risultati positivi. E se per una Ferrari, ad esempio, si tratta di un fatto di prestigio, di bandiera si potrebbe dire, per una Lancia o per una Fiat (ed ora per un'Alfa Romeo), dato che sono impegnate nel settore rally, è questione collegata più intimamente con la produzione di serie. Fiat e Lancia sono chiamate ad un severo banco di prova con il Rallye di Montecarlo. La gara è la più famosa dell'anno per la sua tradizione, per il suo prestigio, per le sue caratteristiche di difficile competizione invernale. Neve e ghiaccio per ora non ci sono, ma le fasi decisive cominceranno solo lunedì prossimo: c'è tutto il tempo perché, finalmente, le strade diventino bianche. L'Abarth Fiat Rally schiera quattro spider 124 con Mikkola-Todt, Darniche-Mahe, Alén-KIvimaki e Bacchelli-Scabini, la Lancia allinea tre Stratos con Andruet- Biche », Munari-Mannucci e Pinto-Bernacchini ed una Beta coupé con Ballestrieri-Sodano. Le due squadre torinesi avranno gli avversari più pericolosi negli uomini e nelle vetture dell'Alpine-Renault e dell'Opel. La Casa francese punta su Therier-Vial e Warmbold-Philips [A 310), Nicolas-Laverne e Ragnotti-Thimonier (A 110) e Piot-De Alexandris (R 17), quella tedesca su RohrlBerger, Karlsson-Petersen e Kullang-Andersson (Ascona 1,9). Anche se il « Montecarlo » è stato definito una « roulette -, non ci vuol molto a considerare le Stratos come favorite della corsa, specie se le strade rimarranno asciutte. Il percorso è quasi interamente asfaltato (e, sinceramente, ci hanno stupito certe lamentele per un breve tratto sterrato) e si è visto in Corsica qual vantaggio abbiano in tali condizioni su tutti le possenti berlinette torinesi. Michele Fenu
Luoghi citati: Argentina, Corsica, Montecarlo
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