Aperti dal procuratore generale della Cassazione

Aperti dal procuratore generale della Cassazione Aperti dal procuratore generale della Cassazione Procedimenti per i giudici romani che indagano sulle "trame nere,. L'istruttoria, contro ignoti, è stata iniziata per la fuga di notizie sul secondo mandato di cattura per il generale Miceli - Prosegue l'inchiesta sulle spie telefoniche Roma, 11 gennaio. Procedimento aperto per i giudici romani che indagano sui tentativi eversivi. L'ha deciso il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Colli, dopo un incontro con il procuratore generale della Corte d'appello di Roma, Walter Del Giudice. Colli ha assegnato l'inchiesta a uno dei sostituti, con l'incarico di ascoltare tutti gli interessati e di individuare la fonte delle anticipazioni sul secondo mandato di cattura per il generale Vito Miceli. L'istruttoria decisa da Colli, che per ora è contro ignoti, finirà al Consiglio superiore della magistratura. Il procuratore generale potrebbe sollecitare un procedimento disciplinare, o anche un trasferimento di ufficio. Per evitare che l'iniziativa del dottor Colli blocchi l'inchiesta sulle trame eversive, il procuratore della Repubblica di Roma ha affiancato al sostituto che da quattro la conduce, Claudio Vitalone, un altro magistrato, Enrico Di Nicola. Sempre per la procura della Repubblica, alcuni atti saranno seguiti dal sostituto Alberto Dell'Orco. L'ufficio istruzione è già impegnato nell'inchiesta con il consigliere Achille Gallucci, con i giudici Filippo Fiore e Francesco Amato e, saltuariamente, con il giudice Ferdinando Imposimato. Anche in questo caso lo staff sarà allargato. Non solo per evitare sorprese, ma perché l'inchiesta si complica giorno dopo giorno e già è preannunciato l'arrivo del materiale interessantissimo che Luciano Violante (Torino) ha raccolto e che ha portato agli ultimi arresti. Procede anche l'altra grossa indagine romana, quella sugli «spioni telefonici». Luigi Salatino, detenuto a Brescia, ha scritto ai giudici romani mettendosi a disposizione. Pare abbia molto da raccontare. Nella lettera spedita a Roma ha fatto qualche anticipazione: l'ex commissario Walter Beneforti, e un maresciallo che collabora con un questore in carica, avrebbero organizzato centri di ascolto mobili, montati su autocarri di solito utilizzati per il trasporto di cavalli da corsa. Salatino assicura anche che l'investigatore privato missino Tom Ponzi era in ottimi rapporti con il colonnello Renzo Rocca (morto misteriosamente a Roma nel giugno 1968). I due si incontravano spesso a Milano e Rocca si presentava come ingegnere. Salatino, che ha promesso di rivelare «nomi e circostanze», sarà interrogato al più presto. I giudici hanno accertato che le operazioni di spionaggio sono continuate anche dopo l'inizio dell'inchiesta (che ormai ha quasi due anni). Fra i telefoni intercettati ci sono stati fino a un'epoca piuttosto recente quelli della Camera di commercio di Roma, della Banca Nazionale delle Comunicazioni (via Abruzzi) e di un istituto di credito a pochi passi da via Veneto. Non manca, anche in questa istruttoria, un'inchiesta nell'inchiesta: sono spariti, dopo una serie di passaggi, gli atti di accertamenti sui «centri occulti» della Guardia di finanza. Andrea Barberi Roma. procuratore Cassazione, Giovanni

Luoghi citati: Brescia, Milano, Roma, Torino