Ammazzato perché rivoleva la sua donna che gli rendeva 200 mila lire ogni notte

Ammazzato perché rivoleva la sua donna che gli rendeva 200 mila lire ogni notte L'uomo bruciato nel bosco di Varazze: racket della prostituzione Ammazzato perché rivoleva la sua donna che gli rendeva 200 mila lire ogni notte Era al ristorante con lei quando gli hanno telefonato ed è uscito con il coltello che stava usando per il dolce - La polizia ricerca un giovane evaso dal carcere - E' fuggito all'alba con l'amica dal loro alloggio di via San Donato, su un'Alfetta amaranto - E' la stessa vista all'Eremo del Deserto? Vincenzo Saffioti, il giovane accoltellato al cuore e poi bruciato in un bosco di Varazze, è stato « giustiziato » da un rivale nel racket della prostituzione. La Squadra mobile, la Criminalpol e i carabinieri sono sulle tracce dell'assassino scomparso con l'amante. Gli inquirenti non hanno dubbi: il movente del delitto è lo sfruttamento della prostituzione di Marisa Migliorerò, la donna del Saflìoti. « Ci sono probabilmente altri illeciti traffici in gioco — si sostiene — ma il perno della vicenda è la Migliorerò. La tecnica dell'omicidio è quella tipica dell'ambiente del racket: la chiamata, l'esecuzione, il tentativo di rendere irriconoscibile la vittima ». La polizia è ora alla ricerca di Antonino Manuele, 25 anni, catanese, e della sua amica Antonietta Boscolo («Chicca»), 21 anni, di Pavia. Si sospetta che il Manuele si sia rifugiato in Svizzera, la ragazza è probabilmente nascosta a Milano dove ieri è stata trovata la sua auto. Avevano un alloggio nella nostra città, in via S. Donato 78. E' l'appartamento (cinque camere al settimo plano di un moderno edificio) che la polizia ha perquisito l'altra sera: gli armadi spalancati, i cassetti aperti, avevano subito fatto pensare a una fuga frettolosa. Benché giovane, Antonino Manuele ha un burrascoso passato. Sino al '70 abitava a Cogoleto, In via Nettuno 19. E' proprio da questa cittadina rivierasca nei pressi di Varazze che mercoledì mattina verso le 7,30, un'auto si è inoltrata lungo la strada collinare che porta all'Eremo del Deserto ed è poi ridiscesa a forte velocità mentre il corpo di Vin- cenzo Saffioti cominciava a bruciare. Antonino Manuele nel '70 è stato condannato per una rapina a Genova e incarcerato a Corteolona, presso Pavia. Quasi tutti 1 giorni riceveva una visita: Antonietta Boscolo. La ragazza diceva di essere la fidanzata; dopo qualche tpmpo aveva conquistato la fiducia dell'anziano sorvegliante. Il 16 settembre '72, dopo aver scontato due anni della pena, il rapinatore riusciva a fuggire. La libertà è durata poco: 20 giorni più tardi la coppia veniva sorpresa e arrestata dai carabinieri a Saint Vincent. Il Manuele tornava in carcere e finiva di scontare la pena. Quando si è celebrato il processo per l'evasione era ormai irreperibile, la seconda condanna a 4 mesi è restata inapplicata. La Boscolo ha ottenuto il beneficio della condizionale. Da quel momento Antonino Manuele ha condotto vita da latitante, sempre insieme alla ragazza. Nei suoi continui spostamenti (soprattutto a Milano) arriva anche a Torino. La sua vita s'Intreccia con quella del Saffioti e della Migliorerò. Nel giro di un mese il rapinatore aggiunge al suo curriculum criminoso anche i l'omicidio. Ieri il capo della Criminalpol Montesano, i commissari Fersini e Baranello e il vicequestore Lo Castro della Mobile di Savona, hanno ricostruito le tappe della ,-icenda, fino al brutale assassinio. Il racconto della Migliorerò ha avuto un peso decisivo. Cinque anni fa, in una sala danze di piazza Massaua, la ragazza ha conosciuto Vincenzo Saffioti, già sposato e con un Aglio. « Ha lasciato la moglie — ha spiegato — ed è venuto a vivere con me. Siamo stati in alcuni "residence", guadagnavo bene, in media circa 200 mila lire al giorno ». Il giovane entra nell'ambiente dello sfruttamento della prostituzione, « amministra » gli incassi dell'amica, affitta una villa in località Baldissero di Valle Ceppi, vicino a Pino e l'arreda spendendo 40 milioni. Gli affari vanno a gonfie vele, l'accordo è perfetto, nasce un figlio che ora ha 3 anni e mezzo. Nei primi giorni dello scorso dicembre la svolta improvvisa. Marisa Migliorerò incontra allo Snack bar di corso Massimo d'Azeglio un altro protettore, Antonino Manuele. « Ha detto che si chiamava Roberto Boscolo (è il nome del fratello della sua amantel e che era studente. Avevo avuto qualche discussione con Vincenzo, ero stanca di fare quella vita, volevo un po' di tranquillità. Antonino Manuele dopo qualche giorno mi ha offerto di seguirlo a Milano, non sapevo che fosse un ex detenuto e anche lui sfruttatore ». Il 21 dicembre, Marisa ha accettato l'offerta, si è trasferita a Milano in un « residence » di corso Buenos Aires. Con il Manuele c'era un'altra donna, Paola Mandola, 26 anni, che per anni aveva vissuto a Cogoleto e dallo sfruttatore aveva avuto un figlio. La polizia ieri ha scoperto che 1 suoi genitori abitano In località Eremo del Deserto, nelle vicinanze del luogo dove è stato trovato il cadavere bruciato del Saffioti. Marisa ha continuato la sua professione a Milano, sotto il controllo del Manuele, mentre, a Torino, Vincenzo Saffioti incominciava le ricerche dell'amica fuggita. In pochi giorni qualcuno dell'ambiente gli ha fornito l'indirizzo. Ha raccontato la Migliorerò: « E' venuto a riprendermi. C'è stata una violenta discussione con il Manuele, ma alla fine ho preferito anch'io tornare a Torino. Antonino s'è tenuto un mio libretto di deposito bancario di 300 mila lire». Il 4 gennaio scorso, pochi giorni prima del dramma, Vincenzo Incontra nella nostra città un'altra donna del Manuele, Antoniet- ta Boscolo. Pretende che sia lei a restituirgli le 300 mila lire, la giovane lo riferisce al suo protettore. I rapporti si fanno tesi, il regolamento di conti diventa imminente. Martedì scorso Vincenzo Saffioti è al bar Conservatorio di piazza Bodoni con alcuni amici. Stanno parlando quando squilla il telefono. La proprietaria del bar dice che dall'altro capo del filo c'era una donna. Vincenzo torna al tavolo ed esclama: « Stanotte faccio il ciocco ». Poco più tardi va a prendere Marisa che ha conclusa la sua serata e l'accompagna al ristorante «La Lampara» di via Andrea Doria. E' ormai mezzanotte e mezza, Vincenzo ordina la cena. Quindi si rivolge a Marisa: « Facciamo presto, all'una ho un appuntamento in piazza Statuto angolo via San Donato. Se non torno qui per le 2, vai a dormire da Mariuccia. Non andare a casa». Cenano in fretta, quando il cameriere porta il dolce, Vincenzo afferra il coltello e lo infila alla cintola. Il proprietario lo vede, accorre e pretende che glielo restituisca. Il giovane si oppone, discutono un po', poi se ne va. Il racconto della Migliorerò finisce qui, Vincenzo non l'ha più visto. Le sue tracce si ritrovano nell'alloggio del rivale in via San Donato 78. Verso le 5 la portinaia sente insoliti rumori al 7° piano e s'incuriosisce. Alcuni minuti dopo vede uscire tre persone che salgano su un'« Alfetta » color amaranto, targata Pavia. Alle 10 « Chicca » Boscolo chiama la portinaia e le consegna le chiavi dell'appartamento. « Ci trasferiamo — afferma — abbiamo portato via quasi tutto. E' rimasto il televisore, verrò a prenderlo appena ho tempo». A quell'ora alcuni contadini avevano già scoperto il cadavere di Vincenzo Saffioti nel bosco alle pendici del monte Beigua. Al carabinieri dichiaravano di aver visto un'auto color amaranto con un uomo e una donna dirigersi verso Cogoleto a forte velocità. Per due giorni polizia e carabinieri hanno proceduto al buio. L'autopsia ha accertato che lo sconosciuto, prima delle bruciature, era stato ucciso con una pugnalata al cuore. Soltanto venerdì , leggendo su « La Stampa » la descrizione dei capi d'abbigliamento e degli oggetti che il cadavere aveva addosso, i parenti e un socio in affari riconoscono Vincenzo Saffioti. Poi l'intervento di Marisa Migliorerò, il suo racconto al capo della Criminalpol, la ricostruzione dell'ultima serata della vìttima. Ieri la Mobile ha diramato fonogrammi di ricerca del Manuele e della Boscolo. I carabinieri indagano a Varazze e a Cogoleto per scoprire eventuali complici e collegamenti con la coppia scomparsa. Oggi il dott. Montesano dovrebbe incontrarsi con il magistrato che dirige le indagini, il dott. Aschero. Si attende l'esito dell'esame ematologico per poter stabilire l'ora dell'uccisione e quindi chiarire se è stato pugnalato a Torino o in Riviera. Servizio di: Vittorio Preve, Marco Marello, Ezio Ma. scarino ed Emanuele Monta Marisa Migliorerò e l'amico Vincenzo Saflìoti - Criminalpol e Mobile ricercano Antonino Manuele e Antonietta Boscolo quali presunti autori del delitto