Il mondo è alla scadenza?

Il mondo è alla scadenza? MISTICI E ASTROLOGI PARLANO D'ANNO MILLE Il mondo è alla scadenza? Mille e non più mille: all'origine del colossale errore che mise in subbuglio l'Europa all'avvicinarsi dell'Anno Mille pare sia stata una frase di Cristo riportata nel Vangelo, quando al culmine del suo annuncio escatologico disse: « Questa generazione non passerà che le mie parole saranno compiute». Si è creduto per secoli che l'età della Terra, dal suo inizio alla sua fine, fosse stabilita in seimila anni, e ciò in base alla Bibbia là dove, nel libro della Genesi, è detto che « il settimo giorno Dio sì riposò », e in base all'affermazione di San Pietro il quale nella sua seconda epistola scrisse che «per il Signore, mille anni sono come un giorno ». Di rincalzo, S. Ilario commentò: « Come il mondo fu fatto in sei giorni, così pure in sei millenni sarà consumato ». Il Talmud, S. Agostino, S. Girolamo e tutti i dotti del passato non ebbero dubbi sopra questo conteggio. L'equivoco sul termine «generazione» si era già verificato ai tempi di S. Paolo e pesò su tutto il primo millennio: si credette infatti che i primi cinquemila anni fossero già trascorsi e fin da allora tutti erano in attesa della fine. Le antiche paure Arrivò nel terrore l'Anno Mille, ma non successe nulla. La paura tornò man mano che si avvicinava il 1100, poi per tutto il Medioevo allo sgocciolar di ogni secolo, alimentata da astrologi, indovini e predicatori, finché il Quinto Concilio Lateranense vietò ai predicatori di parlare dell'imminente fine del mondo. Ma ecco, al termine del secondo millennio, l'antica profezia torna d'attualità, avvalorata da obiettive preoccupazioni a cui l'uomo sembra incapace di por rimedio: l'aumento spropositato della popolazione, l'impoverimento delle risorse della Terra, gli arsenali atomici, il crollo di tutti i miti. Anche se l'umanità mostra di non credere più alle profezie, un'indefinita angoscia sembra pesare sul mondo. Tutte le tradizioni iniziatiche e religiose del mondo sembrano confermare l'apocalittico evento. Persino gli studiosi della grande piramide d'Egitto credono d'aver individuato nelle sue strutture architettoniche e matematiche la storia dell'era biblica e cristiana fino al suo termi¬ ne, indicato nell'anno 2001 (secondo altri, il 2090). Certo nessuna tradizione pronostica la fine del mondo: nemmeno quella cristiana che chiaramente annunzia l'avvento, dopo gli orrori dell'Apocalisse, del regno di Cristo in terra; ma tutte alludono alla fine di un ciclo esistenziale dell'uomo segnato da uno sconvolgimento cosmico, catastrofico ma necessario per la sua evoluzione verso un'altra più elevata dimensione morale e spirituale. E l'ora sembra fissata ineluttabilmente sul grande orologio cosmico, a dar credito agli astrologi i quali assicurano che la Terra sta uscendo dal segno cristico dei Pesci ed entrando nell'era dell'Acquario, che è simbolo di rinascita spirituale. Essi discordano soltanto sulla data, da alcuni prevista — facciamo gli scongiuri — nel 1975, da altri nel 2000 e da altri ancora nel 2160. Secondo la dottrina induista, che anticipa di migliaia di anni le attuali tesi scientifiche circa l'età della Terra e dell'uomo, i tempi attuali sono quelli del Kalì-yuga, cioè l'età oscura, che fa parte di uno dei grandi cicli equinoziali della storia umana ed è caratterizzata (come l'età del ferro) da una progressiva immersione dello spirito dell'uomo nella materia sempre più densa. Yogananda, l'autore della famosa Autobiografia di uno yogi, riferendosi alle scritture indù afferma che l'era di Kalì è la più breve di tutte e che stiamo vivendo ora nella sua ultima fase, espressa da una « materializzazione progressiva degli interessi umani ». La profezia che si riferisce al Kalì-yuga è contenuta nel Visnu Purana, uno dei più antichi testi sacri dell'India, ma offre di questa fine dei tempi una visione serena. Il cristianesimo drammatizza l'evento introducendo Satana, al quale attribuisce gli sconvolgimenti che preludono alla seconda venuta del Cristo e alla realizzazione in Terra del suo regno. San Giovanni nell' Apocalisse ammonisce: « Guai alla terra e al mare poiché a voi discese il diavolo avendo grande furore, sapendo che ha poco tempo ». E la veggente Caterina Emmerich: « Io appresi che Lucifero deve essere scatenato cinquanta o sessantanni prima dell'Anno 2000 dopo Cristo ». Solo nella tradizione cristiana, inoltre, l'apocalittico avvenimento viene presentato come un « castigo » a cui gli uomini, ravvedendosi dai loro «peccati», potrebbero sottrarsi salvando se non tutti la vita, almeno l'anima. Lucia Do Santos, la monaca veggente di Fatima, dice: « Il tempo si avvicina e l'abisso si allarga senza speranza. I buoni periranno assieme ai cattivi, i grandi con i piccoli... Vi sarà morte ovunque a causa degli errori commessi dagli insensati e dai partigiani di Satana... ». L'età di Adamo La dimensione cosmica dell'evento viene raffigurata nei testi cristiani come la lotta finale tra gli angeli e i demoni, che terminerà con la vittoria dei primi, preludio alla Parusia, il gran giorno della manifestazione di Cristo: « Eccolo che viene sulle nubi, e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo hanno trafitto, e tutte le tribù della Terra si lamenteranno con lui» (Apocalisse). Ma alla luce delle scoperte scientifiche che hanno enormemente dilatato l'età della Terra e quella dell'uomo (si parla di miliardi di anni per la prima e si ipotizza fino a milioni di anni la comparsa dell'uomo sul pianeta), anche i nuovi esegeti della Bibbia riferiscono oramai quei famosi seimila anni dell'epopea biblica non più all'origine e fine dell'uomo, ma a quella che viene definita la « generazione adamitica »: quella che si è ribellata alla legge naturale (paradiso terrestre, peccato originale) erigendo il proprio intelletto (albero della conoscenza) ad arbitro e fonte unica della coscienza. Attribuendo alla generazione adamitica la frase sopra citata da Cristo nel Vangelo, ecco che i conti tornerebbero: seimila anni di tragico e sofferto sprofondamento nel regno di Satana, dominato dalla legge del potere e del denaro, fino alla catastrofe apocalittica. Poi comincerà il settimo millennio, in cui l'uomo applicherà per libera scelta la legge della fratellanza e dell'amore. Il Giudizio Universale verrà dopo; ma è cosa diversa della catastrofe del « nostro » millennio. Laura Bergagna

Persone citate: Caterina Emmerich, Kalì, Laura Bergagna, Lucia Do Santos, Yogananda

Luoghi citati: Egitto, Europa, India