Salì verso il fuoco che infuriava di lui rimase un pugno di cenere

Salì verso il fuoco che infuriava di lui rimase un pugno di cenere Una tragedia sui monti della Val Chiusella Salì verso il fuoco che infuriava di lui rimase un pugno di cenere La moglie del "vigile volontario" d'Inverso, senza lacrime, dice: "Ho tre figli piccoli, non devono vedermi piangere" - La solidarietà dei valligiani e dei lettori ii Dopo l'incidente in cui ha perso la vita non me lo hanno neppure lasciato vedere. Sono rimasta a casa con i bambini mentre gli allestivano la camera ardente. Poi i suoi amici hanno bussato alla porta, avevano in mano un sacchettino di plastica trasparente. Dentro, tutto quello che restava dei vestiti di Alberto: stoffa bruciata e cenere ». Lucia Biat-Albiana quando ricorda la fine del marito, il vigile del fuoco volon¬ tario di Inverso di Vico Canavese bruciato vivo il 30 dicembre mentre tentava con i compagni di domare un incendio sulla montagna, non ha un tremito nella voce. « Ho tre figli — dice — la più piccola, Piera, di 4 mesi, gli altri due di 6 e 7 anni. Non devo guardarmi indietro ma pensare al loro futuro. E soprattutto non devo farmi vedere piangere ». Inverso di Vico, un pugno di case in pietra arroccate in una gola della Val Chiusella, terre scoscese e seriza sole spazzate dal vento. « Ogni volta che sento il sibilo dell'aria ripenso a quel giorno » mormora Lucia Biat-Albiana. C'era vento anche la mattina del 30 dicembre quando, alle 9, una pattuglia dei vigili del fuoco di Vico è andata a cercare il marito. Alberto, 44 anni: « Bruciano i monti sopra Lugnacco ». L'uomo, exoperaio della Olivetti, da pochi mesi barista della so¬ cietà cooperativa operaia di Inverso, ha indossato tuta ed elmetto: « Forse sarà una cosa lunga, non aspettatemi per pranzo ». Ore di lavoro sfiancante nei boschi che ardevano, il vento impetuoso alimentava le fiamme e ne spostava continuamente il fronte. Ricorda Giannicco Zanotelli, 33 anni, capo del distaccamento delle guardie forestali di Vico che collaboravano all'opera di spegnimento: « Stavamo lavorando attorno ad alcune grosse piante quando una folata ha spinto le fiamme verso di noi ». Rami infuocati che cadevano, l'erba secca che divampava. Gli uomini in tuta ed elmetto hanno sentito la voce del Biat rimasto prigioniero del rogo: « Via, scappate, è la fine ». Il gruppo si è disperso, dopo alcuni minuti qualcuno ha chiamato il compagno: nessuna risposta. Si è pensato: « Sarà sceso dall'altro versante ». Sono passate alcune ore, il vigile di Inverso non tornava a casa. La pattuglia si è ricomposta, è ritornata in montagna. Alle 19 Alberto Btat-Alblana è stato ritrovato: riverso su un cespuglio, una gamba rotta, totalmente carbonizzato. Un immenso cordoglio, l'intera Val Chiusella ha preso parte al funerale. Telegrammi di personalità, una valanga di fiori. Tutti hanno voluto dimostrare la propria solidarietà alla moglie e ai tre bambini: il comando dei vigili del fuoco ha donato 300 mila lire, 130 mila gli operai della Olivetti, in tutti i paesi della Valle è in corso una sottoscrizione. Anche Specchio dei tempi a nome dei lettori ha portato alla famiglia di Alberto BiatAlbiana un primo contributo: 200 mila lire, in segno di amicizia nella sventura. Un po' di conforto, una mano tesa per una donna piena di dolore ma die non osa. piangere di fronte ai suoi figli. re>

Persone citate: Alberto Btat-alblana, Inverso, Lucia Biat-albiana, Zanotelli

Luoghi citati: Lugnacco, Vico Canavese