Conoscere gli "ismi"

Conoscere gli "ismi" Psicoanalisi, marxismo e strutturalismo Conoscere gli "ismi" Letteratura e psicoanalisi, a cura di R. Bodei, Ed. Zanichelli, pag. 209, L. 1500. Letteratura e marxismo, a cura di G. Borghello, Ed. Zanichelli, pag. 224, L. 1500. Letteratura e strutturalismo, a cura di L. Rosiello, Ed. Zanichelli, pag. 155, L. 1500. La discussione sorta, o meglio, degenerata attorno al romanzo di Elsa Morante ha rivelato in molti interventi una sorprendente povertà me-1 todologica, quasi che il gran discutere che si è fatto in questi anni sugli « ismi » più importanti fosse trascorso invano. « Letteratura e problemi », la nuova collana che Zanichelli ora presenta, ha una dichiarata destinazione scolastica (liceale o universitaria) e tuttavia non sarebbe male finisse anche tra le mani degli addetti ai lavori, o magari dei lettori colti, a titolo di sicuro orientamento nel prossimo polverone. In ossequio al loro intento di fornire una serie di « introduzioni » problematiche, i volumetti seguono uno schema preciso: un breve saggio d'apertura del curatore, quasi una succosa voce di enciclopedia, per mettere a fuoco il problema; una scelta antologica in cui ogni brano è preceduto da un :< cappello » di inquadramento (si va dalle formulazioni teoriche dei classici alle applicazioni più avanzate e magari alle più fruttuose «eresie»); e infine una bibliografia ragionata di suggerimenti per ulteriori letture. I tre volumi d'apertura sono dedicati ai rapporti della letteratura con la psicoanalisi, il marxismo e lo strutturalismo: è tale il garbuglio di equivoci, malintesi e mistificazioni che ne ha spesso accompagnato l'impiego, che questi utili « avviamenti » potranno essere letti come altrettanti « stati della questione », riflessione critica su cui conviene fermarsi un momento. Questa duplice funzione è evidente soprattutto nei volumi curati da Bodei e Rosiello. Bodei, ad esempio, sottolinea l'originalità e l'inquieta tensione problematica del pensiero di Freud di fronte alle disinvolte applicazioni di molti epigoni: « dimostrazione lampante di come spesso le scoperte scientifiche inizino il loro cammino in veste di paradossi e lo finiscano in veste di banalità: decollano rispetto al senso comune di un'epoca per impantanarsi nel senso comune dell'epoca successiva ». Bodei coglie lucidamente i peccati della « psicoanalisi selvaggia»: l'inclinazione a dipingere romanticamente l'artista come un essere malato, complessato, in preda a travolgenti ispirazioni inconsce, come un Edipo senza enigmi. In realtà Freud fu attento non soltanto alle condizioni psicologiche che rendono possibile la produzione artistica, ma anche a quelle storiche e sociali, e ai problemi della forma: il ricupero delle forze inconsce e rimosse non basta, esso deve trovare espressione in strutture comunicabili. Lo stile si ottiene con fatica, collaborando consciamente con l'inconscio, non subendo passivamente il raptus. E' da questo humus che sono sbocciati i « cento fiori » della nuova critica psicoanalitica militante, Kris e Gombrich in testa, che pone in evidenza il lato formale di un'opera d'arte. Qualche timidezza si coglie invece nel disegno del volume di Borghello su « Letteratura e marxismo »: tema di sterminata, disperante ampiezza, che forse era opportuno spezzare in segmenti distinti. Ma già s'è detto che la 1 collana mira a smuovere in- teressi, non a fornire ricette gratificanti. Un'ultima avvertenza: i tre volumi andranno letti insieme, non solo perché rispondono tutti alla moderna esigenza critica di un fine conoscitivo e non valutativo, e tutti appaiono radicati in una forte consapevolezza storica, ma proprio perché per essere davvero efficaci esigono continuamente il confronto e l'integrazione con metodi diversi e anche opposti. Ernesto Ferrerò

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