È necessario sbagliare

È necessario sbagliare È necessario sbagliare Una raccolta di testi originali sulla filosofia della rivoluzione cinese Massimo A. Bonfantini Marco Macciò: « La filosofia della rivoluzione culturale », Ed. Bompiani, lire 4500. Nel contesto della recente campagna contro l'affermazione della personalità, da Confucio a Lin Piao, il termine maoismo definisce ormai una combinazione di valori sovrapposti anche contrastanti e non più una tendenza personale. La dottrina cinese è basata sulla inevitabilità dell'errore, visto però in senso positivo, come tappa necessaria di trasformazione e evoluzioi.j. Nello scritto Da dove provengono le idee giuste del 1963, Mao sostiene apertamente che spirito e materia sono identici in quanto opposti inscindi-, bilmente legati, che si tra- j sformano reciprocamente tra i loro in date condizioni, dando luogo ad un materialismo dialettico. L'unità dialettica fra il pensiero e la realtà è ampiamente esposta nel volume sulla Filosofia della rivoluzione culturale di Massimo A. Bonfantini e Marco Macciò, notevole nell'attuale diffondersi di pubblicazioni sui vari aspetti della nuova condizione cinese. L'opera è molto interessante perché riporta testi originali, a volte di singoli autori ma più spesso di collettivi, che cercano di impostare filosoficamente le teorie maoiste. Lo spunto è sempre l'assioma di Mao sulle «leggi fondamentali della contraddizione inerente alle co- se », che tutte, compreso l'uo mo, « si dividono invariabil mente in due », anche se so- no presenti agganci al pensiero di Engels, Marx, Lenin. Pertanto la lotta fra la « via socialista » e la « via capitalista », che ha portato alla Rivoluzione Culturale e al non ben definito attuale contesto, è ampiamente spiegata e giustificata. Non tutti i saggi sarebbero sufficientemente chiari senza le ampie note introduttive dei redattori che, con piena padronanza dell'argomento, lo sviluppano pur non sovrapponendosi agli autori e lo rendono meglio intelligibile ai profani. In tal senso sono particolarmente notevoli i due studi che avviano e concludono l'opera. Il primo, sulle varie fasi dell'economia cinese, dimostra come le due opposte linee politiche non sono altro che due divergenti risposte globali ad un medesimo nodo di contraddizioni fondamentali dell'economia pianificata. Alle spalle degli interessi materiali di classe ci sono precise impostazioni filosofiche che contrappongo no l'apriorismo di Liu Sciao ci-Lin Piao alle tesi maoiste sul ruolo creativo delle masse. Pertanto la filosofia, anche essa sempre al servizio della politica, deve essere applicata nella vita pratica alle tre lotte: per la produzione, di classe, per le esperienze scientifiche. Il coraggioso studio finale pone un confronto fra il marxista cinese e il marxista occidentale, a tutto danno del secondo influenzato dalla posizione di classe e dalla ideologia borghese. Per i compilatori si tratta ancora una volta di modificare l'impostazione filosofica, in quanto la borghesia, per opportunismo, sostiene l'incapacità della conoscenza umana di afferrare la realtà e quindi di trasformarla. Proprio il contrario dei principi maoisti esaltanti la continua ricerca e rettifica. 1. d. 1.

Persone citate: Bonfantini, Engels, Lenin, Mao, Marco Macciò, Marx

Luoghi citati: Liu Sciao