Si discute sui dati segreti della crisi dell automobile

Si discute sui dati segreti della crisi dell automobile Ieri a Torino nuovo incontro Fiat-sindacati Si discute sui dati segreti della crisi dell automobile Le parti non hanno rilasciato dichiarazioni - Oggi il colloquio prosegue - La Cassa integrazione per febbraio è comunque inevitabile, ma solo in alcuni settori di produzione - Difficoltà anche per il settore dei veicoli industriali dove c'è un "invenduto" di 15 mila autocarri All'Unione Industriale di Torino si è svolto ieri il terzo incontro tra la Fiat ed i sindacalisti. Nella prima parte della riunione è stato esaminato l'andamento del settore dei veicoli industriali. Quindi è stato affrontato, a tarda sera, il tema scottante della crisi dell'auto. La discussione è stata lunga, ma nulla è trapelato perché le parti hanno rifiutato di fare dichiarazioni. Un nuovo incontro è stato fissato per oggi alle 10. E' presumibile che l'azienda abbia fornito ai sindacati — come previsto dall'accordo di novembre — le cifre riguardanti gli stocks ed i programmi di produzione e di vendita del prossimo trimestre (febbraio, marzo, aprile). L'unica cifra nota è quella già comunicata, nei giorni scorsi, e riguardante lo stock di 340 mila vetture a fine dicembre. In base a questa indicazione si può ipotizzare la necessità di forti riduzioni degli orari di lavoro del settore auto nei mesi di febbraio, marzo ed aprile. A titolo indicativo è possibile che si prospetti la necessità di perdere due giornate di lavoro alla settimana, cioè ridurre gli orari a 24 ore settimanali. E' chiaro che un provvedimento dei genere non riguarderà in modo indiscriminato tutti i 90 mila dipendenti del settore automobilistico, perché l'entità delle riduzioni degli orari varierà a seconda dei reparti e dei settori, in rapporto ai modelli prodotti. Infatti ci sono dei modelli che « tirano » ed altri che hanno un mercato più difficile. Per esempio, per distribuire il lavoro disponibile, una parte del montaggio della K 132 » è già stato trasferito nello stabilimento di Rivalta. A Rivalta sarà trasferito anche una parte del montaggio della « 131 », che oggi viene eseguito a Mirafiori ed a Cassino. Prima di arrivare al nocciolo della « crisi dell'auto » i sindacalisti avevano chiesto di conoscere l'andamento degli altri settori e la strategia che la Fiat intende realizzare. Nella prima parte della seduta di ieri si è completato il panorama, con l'esame del settore dei veicoli industriali. La Fiao ha unito le capacità produttive e di progettazione della Spa-Om-Unic costituendo un gruppo che è tra i più forti sul mercato mondiale. Oggi il gruppo co¬ i ri . a na a e ao r nacid e io, è ei e e a ò raepre il 93 per cento del mercato italiano ed esporta il 60 per cento della produzione. Oggi però, anche questo settore risente della congiuntura sfavorevole dovuta alle restrizioni creditizie e alla crisi dell'edilizia. All'inizio dell'anno scorso, il settore dei veicoli industriali aveva una riserva di circa 15 mila ordini inevasi. Nel corso dell'anno, però, circa 8 mila ordini sono stati annullati da parte di clienti che hanno rinunciato a ritirare l'autocarro che avevano prenotato. Anche il settore dei veicoli industriali ha così cominciato a lavorare per il magazzino ed alla fine del 1974 lo stock di invenduto ammontava a circa 15 mila veicoli (che sulla base di 15 milioni per autocarro, rappresentano un immobilizzo di circa 250 miliardi di lire). Nell'illustrare l'andamento del settore dei veicoli industriali il dott. Savini ha messo in rilievo che si cerca di vendere « ovunque sia possibile, incrementando le reti commerciali, dove esistono, e realizzando partecipazioni negli altri Paesi ». Nel corso del 1974, per esempio, è stato realizzato l'accordo con la Magirus. Oggi la capacità produttiva dell'intero gruppo dei veicoli industriali è di circa 150 mila unità di cui 110 mila in Italia, di 20 mila in Francia e di 20 mila in Germania. A queste cifre si deve aggiungere la capacità produttiva di circa 10 mila autobus. Per quanto riguarda gli autobus i tempi di realizzazione dello stabilimento di Grottaminarda stanno slittando perché i programmi di sviluppo del trasporto pubblico (con le conseguenti ordinazioni di un congruo numero di autobus) non sono ancora stati definiti dalle autorità regionali e statali. I sindacalisti ritengono, invece, che la Fiat dovrebbe ugualmente sviluppare il programma riguardante il trasporto pubblico. Un portavoce della Fiat ha dichiarato che le notizie dif¬ fuse dalla stampa italiana, in base alle quali la società non distribuirebbe, per l'esercizio 1974, il dividendo (per la prima volta nella sua storia) sono premature e che le voci di una perdita di decine di miliardi di lire sono anch'esse premature, poiché l'esercizio sociale si è appena concluso e i risultati di bilancio saranno noti soltanto entro qualche mese. Il presidente della Fiat, Giovanni Agneìli, aveva comunicato il 29 ottoh-e che il gruppo avrebbe bìto nel 1974 una perdita di alcuni miliardi di lire (nel 1973 ii profitto netto era stato di 261;5 milioni), ma sperava che gli azionisti avrebbero ricevuto anche nel 1974 una remunerazione del capitale investito. Il portavoce ha inoltre asserito che, contrariamente a ogni illazione della stampa, non è stato deciso assolutamente nulla riguardo a un nuovo aumento dei prezzi delle automobili Fiat. Sergio Devecchi

Persone citate: Giovanni Agneìli, Savini, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Cassino, Francia, Germania, Grottaminarda, Italia, Rivalta, Torino