In forte calo la produzione industriale di Giulio Mazzocchi
In forte calo la produzione industriale L'indice è a -11,9 In forte calo la produzione industriale Roma, 9 gennaio. La produzione delle industrie è crollata, lo scorso novembre, dell'I 1,9 per cento rispetto al novembre precedente L'Istituto di statistica informa oggi che nei primi undici mesi del 1974 la produzione industriale è stata ancora del 5,5 per cento superiore a quella dell'analogo periodo 1973. Ma nei cinque mesi del '74 che vanno da luglio a novembre c'è un regresso mensile che è, in media, del 7,5 per cento rispetto alla media mensile del primo semestre di quell'anno. Il confronto tra la media di ciascun mese da luglio a novembre del '74 con quelli corrispondenti dell'anno precedente mostra una caduta, sempre mensile, dell'I,1 per cento. La tendenza non è, dunque, più quella forzatamente voluta verso il ristagno, è bensì verso la recessione Diventa così drammaticamente giustificata l'ansietà suscitata nel Paese dalle dimissioni «al buio» del governo Rumor all'inizio dello scorso ottobre. Avrebbe dovuto, allora, iniziare, in paralleìo alla «stangata fiscale», l'apertura selettiva del credito. Mancando il governo mancò la manovra: la produzione di novembre è pertanto diminuita più del previsto, del voluto t dell'utile. Per quel che riguarda dicembre, la lunga e forzata «vacanza» del principale settore industriale (l'auto), ma anche di molti altri, comporta certamente una forte perdita di produzione rispetto alio stesso mese dell'anno precedente. Di conseguenza l'anno 1974 chiuderà con un aumento di prodotto industriale del 4 o 4,1 per cento sul 1973. li significato esatto d'una tale cifra d'aumento diventa più chiaro quando si sia ricordata la polemica che, lo scorso febbraio, corse tra Giolitti e La Malfa (che si dimise). La divergenza sorgeva dal fatto che La Malfa aveva elaborato una politica creditizia fondata su un aumento del reddito nazionale del 4 per cento (che presuppone almeno un aumento industriale del 5 per cento) e Giolitti chiedeva invece di attenersi a un 4,5 per cento, per consentire una «discesa» più graduale dello sviluppo del reddito. Tale graduazione riteneva necessaria per consentire allo State di preparare misure d'intervento (trasporti, agricoltura, edilizia, energia) che valessero poi a stabilizzare sul ristagno il reddito del '75, evitando la recessione. Nel giugno scorso, tra Colombo, Giolitti e La Malfa si raggiunse un'intesa sulla manovra fiscale e creditizia che doveva valere a fermare l'inflazione e raggiustare il deficit con l'estero, evitando però Giulio Mazzocchi (Continua a pagina 2 in seconda colonna)
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