Marchais accusa Mitterrand d'essere "infedele,, ai patti di Alberto Cavallari

Marchais accusa Mitterrand d'essere "infedele,, ai patti S'aggrava la spaccatura nelle sinistre francesi Marchais accusa Mitterrand d'essere "infedele,, ai patti (Dai nostro corrispondente) Parigi, 8 gennaio. Per la prima volta il segretario comunista Marchais ha rivolto un attacco personale al leader socialista Francois Mitterrand nel corso di una intervista radiofonica. La polemica tra i due partiti, in sviluppo ormai da tre mesi, ma rimasta in limiti tali da non mettere in pericolo l'unità delle sinistre francesi, ha Compiuto quindi oggi un salto di qualità, raggiungendo il gradino più alto. Mitterrand è stato accusato di mantenere uno «strano silenzio», di agire «come se non esistessero problemi», di mostrarsi «reticente rispetto alla discussione richiesta dai comunisti», e di «coprire con questo silenzio le prese di posizione dei suoi consiglieri, non conformi al programma comune». Nella critica alle personali¬ tà socialiste, colpevoli di analizzare la situazione politica e la congiuntura economica con uno spirito diverso rispetto al programma comune, Marchais non era mai giunto a pronunciare il nome di Mitterrand. Nell'escalation di questi mesi, aveva criticato (nell'ordine) Defferre, Martinet, Dominique Taddei e Michel Rocard, accusato quest'ultimo di «avvicinamento alle posizioni giscardiane». Ma era fatale che, ponendo con progressiva insistenza il problema della «fedeltà all'alleanza», Marchais giungesse a investire Mitterrand: che non sJ è mai dissociato dalle tesi dei suoi collaboratori, e ha fornito così, per Marchais, l'estrema prova dell'«infedeltà socialista». L'occasione dell'attacco personale è stata fornita da un articolo del consigliere economico di Mitterrand, Jacques Attali, dedicato alla crisi, e imperniato sul concetto che l'economia occidentale «non vive una crisi nel senso che la medicina assegna a questa parola, dato che non v'vìamo la fine di un processo patologico volto a decidere la vita o la morte di un malato». La tesi di Attali (sostenitore dell'esistenza di una «congiuntura inedita», deH'«znizio di una fase nuova nella lunga crescita mondiale, nella quale ci sono delle cause economiche obbiettive, non dei responsabili») è stata trovata da Marchais «fiancheggiatrice del capitalismo che nega la propria crisi» e colpevolmente «priva di suggerimenti ispirati al programma comune». Il fatto che Mitterrand non l'abbia disapprovata è appar' se grave: il sintomo definiti- vo di una sua omertà coi teorici socialisti «infedeli». Le circostanze e la logica con cui si sviluppa la polemica dei comunisti contro i socialisti consente quindi di dire che la disputa entra ora in una nuova fase. Originata da uno scontro di carattere elettorale e da una serie di accuse di «concorrenza sleale», essa si colloca adesso sul piano ideologico. Il segretario comunista ha detto: «Di fronte alla politica giscardiana e di fronte alla crisi economica capitalista, noi comunisti continuiamo a dire che non c'è altra via che il programma comune: la nazionalizzazione, la pianificazione democratica, la gestione democratica delle imprese. Ma le analisi dei socialisti sono diverse, non si riferiscono più al programma comune, respìngono spesso le nostre proposte d'azione; e da ciò io concludo che Mitterrand rifiuta ormai d'impegnarsi per continuare la lotta comune». La replica dei dirigenti socialisti è stata che Mitterrand non intende ribattere oggi agli attacchi personali di Marchais: la sua risposta sarà contenuta in una mozione collettiva firmata da Mitterrand, Mauroy, Defferre, Rocard, ed altri, preparata per il congresso del partito che si terrà a Pau il 31 gennaio. Intanto essi dichiarano che «la campagna comunista volta a sostenere che ì socialisti intendono far pagare ai lavoratori la crisi del capitalismo mondiale è una controverità, da denunciare come tale», assicurano che «i socialisti rifiutano altre ipotesi di governo che non siano contenute nel programma comune». Ma è evidente che, ancora, non è stata fatta una scelta, mentre quella comunista è palese. Tra restare una forza d'appoggio, e prendere l'iniziativa politica dell'opposizione, anche a rischio di una crisi della sinistra unita, essi hanno scelto la seconda strada. Alberto Cavallari

Luoghi citati: Parigi, Pau