Sadat accusa l'Urss

Sadat accusa l'Urss Sadat accusa l'Urss (Segue dalla 11 pagina) Uniti? Il Congresso americano potrebbe approvare rapidamente — se maturassero le prospettive di un nuovo accordo territoriale nel Sinai — i famosi aiuti (260 milioni di dollari) all'Egitto promessi da Nixon all'epoca del suo viaggio al Cairo. L'intervista di Sadat al libanese Al Anuar, la drammatizzazione, da parte della propaganda egiziana, dei moti popolari, sono un « segnale » rivolto soprattutto agli Stati Uniti: Washington deve rendersi conto che se non si deciderà a « far qualcosa » per sbloccare il negoziato, Sadat potrebbe venire a trovarsi in una situazione molto precaria, al centro com'è di opposte tensioni: il radicalismo di certi dirigenti arabi, il malcontento crescente della popolazione. Caduto il « bluff » sovietico, Sadat gioca di nuovo la carta americana. Il 3 gennaio scorso, parlando a un gruppo di scien¬ ziati egiziani, ha detto fra l'altro che Kissinger ha potuto « grazie alla sua visione strategica afferrare la situazione nella regione in tulli i suoi dettagli. Il presidente Nixon è venuto in Egitto e ci siamo messi d'accorcio su precise iniziative che hanno subito un certo rallentamento a seguito della situazione interna americana. Ma il governo degli Stati Uniti non ha rinnegato i suoi impegni ». Questo discorso, sommato all'intervista ad Al Anuar, potrebbe significare in definitiva che per il presidente egiziano è sempre e solo l'America a « tenere le chiavi della pace ». Igor Man sti del conflitto arabo-israeliano intendessero parlare tra loro per interposta persona e attraverso le colonne dei giornali di altri Paesi. Il premier Rabin. in un'intervista pubblicata oggi dal Figaro di Parigi, afferma che per una vera pace Israele è disposta a rinunciare a quasi tutto il Sinai ma che ritiene indispensabile mantenere la propria presenza e il proprio controllo a Sharm-el-Sheikh. Il presidente Sadat, in un'intervista al giornale di Beirut Al Anwar, afferma che l'Unione Sovietica non ha finora minimamente compensato l'Egitto delle perdite subite nella guerra del Kippur, mentre ha fornito subito armi e aerei alla Siria. Oggi il ministro degli Esteri israeliano, Ygal Allon, rispondendo al deputato Tamir ha dichiarato: «Nel corso dei miei contatti con gli Stati Uniti, Israele non ha consegnato nessuna mappa né indicato di essere disposta a fare concessioni geografiche più o meno larghe nel Sinai ».