Lo spettro del '29 su Wall Street

Lo spettro del '29 su Wall Street Lo spettro del '29 su Wall Street Ribasso globale del 28% con perdite dal 50 al 70% su alcuni importanti titoli - Scandalo Watergate e le difficoltà economiche nodoseoran26 er il er latto nto del he 4 è vamiore an onelgli ati a tatro 900 lle oni (Nostro servizio particolare) New York, 6 gennaio. Una perdita globale del 28 per cento nella media «Dow Jones» degli industriali, regressi del 50-70 per cento tra i valori più stimati e più popolari, una contrazione del 13 per cento nel volume degli affari: ecco il triste bilancio di uno degli anni peggiori che abbia vissuto Wall Street dopo le annate nere della grande crisi del 1929. E così lo spettro del 1929 si è aggiunto ai già numerosi motivi di preoccupazione e non ha ancora cessato di incombere, nonostante alcuni recenti sviluppi favorevoli. Questa perdita del 27 per cento è certamente grave, aggiungendosi a quella del 17 per cento registrata nel 1973, nel cui mese di gennaio la media «Dow Jones» aveva toccato, con 1051,70, il massimo assoluto di tutti ì tempi. Ma non sembra esagerata se si pensa che il 1974 ha visto lo scandalo Watergate culminare nelle dimissioni del presidente Nixon e nella totale sfiducia del consumatore; i tassi d'interesse salire alle stelle con il «prime ra- te» al livello record del 12 per cento e il tasso di sconto all'8 per cento; l'inflazione raggiungere il 12 per cento (contro un 6 per cento nel 1973 e un 3 per cento nel 1972); la produzione industriale in declino con industria automobilistica ed edilizia sull'orlo del precipizio; la disoccupazione tornare al 7 per cento della forza di lavoro, ossia al livello più alto dal maggio 1961; il prodotto nazionale lordo contrarsi dell'1,7 per cento e il dollaro scendere di oltre il 20 per cento rispetto al franco svizzero. La crisi energetica, i difficili rapporti con i Paesi arabi — di cui si ambiscono i petrodollari, ma si temono le ingerenze — e la continua tensione in Medio Oriente non hanno fatto che aggravare una situazione già tanto precaria. In Borsa il primo trimestre era stato decisamente migliore: la media «Dow Jones» salita del 5 per cento, toccava il 13 marzo, con 891,58, quello che doveva rimanere il massimo dell'anno e già il 30 dello stesso mese era tornata al punto dì partenza. Da allora ci sono stati lunghi periodi di ribasso, interrotti solo sporadicamente da brevi riprese per lo più di natura tecnica, la più spettacolare delle quali sì è avuta nella seconda settimana di ottobre, con un rialzo del 12 per cento. La ripresa era stata stimolata anche dai primi ribassi dei tassi d'interesse e dalla speranza, poi andata delusa, di un energico programma economico di rilancio. S'è arrivati così il 6 dicembre a 577,6, minimo dall'ottobre 1962. Una minor tensione sul costo del denaro, il ribasso del tasso di sconto, il rallentamento delle tendenze inflazionistiche hanno poi fatto recuperare alla media «Dow Jones» quota 600 e la chiusura dell'anno è avvenuta a 616,24, con una perdita del 28 per cento sull'850,68 del 31 dicembre 1973 e del 31 per cento sul massimo di 891,58. a. c.

Persone citate: Nixon

Luoghi citati: Medio Oriente, New York