Una compagnia petrolifera Usa comperata da arabi e italiani
Una compagnia petrolifera Usa comperata da arabi e italiani Un "giallo,, sul mercato finanziario Una compagnia petrolifera Usa comperata da arabi e italiani Il capitale italiano ha acquisito, con una compagnia saudita, il controllo della "Occidental Petroleum" - Solo congetture sul costo della misteriosa operazione (Dal nostro corrispondente) Washington, 6 gennaio. Nel « giallo » della Occidental Petroleum, la compagnia petrolifera americana « assalita » dai capitali arabi, si è inserito un attore imprevisto: l'Italia. Secondo le dichiarazioni di un uomo d'affari saudita (residente a Parigi e molto vicino a re Feisal d'Arabia) autore degli acquisti azionari sulla Occidental, accanto al capitale arabo sarebbe entrato nella società americana capitale italiano, in proporzioni addirittura superiori. Ghaith Pharaon, titolare della « Saudi Arabian Research and Development Co. » (sede a Parigi) ha detto all'attuale presidente della Occidental che, dei quattro milioni di azioni da lui acquistati recentemente, uno appartiene alla società araba sua e tre milioni ad un « gruppo italiano » che egli rappresenta. La notizia, che è riportata anche dal « Wall Street Journal », maggior quotidiano economico d'America, è emersa dalla testimonianza sotto giuramento data dal presidente della Occidental, Hammer, ad una commissione parlamentare. Da noi interpellati, portavoce della Occidental dicono di non saperne di più, e di non conoscere dunque l'identità del gruppo italiano rappresentato da Pharaon. Ma non smentiscono. Le azioni comperate dal gruppo saudita-italiano sono circa l'8 per cento del pacchetto totale della società (55 milioni di azioni) ma sono sufficienti a dare il controllo della « Occidental ». Finora, infatti, il maggiore azionista era lo stesso presidente Hammer, che possiede 1,2 milioni di azioni. La compagnia petrolifera, praticamente creata dal nulla da Hammer, con un investimento iniziale di 35.000 dollari (20 milioni di lire circa) è oggi all'undicesimo poj sto nella « famiglia » del peI trolio Usa: i suoi profitti, doI po una seria crisi nel '71-"?2, ! stanno andando a gonfie vele: oltre 30 miliardi di lire nel '73, oltre 140 miliardi nel '74. Questo « boom », insieme con il fatte che la Occidental possiede la più redditizia miniera di carbone d'America (è previsto un largo sfruttamento in futuro delle risorse carbonifere in Usa), ha svegliato gli appetiti non solo dei capitali esteri, compresi quelli provenienti dall'Italia « bancarottiera », ma anche di « sorelle » maggiori: la « Standard Oil of Indiana ( sesta società petrolifera ame¬ e l a a o i a e a a e¬ ricana) ha offerto la fusione alla Occidental, ed è in corso un'inchiesta per verificare se la <i Standard Oil of Indiana » abbia, con questa offerta, violato le leggi anti-trust. Assorbendo la Occidental, sarebbe infatti nato un vero gigante del petrolio, in grado di rivaleggiare con la Exxon (Esso), la numero uno. E' possibile che il gruppo italiano che ha acquistato il pacchetto di maggioranza relativa speri proprio di entrare, usando la Occidental come « cavallo di Troia », in questa supersocietà petrolifera. E' soltanto un'ipotesi, così come ipotetico è un calcolo di quanto sia costata l'operazione: in ottobre, le azioni della Occidental erano un titolo depresso, poiché da anni la compagnia non pagava dividendi. Si trattavano a circa otto dollari l'una e il volume di scambi non superava le 20.000 azioni al giorno. Se, come è probabile, gli italiani hanno acquistato a quel prezzo, il costo si aggira sui 24 milioni di dollari, 14 miliardi di lire. Dalla metà di ottobre, quando le prime voci di interessamenti stranieri si v. z. (Continua a pagina 2 in settima colonna)
Persone citate: Feisal D'arabia, Ghaith, Hammer, Pharaon, Saudi Arabian
Luoghi citati: America, Italia, Parigi, Usa, Washington
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