Pochi ma crescono i lettori in Italia di Felice Froio

Pochi ma crescono i lettori in Italia Un'indagine dell'Istat Pochi ma crescono i lettori in Italia Roma, 4 gennaio. Gl'italiani leggono poco, ma negli ultimi anni è aumentato notevolmente il numero delle persone che dedicano una parte del loro tempo alla lettura. Un'indagine campione dell'Istat (fatta con questionario e interviste a 83 mila famiglie residenti in 1415 comuni, tra cui tutti i capoluoghi di provincia) ha accertato che solo 33 milioni 50 mila italiani d'età superiore ai sei anni, cioè il 67 per cento della popolazione di corrispondente età, legge un quotidiano, un periodico o un libro. Nel 1965 — quando è stata fatta la stessa indagine — le persone che leggevano erano 23 milioni 71 mila, pari al 50,4"'/a. Gli uomini leggono più delle donne: sono 17 milioni 92 mila (71,2 per cento), le donne 15 milioni 958 mila (63 per cento). Le percentuali più elevate di persone che leggono (oltre il 70 per cento) si riscontrano nelle classi comprese tra i 14 e i 54 anni per i maschi e nelle classi tra i 14 e i 34 anni tra le donne. Ovviamente l'arco di tempo che registra il maggior numero di persone che leggono è quello tra i 14 e i 24 anni (84,4 per cento) in quanto per la maggior parte si tratta di persone che studiano. Negli ultimi dieci anni i maggiori incrementi nella dif fusione alla lettura si riscontrano tra le persone con un grado d'istruzione poco elevato: la percentuale dei lettori è salita dal 57,6 per cento al 70,8 per cento tra le persone in possesso della sola licenza elementare e dal 26 per cento al 40,5 per cento tra quelle prive di titolo di studio. Nella suddivisione regionale ancora una volta si nota il divario tra Nord e Sud. In testa sono il Trentino-Alto Adige e la Liguria (84 per cento); seguono la Valle d'Aosta (82 per cento), la Lombardia (80,9 per cento), il Piemonte e il Friuli-Venezia Giulia (78,7 per cento), l'Emilia-Romagna (76,1 per cento), il Lazio (75, per cento), la Toscana (72,9 per cento). All'ultimo posto la Calabria (40,7 per cento); con un lieve miglioramento c'è il Molise (42 per cento), la Campania e la Puglia (46,4 per cento), l'Abruzzo (49,8 per cento). Si osserva però un notevole incremento di «lettori» nel Mezzogiorno: nel 1965 i livelli più elevati delle regioni settentrionali risultavano quattro volte maggiori di quelli di alcune regioni del Sud; ora quelle differenze arrivaao soltanto al doppio. L'indagine si è occupata anche del tipo di letture preferite (quotidiani, periodici, libri). Leggono giornali quotidiani 19 milioni 595 mila persone (59,3 per cento), i periodici 24 milioni 531 mila (74,2 per cento), libri 12 milioni 50 mila (36,5 per cento). C'è da notare che l'incremento più basso negli ultimi dieci anni riguarda i lettori di giornali quotidiani: appena l'I per cento, mentre quelli che leggono periodici sono aumentati del 5 per cento e i lettori di libri del 4,2 per cento. I lettori sono stati suddivisi per settore: agricoltura, industria, altre attività; per i quotidiani la percentuale più alta di lettori si registra tra le «altre attività» (81,1 per cento), seguono gli addetti all'industria (76,2 per cento), e quelli dell'agricoltura (66,1 per cento). Felice Froio