CRONACA DEGLI SPETTACOLI ALLATELEVISIONE

CRONACA DEGLI SPETTACOLI ALLATELEVISIONE CRONACA DEGLI SPETTACOLI ALLATELEVISIONE Una Bergman sempre grande Ha senza dubbio avuto un vasto uditorio, la sera di venerdì, la recita televisiva di Hedda Gabler, dramma in quattro atti di Henrik Ibsen, adattato al video da Phil Reisman. Ne erano interpreti Ingrid Bergman, Michael Redgrave, Ralp Richardson, Trevor Howard, Dilys Hamlet. Certamente il maggior richiamo era quello della Bergman protagonista. Attrice per molti anni tra le più celebri del cinema mondiale, ma da qualche tempo impegnata soprattutto nel teatro, l'ex signora Rossellini ha lasciato in molti il desiderio di riammirarne sugli schermi il bel volto e il grande talento: la sua recente apparizione di pochi minuti in uno dei tanti personaggi del film Assassinio sull'Orient Express è risultata un po' troppo circo¬ scritta per appagare il suo antico pubblico. Hedda Gabler non è un film; ma una Bergman che vi figura in pressoché tutte le scene è riuscita a riportare al centro del generale interesse una star che ha ancora, a cinquantotto anni portati magnificamente, il diritto di essere considerata, anche dal cinema, tra le più brave. Si può notare che il personaggio di Hedda Gabler non è sempre tra i più adatti a lei. Chi è questa Hedda? Una donna perfida, che usa una sottile cattiveria nel giocare con i sentimenti. Da ragazza fu sviata da una perversione le cui tracce si sono perpetuate in lei, e ora tormenta il marito sposato senza amore; quando ritrova il compagno dei propri errori giovanili, lo induce a toglier¬ si la vita dopo aver dato alle fiamme il manoscritto di una sua opera che poteva essere d'arte, e infine si uccide per timore d'uno scandalo provocato da lei stessa. Hedda, insomma, è un personaggio quasi satanico, nel quale s'insinuano uggia e insoddisfazione, il tedio della vita borghese, lo spirito inappagato comune solo ad altre figure ibseniane. Tutte queste caratteristiche negative non sono le più adatte ad essere espresse da un'attrice istintivamente morbida, dolce e simpatica qual è Ingrid Bergman. La Bergman ha composto con molta raffinatezza il personaggio; però, con quel dolce viso, quei modi squisiti, quel naturale garbo espressivo è risultata una Hedda Gabler tutt'altro che impieto¬ sa e non così implacabile quale poteva raffigurarla, ai suoi tempi d'oro, una Bette Davis. Detto questo, è giusto riconoscere l'alto professionismo dell'attrice svedese, il suo immutato ascendente sullo spettatore, la «cinematograficità» della sua recitazione. Sul Nazionale, ieri sera, si è concluso senza rimpianto il ciclo operettistico di cui No, no, Nanette è stato l'ultimo spettacolo. La « musical comedy » di Vincent Youmans è, da oltre mezzo secolo, una delle più celebri nel suo genere, specie in America e Inghilterra; ascoltandola e vedendola in tv in una esecuzione sbiadita sotto ogni aspetto — interpreti in genere modesti, voci tutte inadeguate — molti si saranno chiesti il perché di tanta celebrità, vice

Luoghi citati: America, Inghilterra