Tra i sindacati emergono dissensi per lo sciopero generale dei 23 di Giancarlo Fossi
Tra i sindacati emergono dissensi per lo sciopero generale dei 23 La fermata di 4 ore per contingenza e occupazione Tra i sindacati emergono dissensi per lo sciopero generale dei 23 Da più parti si afferma la necessità di ridurre la durata della manifestazione nei pubblici servizi: treni, autobus, tram - Cgil, Cisl, Uil chiedono al governo urgenti misure per l'edilizia Roma, 4 gennaio. Pareri discordi ha suscitato lo sciopero generale di quattro ore proclamato ieri sera per il 23 gennaio dalla federazione Cgil-Cisl-Uil, d'intesa con i sindacati di categoria, « allo scopo d'imprimere una svolta nella vertenza sidla contingenza, l'occupazione, la difesa dei redditi più bassi ». Mentre da più parti si è affermata la necessità di ridurre la durata dell'astensione nel settore dei pubblici servizi (treni, autobus, metropolitane, tram, autolinee, ecc.) per limitare i disagi alla popolazione, il segretario generale del sindacato ferrovieri della Uil, Generali, ha dichiarato che la categoria è contraria a partecipare alla fase di scioperi articolati a livello regionale per altre quattro ore. Generali ha inoltre ripetuto « l'impegno a gestire sul pia7io nazionale con un solo sciopero di ventiquattr'ore (otto ore per turno) l'azione deliberata dal direttivo della federazione Cgil-Cisl-Uil: i treni viaggiatori e merci, cioè, si dovrebbero fermare per un giorno intero ». Le modalità per i servizi d'interesse generale saranno definite mercoledì prossimo, ma indipendentemente dall'agitazione promossa dalle tre confederazioni i sindacati dei ferrovieri confermano la manifestazione di protesta già programmata contro la tassazione delle indennità sostitutive di trasferta: dalle ventuno dell'I 1 gennaio al- le ventuno del 12 tutti i treni e le navi traghetto subiranno fermate di trenta minuti. Un giudizio negativo è stato espresso dal segretario della Federazione degli Autotrasportatori della Cisl (Filtat), Leolini. « Quattro ore dì sciopero generale, ha detto, nell'attuale grave situazione, mentre sono appena cominciati gli incontri con il governo e nonostante le conclamate disponibilità ad una collaborazione per risolvere i pesanti problemi del Paese, debbono costituire motivo di riflessione, in rina valutazione condivisa peraltro anche in altri strati sindacali, sull'opportunità die con urgenza tutta la nostra organizzazione sia chiamata a pronunciarsi sulla propria autentica identità soprattutto nell'interesse dei lavoratori che ci sembra venga sacrificato a interessi più propriamente della sfera politica e non sindacale ». La tensione nel mondo del lavoro è destinata a crescere, si rileva da parte della Federazione Cgil-Cisl-Uil, se il confronto con il governo su temi specifici non porterà rapidamente a qualche risultato concreto e se le vertenze sulla contingenza e il salario garantito, aperte con gli imprenditori privati e pubblici, non si sbloccheranno con prospettive favorevoli. Sulla « scala mobile » nel pubblico impiego ci sarà un colloquio fra il ministro della Riforma, Cossiga, e i sindacati il 10 gennaio, per 1*11 è prevista la prima riunione tra sindacati e Confagricoltura, sempre nella prossima settimana continueranno i contatti con la Confcommercio. La Federazione Cgil-CislUil ha preso oggi due iniziative su problemi pressanti. Ha chiesto una convocazione urgente da parte del governo per stabilire « immediate misure dirette al rilancio del settore dell'industria delle costruzioni, che occupa due milioni di lavoratori e che sta attraversando un periodo sempre più difficile e drammatico, tanto che oltre duecentomila lavoratori sono già disoccupati ». Solo se saranno adottati provvedimenti urgenti e adeguati, collegati alla riorganizzazione dei meccanismi finanziari dell'edilizia pubblica, sarà possibile avviare a soluzione « uno dei problemi di più grave momento, con cui sostenere l'occupazione sia in edilizia che nei settori collaterali e contemporaneamente, la domanda interna, nonché il potere d'acquisto dei lavoratori ». Al ministro del Lavoro, Toros, la federazione ha precisato in un documento la sua posizione sulla questione del salario garantito, discussa giovedì insieme alle pensioni. Fra le richieste principali si ricordano quelle riguardanti l'aumento dell'indennità giornaliera ordinaria di disoccupazione a un trentesimo del trattametno minimo di pensione dell'assicurazione generale obbligatoria per i lavoratori dipendenti (cioè, 1.600 lire rispetto alle 4.800 lire attuali), l'uguaglianza dei trattamenti della cassa integrazione (80 per cento della retribuzione di fatto), l'integrazione di tutte le ore perdute comprese tra le zero e le quaranta ore settimanali ecc. per l'intervento straordinario « si potranno esaminare le caratteristiche una volta definiti i limiti dell'intervento ordinario, mentre al più presto dovrà essere affrontata la richiesta di introdurre l'integrazione salariale nei settori del commercio e del turismo». Giancarlo Fossi
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