Dibattito entro il pci sull'azione della Cgil di Luca Giurato

Dibattito entro il pci sull'azione della Cgil "Rinascita,, su partito e sindacati Dibattito entro il pci sull'azione della Cgil Il tema dell'unità sindacale "non va avanti" - Critiche "da sinistra" Roma, 4 gennaio. Per le forze politiche, il dialogo con i sindacati sarà uno dei motivi dominanti dei prossimi, difficili mesi. Sotto il titolo «I comunisti e il sindacato», alcuni dei maggiori leaders politici e sindacali del pei hanno affrontato la questione su Rinascita, il settimanale ideologico del partito, fondato da Togliatti. Colpisce non solo l'anticipo con il quale il pei si è mosso, ma l'impegno e la spregiudicatezza — che non ignora la polemica interna, nei limiti e nelle contraddizioni del movimento — del dibattito. Per esigenze di sintesi e peso politico, l'attenzione si concentra sulle analisi del segretario generale della Cgil, Luciano Lama; dell'onorevole Geraldo Chiaromonte, forse 1 esponente comunista più vicino a Berlinguer; di Pietro Ingrao, leader della «sinistra» del partito, e del segretario confederale della Cgil, Rinaldi» Scheda, uno degli esponenti più duri. Scheda, anche in questo intervento, non manca di criticare numerose azioni della confederazione socialcomunista. Nella sua «requisitoria», egli salva ben poco: «La tendenza miope e pigra di cercare di generalizzare esperienze pur positive, attuate però in situazioni diverse, si rivelerà sterile, incapace di cambiare le cose». L'attacco, poi, al «sindacalismo moderato» (e fa il nome di Vanni) non risparmia altri settori, ed in particolare la Cgil-scuola. Per evitare equivoci, è bene sottolineare subito che il dibattito e la polemica su una questione come il rapporto tra pei e sindacati restano sempre un dibattito e una polemica tra comunisti, tra leaders le cui «scelte di fondo» non sono in discussione. Ma è sui «metodo», e sull'azione immediata e futura (lo stesso Berlinguer, in un famoso articolo dell'agosto scorso, parlò di autocritica in vista del con- gresso) che emergono differenziazioni e «prese di posizioni» estremamente dialettiche. I motivi delle «differenziazioni» ci sembrano soprattutto due: le prospettive del «compromesso storico» e dell'unità sindacale. Sono prospettive in crisi, nonostante che il pei, dalla caduta del governo Andreotti ad oggi, abbia accentuato la sua azione moderata, il suo volto «riformista». Berlinguer ha rilanciato il «compromesso» anche il 10 dicembre scorso, nella relazione che servirà da dibattito nel partito in vista del congresso di marzo. Né la de né il psi, per motivi diversi, hanno raccolto l'invito. L'unita sindacale è il cardine della politica di Lama, ma non va avanti. Le difficoltà sono grandi. Al di là dei temi specifici illustrati, gli interventi di Chiaromonte e Lama su Rinascita non nascondono errori e ritardi (oltre ai grandi successi, come è naturale), ma sono tutti tesi a dimostrare che le scelte fondamentali se| guite dall'attuale leadership del pei e della Cgil sono quelle giuste. Secondo il segretario generale della Cgil, è su questa strada che bisogna insistere, con l'apporto, naturalmente, anche delle «minoranze». «Noi siamo convinti che questa concezione del sindacato unitario può rappresentare un punto di riferimento comune per tutte le forze democratiche», afferma Lama. Precisa: «La conquista di una linea giusta in concreto non è automatica, né per le maggioranze né per le minoranze. Solo su un punto non ci può essere dubbio: una volta assunta una decisione democratica, quella decisione, nell'azione, è impegnativa per tutti». Per Lama, sul piano politico, contano soprattutto i rapporti di forza, e l'interlocutore «privilegiato» è, di conseguenza, il governo. Ingrao non sembra d'accordo, e la questione «comunistisindacato», già complessa, si allarga, e accentua le attese per il congresso di marzo. Il senso dell'intervento di Ingrao è il seguente: quando il sindacato si investe della responsabilità della politica economica generale, non può trattare solo con il governo, ma deve trattare anche con tutte le altre forze del Paese, deve «verificare» le proprie decisioni e le proprie scelte tra le masse, dai partiti sino ai consigli di zona e di fabbrica. E' un «no», in pratica, alla preferenza della Cgil ai rapporti di «vertice». Non è un mistero per nessuno che questo è un discorso di «minoranza» tra i leaders del pei; ma è un discorso che esercita un grande fascino alla «base». Per Ingrao, la trattativa solo con il governo è statica, rigida, va allargata il più possibile, altrimenti la lotta contro «i corporativismi» e le posizioni integraliste diventa vana. Sono opinioni che subiranno presto verifiche concrete: è avviato il dialogo sulle pensioni e sul salario garantito; sta per cominciare quello sulla contingenza. Il confronto governo-sindacati passa anche attraverso i rapporti pciCgil? C'è chi lo esclude, e afferma che nel pei il dibattito su questa questione è solo un «gioco delle parti» e, per esempio, se Scheda avesse le attuali responsabilità di Lama non avrebbe scritto l'articolo di .Rinascita. C'è, invece, chi ne è convinto, e vede nel «passaggio» una chiarificazione o ima radicalizzazione della lotta politica. Luca Giurato Luciano Lama

Luoghi citati: Chiaromonte, Roma