La partita di Chinaglia di Bruno Bernardi

La partita di Chinaglia In Lazio-Juve è il personaggio più atteso La partita di Chinaglia Il centravanti non segna da 7 giornate - "La gente non mi capisce — dice — i fischi mi feriscono" - Vivace battibecco fra Wilson e un tifoso (Dal nostro Inviato speciale) Roma, 3 gennaio. In America, la gente usa I fischi come applausi: forse è per questo motivo che Giorgio Chinaglia, il calciatore più fischiato d'Italia, starebbe meditando di emigrare negli Stati Uniti. La battuta circola a Roma dopo il viaggio d'affari che Chinaglia ha compiuto recentemente a Boston approfittando della breve vacanza natalizia. E' una battuta maligna. L'assurdo linciaggio al centravanti della Lazio, che prima avveniva sui campi di tutta la penisola, fatta eccezione per Roma, sta contagiando anche la Capitale. I tifosi, non solo di fede giallorossa, gli rendono la vita insopportabile, sino a qualche mese fa Chinaglia era II « re » di Roma: capocannoniere del torneo, si era meritatamente cucito lo scudetto sul petto, era il centravanti della Nazionale. Poi ci fu il » gesto » di Monaco, ci furono le polemiche. Quel gesto istintivo di un atleta amareggiato è stato riproposto l'altra sera dalla tv nel corso di » Un anno di sport » e la Lazio ha preso posizione in difesa del proprio giocatore inviando, a firma del presidente Lenzini, un duro comunicato di protesta al direttore del Telegiornale, al c.ipo dei servizi sportivi tv e per conoscenza a Carrara, Franchi e Campana in cui si esprime il " rammarico per il contenuto della trasmissione ed in particolare per l'esiguo spazio dedicato alla conquista dello scudetto !n contrasto con l'ampio risalto dato all'episodio riguardante Chinaglia ai campionati del mondo, risalto che indubbiamente contribuisce a gettare ingiustificato discredito sull'uomo e di riflesso sulla società e favorisce l'indegna campagna denigratoria in atto nei confronti del giocatore ». Alla Lazio dicono che la tv ha dato il « colpo di grazia » a Chinaglia. Lui ha i nervi tesi, è vicinissimo al punto di rottura. Ai fischi si uniscono le offese, dopo le partite, durante gli allenamenti, per strada o nei locali pubblici. Anche la sua famiglia ne è coinvolta. La moglie, Connie, cresciuta negli Usa con il mito della « privacy », è stanca di questa situazione e potrebbe influenzare il marito a prendere certe decisioni. Chinaglia, però, dice che rimarrà in Italia. In cuor suo spera che questo incubo finisca. Forse basterebbe un gol alla Juventus per consentirgli di respirare almeno per una settimana: « Long John » ha realizzato finora solo quattro gol e non segna in campionato da 636 minuti. A Tor di Quinto oggi c'erano 3000 spettatori ad assistere alla partita d'allenamento della Lazio, conclusasi con il punteggio di 4-4 (quattro gol di D'Amico). Nessuno ha disturbato Chinaglia, c'è stato anzi qualche applauso d'incoraggiamento. Ma l'ambiente è carico d'elettricità e la prova la si è avuta quando uno spettatore ha insultato Wilson dopo che l'ex capitano aveva caricato fallosamente il portiere avversario (ed era stato duramente rimproverato da Re Cecconi). Ne è nato un battibecco: Wilson ha replicato al tifoso poi, scuro in volto, ha preso la via degli spogliatoi, protestando con Maestrelli che non si decideiebbe a far disputare gli allenamenti a porte chiuse. C'è grande attesa per la supersfida con la Juventus, dove la Lazio è chiamata a salvare se stessa e l'interesse del campionato, minacciato dal « ciclone bianconero ». Chinaglia è il primo a rendersene conto. Cerca di caricare i compagni, ma è lui ad averne più bisogno: ha il morale sotto i tacchetti. « La vita si è fatta insopportabile per me — si sfoga "Giorgione". — E' il prezzo che devo pagare, lo. in campo, gioco con lo spirito di un dilettante, ma la gente non mi capisce. Adesso i {Ischi mi feriscono. Sono diventato troppo importante. A Roma si parla più di Chinaglia che di politica. Gli amici mi chiedono come faccio a resistere alla tentazione di scavalcare la rete di protezione e scagliarmi contro chi mi offende gratuitamente. E' chiaro che sono nauseato ». — Da quando è diventato capitano ha accentrato su di sé troppe resppnsabilità. « Indubbiamente sono un bersaglio facile, ma la Lazio doveva risolvere certe situazioni interne e questo era l'unico modo. Alcuni giocatori non si capivano più, non si rispettavano. Mancava l'umiltà. Sono diventato capitano perché così ha voluto la squadra. Adesso le cose vanno meglio per la Lazio, anche se mi rendo conto di essere il parafulmine ». — Non crede che cambiare ambiente, trasferirsi in un altro club, le gioverebbe? — L'ipotesi di un trasferimento non la prendo in considerazione. Eppoi, dove andrei? ». — In che misura la situazione influisce sul suo rendimento? « Won saprei rispondere. Non voglio farne un alibi. Da sette domeniche non segno, ma per fortuna ho fatto fare i gol. Riesco a rendermi utile, altrimenti sarebbe un dramma ». — Domenica scorsa, a Marassi, la Nazionale è stata subissata di fischi. « Per unj volta tanto il fischiato non ero io. E' una magra consolazione. Ma pensiamo al campionato. Se la Juventus vince all'Olimpico, si riprende lo scudetto. I bianconeri vanno forte e meritano il primato. Anche se il Milan, sulla carta, dispone di una "rosa" di giocatori forse anche più forte di quella juventina ma è già in ritardo. Tocca a noi cercare di fermare la fuga della capolista. Maestrelli opporrà alla Juventus la stessa formazione vittoriosa a Varese. In panchina siederanno Moriggi, Polentes e Nanni. Stasera i biancazzurri sono In ritiro in un albergo alla periferia di Roma. Per Lazio-Juventus si va verso l'esaurito. Restano disponibili pochi biglietti di curva. Si prevede un incasso-record di 310 milioni. Bruno Bernardi Chinaglia, per il morale, vuole battere la Juventus