Tutti ora difendono la Valle Stretta minacciata dallo sci di Paolo Bertoldi

Tutti ora difendono la Valle Stretta minacciata dallo sci "Guerra,, di ecologi Tutti ora difendono la Valle Stretta minacciata dallo sci Una società francese vuole sfruttare la montagna - Divergenze fra Pro Natura e sindaco (Dal nostro inviato speciale) Bardonecchia, 2 gennaio. Sulla Valle Stretta incombe il pericolo del cemento e dello sci di massa. I suoi gelosi ammiratori sono decisi a difenderla fino all'ultima querela, ma per troppo amore rischiano di trasformare in rivalità o addirittura inimicizia un'ovvia concordanza di scopi. Ognuno vuole «essere un po' più difensore» della stupenda valle rimasta naturalmente pura nonostante si trovi a 5 chilometri o poco più dal grande traffico turistico I di Bardonecchia. I Nel 1948 i torinesi Marone Cinzano e Cavalli d'Olivola volevano fare del territorio dominato dai 3 mila metri del Tabor una zona di ripopola• mento faunistico, difesa addi: rittura dalla neutralità armaj ta di guardacaccia svizzeri. , Più pratico Jean' Luis Tane j sindaco di Névache che al Saj Ione della montagna di Gre| noble - 73 ha lanciato una proposta di studio in cui la : Valle Stretta viene inclusa in i un ampio comprensorio turistico (12 miliardi di preventiI vo, si dice). Con diplomazia ha chiamato a far parte degli esaminatori del hando di concorso, il ministro Paolo Dijoud, sindaco di Brianqon, Guiter sindaco di Val dès Pre's e Mario Corino, sindaco di Bardonecchia. Quest'ultimo è rimasto tanto onorato quanto imbarazzato per la nomina, data la strana situazione di Valle Stretta. Questa è territorio francese, ma di proprietà italiana. Il comune di Bardonecchia e una parte degli abitanti della frazione di Melezet ogni anno versano ai francesi oltre 2 milioni 800 mila lire di tasse. D'altra parte, di fronte a una nazione dall'esproprio facile per motivi di pubblica utilità, qual è la Francia, è stato già un successo conservare fino ad oggi la proprietà di quanto acquistato — si va indietro nei secoli — allorché gli abitanti affrancarono la loro terra da monsieur de Bardonnèche e vennero col trattato di Utrecht riconosciuti indipendenti e padroni. Non è facile neppure oggi essere sgarbati con chi comanda e per questo Mario Corino ha accettato di far parte del comitato dei 4 sindaci interessati. Egli è deciso a tutelare dall'interno gli interessi di Bardonecchia. «L'attuale fase dell'iniziativa —■ dice — poggia su un bando internazionale e su idee che dovranno superare poi l'esame di una commissione politica di cui faccio parte. Sarebbe stato colpevole negligenza rifiutarmi». Il sindaco ovviamente sostiene che per quanto riguarda la parte di «proprietà italiana» (non di nazionalità, si badi) le decisioni finali dovranno essere adottate dalla comunità di Bardonecchia che è tenuta al corrente dell'iniziativa. Per fare un fronte unico il Comune ha pure preso contatto con la Pro Natura e con il Cai. I rapporti tra il primo cittadino di Bardonecchia e la Pro Natura si sono però guastati perché i severi tutori del paesaggio hanno fatto apparire l'annuncio di un esposto contro le varianti organiche del piano regolatore cittadino. Immediatamente Corino ha preparato una risposta facendo attingere in Bardonecchia manifesti in cui annuncia che chiunque sia interessato potrà ritirarne una copia presso il palazzo comunale. Inoltre non esclude che il Consiglio comunale, in una riunione da tenersi verso la metà di febbraio, esamini gli estremi di una querela. Rimanendo al settore Valle Stretta, i dirigenti della Pro Natura da parte loro, si dichiarano per una linea di estrema intransigenza e di opposizione. Essi affermano che la parte bella del progetto riguarda Névanche, Brianqon e soprattutto Serre Chevalier con le sue vaste attrezzature sciistiche. Verso Valle Stretta proietterebbe le sue traversine una ferrovia a scartamento ridotto (in attesa, si teme, di un tunnel sotto il Colle della Scala che a Bardonecchia non è affatto gradito). II dottor Cavarnia di Bussoleno e Delmastro della Pro Natura a Torino dichiarano: «Ci batteremo con tutti ì nostri sforzi. Abbiamo alleati anche dei francesi. Les Amis de Névache. Finora lassù sono stati salvati e quindi pressoché isolati, il rifugio a gitola 1800, 4 grange, le case della diga o della ex miniera. Il paesaggio è come era 100 anni fa o quasi. Per noi resta intoccabile ». Paolo Bertoldi

Persone citate: Amis, Cavalli D'olivola, Chevalier, Corino, Delmastro, Mario Corino, Marone Cinzano, Paolo Dijoud