Gli oneri sono notevoli

Gli oneri sono notevoli Gli oneri sono notevoli Roma, 2 gennaio. I E' stato un incontro impor- tante, anche se non conclu sivo data la complessità dei problemi, quello svoltosi questa sera tra governo e sindacati sulle pensioni e il salario garantito. Il ministro del Lavoro Toros e una delegazione della federazione CgilCisl-Uil hanno approfondito le richieste contenute nella « piattaforma » e ne hanno valutati attentamente tutti gli aspetti tecnici e finanziari. Erano presenti i segretari confederali della Cgil Verzelli, della Cisl Camiti, Crea, Romei, Pantoni e Ciancaglini, della Uil Ravenna e Berteletti assieme ai segretari generali delle rispettive federazioni dei pensionati Bottazzi, Costantini e Falcone. Un primo risultato può essere costituito da una comune valutazione degli oneri (circa duemila miliardi) derivanti dalle rivendicazioni sindacali e dall'impegno del governo di proseguire la trattativa in tempi brevi per arrivare sollecitamente a «conclusioni operative» nel quadro della generale azione tendente a tutelare i redditi più bassi e i livelli di occupazione. Non sempre è stato facile intendersi sulle cifre, sulla ipotetica consistenza degli oneri, prima ancora di fare delle scelie e di individuare il reperimento dei mezzi finanziari necessari. Si è ricono- sciuto che le difficoltà econo miche sono notevoli, ma non per questo la reazione dei sindacati non sarà dura se, alla fine, le decisioni fossero negative. L'ostacolo maggiore è stato ravvisato ovviamente, sull'aumento immediato, cioè dal 1" gennaio 1975, delle pensioni che non superano le 100 mila lire al mese (Inps, Stato, enti locali) e delle « pensioni sociali » per gli ultrasessantacinquenni sprovvisti di reddito, inferiori alle trentamila lire mensili. La richiesta di maggiorazione è stata confermata dai sindacati in 15.000 lire al mese, comprendendo però in tale somma il miglioramentto del 13 % determinato, à partire dalla stessa data, dagli scatti della « scala mobile ». Ciò significa per sei milioni e mezzo di pensioni Inps (ex lavoratori dipendenti da terzi), aumenti reali decrescenti, in aggiunta alla quota relativa all'applicazione del. 13 n/o, che oscillano tra 9400 lire mensili per le pensioni al minimo e 2000 lire mensili per le pensioni di 100.000 lire. I « minimi », secondo la «piattaforma» sindacale, passerebbero così dalle attuati 42.950 a 57.950 invece che a 48.550 lire raggiunte per effetto degli scatti della « scala mobile ». Le pensioni dello Stato e degli enti locali dovrebbero avere un incre- mento reale di 7.000 lire mensili oltre alla già prevista quota di 8.000 lire; le pensioni sociali avrebbero un aumento reale, a parte quanto già stabilito, di 11.650 lire. La delegazione ha sottolineato l'esigenza di tenere presente i 2.750.000 pensionati ex lavoratori autonomi, che si trovano ai « minimi » e che solo dal 1" luglio 1975 otterranno la parificazione rispetto al trattamento dei lavoratori dipendenti. Sulla situazione degli « autonomi », in particolare i coltivatori diretti, Toros aveva avuto un colloquio in mattinata col presidente della Coldiretti Bonomi. A questo punto occorre affrontare l'eccezionale entità della spesa. Toros ha detto, sulla base -li calcoli precisi ed aggiornati, che occorrono nella ipotesi di un aumento globale di L. 15.000 ben 1335 miliardi nel 1975: di questi, 830 per gli ex lavoratori dipendenti (Inps), 383 per gli autonomi (coltivatori diretti, artigiani e commercianti), 122 per i pensionati sociali. Aggiungendo 879 miliardi previsti dalla legislazione per aumenti nel corso dell'anno, si arriva a 2214 miliardi, senza contare altri oneri per i pensionati dello Stato. « Il governo — ha ribadito il portavoce del ministro — è animato da ferma volontà politica per affrontare e risolvere le questioni che sono sul tappeto. Ciò però nei limiti delle disponibilità che la situazione economica consente ». Una risposta complessiva sarà comunque data ai sindacati entro il 15 gennaio, quando si svolgerà un altro incontro. Non meno delicata la successiva discussione sul salario garantito, che è proseguita fino a tarda sera. Si è partiti dall'esame del funzionamento della Cassa integrazione per giungere a proposte concrete. La gestione ordinaria e straordinaria registra dal mese di luglio in poi un ricorso eccezionale alla « cassa »: per la gestione ordinaria si registrano incrementi del 30°o in luglio, del 400ó in agosto, del 180,5°ó in settembre e così via; per la straordinaria, 128°'o in luglio, 40°'o in agosto, 139°'o in settembre. Il maggior ricorso ha interessato le aziende meccaniche e tessili per un complesso di oltre 10 milioni di ore. Il disavanzo globale, tenendo conto di un residuo attivo della gestione straordinaria, tocca i 250 miliardi di lire: si tratta, quindi, non solo di « ripianare » il decifit, ma di prevedere ulteriori, ingenti mezzi finanziari per una efficace azione di sostegno della disoccupazione. Questa azione, hanno insistito i sindacati (trovando concorde Toros), va collegata al riordinamento del sistema della integrazione salariale che dovrebbe costituire «non comodo rifugio in situazioni di difficoltà, ma incentivo alla ripresa e garanzia di continuità produttiva ». Anche su questi problemi il governo risponderà al più presto. Giancarlo Foasi

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