E' pronto il nuovo modulo "Vanoni" per chi supera i dieci milioni l' anno di Giulio Mazzocchi
E' pronto il nuovo modulo "Vanoni" per chi supera i dieci milioni l' anno L'imposta aggiuntiva straordinaria (una tantum) del '75 E' pronto il nuovo modulo "Vanoni" per chi supera i dieci milioni l' anno Il fac-simile ha impegnato per un mese il nuovo ministro Visentini - Non ancora pronto, invece, il modulo per le società che avrebbe dovuto essere stampato nel dicembre 1973 Roma, 1 gennaio. La Gazzetta Ufficiale, nell'ultimo numero 1974, reca l'annuncio che il suo supplemento pubblica in fac-simile la dichiarazione sui redditi delle persone fisiche relativi al 1974 da presentarsi al Fisco entro la fine del marzo '75. Si tratta del nuovo e, necessariamente, assai diverso modulo, che sostituisce la defunta «dichiarazione Vanoni». Il supplemento della Gazzetta Ufficiale, tuttavia, date le feste uscirà con alcuni giorni di ritardo, sia pure rispettando la data del 31 dicembre.- Sarà un numero da acquistare e conservare: i moduli da compilarsi saranno infatti disponibili solo ai primi di marzo. Poco tempo resterà ai contribuenti per studiare la nuova «pratica», che per quest'anno dovrà essere compilata anche da parte di quei lavoratori dipendenti che nel '74 abbiano guadagnato più di 10 milioni lordi. Ciò perché su di essi grava un'imposta aggiuntiva « per una volta », approvata in agosto, che andrà a ruolo in estate sulla base della dichiarazione personale. Al ministero delle Finanze si mostra soddisfazione per la pubblicazione del modulo, anche se non si nasconde che esso certamente sarà in parte variato per il '76 dandosi già per scontato che quello attuale contenga punti di non assoluta chiarezza. La sua stesura, difatti, è avvenuta in meno d'un mese e ha impegnato direttamente il nuovo ministro Visentini e numerosi suoi funzionari, sino alla notte di sabato scorso, durante tutte le festività. La soddisfazione discende dal fatto che per la prima volta, da quando il Parlamento ha approvato la riforma fiscale, il ministero riesce a tener fede a un impegno di legge entro un tempo «accettabile». Le inadempien/.i/ politiche del ministero delle Finanze sono state tali, nella prima applicazione della riforma, che neppure è stato ancora stampato il modulo per la dichiarazione dei redditi delle persone giuridiche, „ioè delle società e degli enti. Le dichiarazioni per le società, alle quali risulta che Visentini stia per dare il nulla osta alla stampa, avrebbero dovuto essere pubblicate dalla Gazzetta Ufficiale almeno entro il 31 dicembre di un anno fa. Esse, difatti, avrebbero dovuto essere usate già dagli inizi del 1974. La legge, che impone a società e cittadini di fare dichiarazioni complete e veritiere a pena di forti multe e anche di condanne penali, impone pure allo Stato di preparare a tempo debito i moduli. L'obbligo per lo Stato stesso, cioè per il governo e per i titolari delle Finanze, è contenuto nella Gazzetta Ufficiale addirittura del 29 settembre 1973. Ma Visentini, diventato ministro da un mese, presso i suoi uffici non ha trovato neppure una bozza non solo della dichiarazione relativa alle persone, ma neppure di quella relativa alle società. Il nuovo ministro, secondo quanto ci è stato riferito, venendo a conoscere la gravissima lacuna, lasciatagli in eredità, avrebbe esclamato: «Occorre provvedere in pochi giorni. Non c'è altro modo, se vogliamo consentire a qualcuno d'evadere il Fisco». Il paradosso è solo apparente. Con quella frase, in realtà, Visentini sottolineava ai suoi funzionari che sarebbe stato poi difficile imputare d'evasione qualcuno, quando lo Stato stesso avesse «evaso» un suo preciso obbligo di legge. Espletando, invece, l'obbligo di consegnare le dichiarazioni ai contribuenti, lo Stato fa sì che chi le compila in modo esatto sia da classificarsi tra i corretti contribuenti, chi tenta d'eluderne le norme sia, invece, classificato tra gli «evasori», e come tale individuato e colpito. E' grave apprendere, oggi, che sarà assai difficile punire magistralmente come evasori quelle società che abbiano «sbagliato» la dichiarazione del '74. E' grave perché si è nel pieno d'una trattativa tra governo e sindacati per l'aumento delle pensioni minime, che richiede nuovi fondi, cioè aumento d'entrate pubbliche. Tuttavia la «modifica Visentini» di lunedì 23 dicembre all'imposta sui redditi bancari, non solo farà acquisire con anticipo il relativo importo allo Stato, ma ne ha accertato un gettito per almeno 500600 miliardi, contro i 190 iscritti a bilancio. Il governo, quindi, sa da una settimana di poter disporre, dal '75, di circa 400 miliardi più del previsto. Giulio Mazzocchi
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