Anche per la "Under,, sconfitta amara

Anche per la "Under,, sconfitta amara Come i giovani di Vicini hanno perso a Funchal con i portoghesi Anche per la "Under,, sconfitta amara Ultimi giorni del '76, Portogallo, Lisbona, Funchal. Date, avversari, città, circostanze che la nazionale azzurra e la «sorella minore», la Under 21, vogliono cancellare dalla mente per iniziare l'anno nuovo senza complessi, senza freni psicologici. Le due sconfitte con i lusitani hanno lasciato però un po' d'amaro in questi giorni di festa, con i protagonisti che facevano l'esame di coscienza e si chiedevano vicino all'albero di Natale se gli avversari erano stati affrontati con il giusto impegno o se si rincorreva il pallone in una atmosfera di semi-vacanza. Lo 0-1 di Funchal, nell'incantevole cornice dell'isola di Madera, è perfino più amaro dell'1-2 di Lisbona, perché l'Italia non è stata inferiore (secondo quanto riferiscono le cronache) all'avversario, riuscendo a controllare un match che ha offerto ben pochi scampoli di gioco brillante. Gli azzurrini di Azeglio Vicini hanno consumato un incontro con scarso spettacolo, ma condotto ad un ritmo abbastanza elevato, Imposto dai portoghesi, rozzi in difesa, non trascendentali in fase offensiva. Una gara come tante altre insomma, con il solito canovaccio. Fase iniziale di studio con azioni alterne; un primo tempo avaro di emozioni, una ripresa più vivace, con una reazione azzurra dopo aver subito il gol. Ben poche dunque le azioni di cronaca che meritano rilievo. Parliamo di due momenti che hanno deciso la partita. Sessantacinquesimo: Joao lancia in profondità Souza che entra in area, conserva la sfera nonostante un rimpallo con Manfredonia e batte con un debole tiro Galli. Tre minuti dopo l'Italia ha in pugno la grande occasione per legittimare con il risultato l'equilibrio del gioco. Agostinelli, la promessa della Lazio, prende in pieno la traversa. Il pallone si stampa sul legno, svaniscono le speranze. E' tutto infatti; fino al termine si va avanti soprattutto con scontri di una certa durezza, che l'arbitro, lo spagnolo Sanchez Rios, stigmatizza distribuen do ammonizioni varie. I ragazzi di Vi' cini ne rimediano tre: Garritano e Boni per gioco falloso. Canuti per proteste Prima del gol, al 60', occorre ricor dare che dopo un fallo di Boni si accende una mischia. Molte discussioni tra i giocatori, spinte, e Garritano viene colpito con un pugno a gioco fermo. Una serata dolce, leggermente ventilata, un campo in buone condizioni, stadio dei « Barreiros » quasi esaurito: diecimila tifosi che fanno un gran chiasso nell'incitare gli uomini allenati da Juca. Ma le condizioni climatiche e ambientali che non si possono definire « sfavorevoli » per i nostri, non bastano per strappare un risultato. Un vero peccato perché, a differenza dell'amichevole di Lisbona, c'è in ballo la qualificazione al turno successivo del campionato d'Europa « Espoirs « dell'Uefa. La comitiva italiana si è sciolta a Genova (Milano, in quanto a nebbia, non poteva essere da meno a Lisbona, ed ha fatto trovare chiusi sia la Malpensa che Linate) con la certezza che la sconfitta di Funchal non è irreparabile o proibitiva per la qualificazione. Volti dei giocatori dunque abbastanza allegri, stato d'animo di Azeglio Vicini piuttosto sereno, convinto di poter rimediare ai passo falso nel prossimo futuro. « Ormai — fa notare il tecnico — è diventata una questione di gol. Chi ne farà di più andrà avanti; con un pareggio invece, che stavamo meritando per come eravamo riusciti a con¬ trollare la partita, ci sarebbe tastato vincere con il minimo scarto l'incontro di ritorno che si svolgerà in Italia nel prossimo autunno ». La prima occasione che capiterà per andare in gol sarà il 9 febbraio. In località ancora da destinarsi gli azzurrini ospiteranno il Lussemburgo considerato sulla carta (auguriamoci che non ci siano spiacevoli sorprese) la squadra cuscinetto del girone eliminatorio. Ma prima di quest'appuntamento ufficiale la Under 21 giocherà un'amichevole con l'Urss che verrà in tournée. E' in calendario per il 20 gennaio a Genova, sarà senza dubbio l'occasione propizia per perfezionare schemi ed intesa di una nazionale in fieri, sulla quale Vicini ripone molte speranze, molta fiducia. Nonostante lo scivolone di Funchal, Vicini ha dunque conservato ottimismo. L'« undici » gli piace, non è rimasto deluso. « Soprattutto nel primo tempo — sono parole del tralner — abbiamo dimostrato di meritare il risultato positivo. Concentrati e ben organizzati in difesa abbiamo un po' patito il centrocampo dei portoghesi dove agivano le miglior! pedine degli avversari. Poi è giunto nella ripresa il gol loro e la sfortuna nostra sulla traversa di Agostinelli. Poi la partita non ha più avuto storia perché i lusitani hanno usato ogni espediente per spezzettare ogni azione e perdere tempo, per " tenere " il punteggio e tirare il fiato ». Che cosa è insomma mancato alta nostra rappresentativa per tornare a casa con dell'utile? Vicini non ha difficoltà nel rispondere all' interrogativo, non ha dubbi: « Un pizzico in più di esperienza — fa presente Azelio — e magari di fortuna avrebbe permesso agli azzurri (tutti bravi, qualcuno migliore degli altri) di portare via il pareggio. Con il Portogallo (era il primo incontro ufficiale dopo i tre "assaggi" in amichevole con il Chiasso, la Jugoslavia e la Francia) ho avuto la conferma che il complesso possiede un notevole potenziale che potrà maturare nel giro di un anno o due » il torneo dell'Uefa sì concluderà nella primavera del '78. Che cosa ha detto in sostanza la partita di gioved) notte? In difesa ha ben impressionato il libero Manfredonia per sicurezza e chiarezza d'intenti, con l'ausilio degli ottimi Cabrini e Collovati e dell'attente Galli. Il centrocampo azzurro è risultato valido in fase d'interdizione, grazie al generoso lavoro di Agostinelli e Boni, mentre Di Bartolomei (in difficoltà con il ritmo sostenuto della gara) non è riuscito ad esprimere grandi cose in chiave offensiva. Paolo Rossi (e poi Giordano dal 64') e Garritano hanno ricevuto rari palloni glocabili. Vicini difende le sue scelte, convinto di giocare le carte giuste anche se la Under 21 offre al selezionatore una lista lunghissima di nomi da tenere sempre in grande considerazione. E' convinto che I fuori-quota debbano essere Boni e Di Bartolomei (o comunque due centrocampisti), che sia sempre attuale l'intercambiabilità delle punte Rossi e Giordano, u Questa squadra — assicura — ha già una buona ossatura, che va però consolidata: in tempi naturalmente meno lunghi se tutti I giocatori fossero titolari anche nei loro club. Bearzot ha problemi di quantità, io di qualità. A livello giovanile è difficile trovare altri giocatori cosi bravi, anche se non mancano elementi di estremo interesse come l'atalantino Tavola ed il cagliaritano Virdis. Comunque le scelte sono facili per il reparto difesivo, un po' meno per l'attacco, difficile per il centrocampo ». Ferruccio Cavallaro