Genoa, è arrivata la prima vittoria

Genoa, è arrivata la prima vittoria Atmosfera di trionfo a Marassi con la Lazio seccamente sconfitta (3-1) Genoa, è arrivata la prima vittoria Pruzzo in giornata di gran vena ha messo a segno un doppietto ed ha sbagliato un rigore - Damiani aumenta il bottino - Espulso Cordova a a e (Dal nostro inviato speciale) Genova, 19 dicembre. Finalmente la gran giornata del Genoa: sotto la pioggia, con un freddo polare, con lo stadio di Marassi infilato da un vento gelido, la squadra di Simoni ha agguantato la prima vittoria della stagione in un'atmosfera addirittura da trionfo, con la Lazio completamente distrutta. Pruzzo, nel finale, ha persino mancato un calcio di rigore, battuto con troppa sufficienza, a coronamento di una partita che lo ha visto autentico trionfatore. Vinicio ha cercato in tutti i modi di bloccarlo, ha cambiato il difensore che aveva l'ingratlssimo compito di fermarlo, ma tutto è stato inutile: il Genoa doveva passare — e passare con risultato rotondo — perché II suo centravanti (assecondato da una squadra nella quale, oggi, è estremamente difficile scoprire un punto debole) si è staccato di | una spanna abbondante rispetto agli avversari, ha trovato il gol con una naturalezza veramente I notevole. Al suo fianco, Damiani ha completato il successo genoano con una rete da antologia, un guizzo imprendibile. Con due uomini del genere, quasi tutti i problemi di una squadra sono già risolti prima che si cominci a giocare. Il Genoa, sinora, non era mai stato fortunato, mancando incredibilmente vittorie che sembravano già scritte, ma in rete ci era andato sempre con puntualità. In condizioni di questo tipo, il successo (diciamo pure straripante) non poteva più tardare a lungo. Simoni — in particolare dopo la partita di Milano — era certo di poter contare su una squadra con le carte in regola e dava quasi per scontata la vittoria, anche se si guardava bene dal dirlo apertamente. Ne ha fatto le spese la Lazio, con Vinicio che riusciva fino ad un certo punto a mescolare le carte in tavola, presentando un centrocampo aggrovigliatissimo, con il solito Cordova che camminava e Agostinelli che correva e soprattutto con Manfredonia in una posizione piuttosto difficile da interpretare, pronto comunque a tappare parecchi buchi ed anche a tentare qualche incursione in avanti. Insomma, una squadra sufficientemente organizzata, ma con la manovra irrimediabilmente viziata da un difetto di fondo: davanti non c'era nessuno in grado di risolvere. Il derelitto Giordano si dannava ad Inseguire palloni imprendibili, Garlaschelli giocava quasi per conto suo, mentre gli altri facevano mucchio a centrocampo. Troppo poco per impensierire il Genoa che mordeva, scatenato nella ricerca della prima vittoria stagionale. Infatti, il primo gol non tardava, con i genovesi che cominciavano subito alla grande, anche se i maggiori pericoli per la Lazio arrivavano dalla vivacità del terzino Maggionl, prontissimo a cercare l'affondo. Al 25', comunque, Pighin maltrattava Pruzzo in area (anche se quest'ultimo aveva forse già perduto il controllo del pallone e l'attimo giusto per il tiro) e Menicucci fischiava il penalty. Un fallo probabilmente inutile, ma non consentiva all'arbitro altra possibilità. Batteva Pruzzo, con molta calma e precisione, con Pulici senza possibilità di intervento. Abituato ai brutti scherzi, il Genoa insisteva subito per il raddoppio e lo mancava dopo soli quattro minuti: Basilico batteva il calcio d'angolo e Pruzzo rubava II tempo ad un grappolo di avversari per andare a colpire di testa, con elevazione e tempismo perfetti: anche stavolta, Pulici battuto, ma il pallone si stampava sulla traversa. Non era un bel momento per i genovesi, già pronti a pensare al peggio. Ed infatti, pochi minuti dopo (al 36') la Lazio arrivava al pareggio, sull'unica azione da rete costruita fino a quel momento. Matteoni, tanto per non correre rischi, abbondava in attenzioni per Giordano, fino al punto di trattenerlo vistosamente per la maglia. Il tutto in piena area, ed anche stavolta Menicucci era costretto ad intervenire decretando il calcio di rigore. Se il fallo dei laziali in precedenza era sembrato piuttosto inutile, quello di Matteoni lo superava di parecchio in quel senso. Comunque, batteva Garlaschelli ed era pareggio. 'Ho detto ai ragazzi di non scoraggiarsi — ha commentato Simoni — avevano giocato benissimo, costruendo parecchie palle gol, e meritavano di vincere. Nell'intervallo li ho incitati a continuare all'attacco, sicuro che ce l'avrebbero latta-. Una raccomandazione presa alla lettera e che si rivelava azzeccatissima: il Genoa rientrava in campo deciso a risolvere la partita, con la Lazio che cominciava a mostrare un certo affanno. Ed il gol della vittoria arrivava dopo soli sei minuti. Martini (piuttosto falloso e già ammonito in precedenza) metteva giù Basilico all'estrema sinistra del campo. Batteva la punizione Ghetti, con un pallone callbratissimo al centro dell'area. Ancora una volta, era Pruzzo che si «avvitava» su tutti e con perfetta scelta di tempo infilava in rete. Partita finita, la Lazio non aveva più niente da dire, il Genoa spadroneggiava. Al 59' Maggioni era spintonato in area (ma non si poteva chiedere il terzo calcio di rigore a Menicucci) e subito dopo Pruzzo metteva, di testa a lato di pochissimo. Si arrivava così al terzo gol (76'). Ghetti, con una volata che nessuno degli avversari riusciva a fermare attraverso tutto il campo, arrivava sul fondo per mandare il pallone al centro, dove Damiani lo metteva in rete al volo: la classica dimostrazione di come deve essere impostata e conclusa una azione di contropiede. Un gol che dimostra che a Damiani non manca II fiuto e che tutto II Genoa — quando si è tolta la paura di dosso — sa muoversi con praticità. Le ultime battute vedono sempre il Genoa scatenato, tanto che Menicucci è costretto a fischiare il calcio di rigore per la terza volta, con Pighin che atterra Basilico. Batte ancora Pruzzo, ma non ha più tutta la voglia di mordere che aveva nel primo tempo («E' vero, ho tirato deconcentrato', dirà negli spogliatoi) e si fa fermare il tiro da Pulici. Ancora l'espulsione di Cordova (chissà che mostruosità avrà detto all'arbitro, visto che non era direttamente interessato all'azione?) e poi la fine. Sfatata la brutta leggenda, il Genoa finalmente respira. Se lo è davvero meritato. Beppe Bracco | I Genova. Pruzzo segna di testa per i rossoblu al 51' con perfetta scelta di tempo [Tel.]