Trap: "Adesso siamo tranquilli,, Causio: "La valanga è torinese,,
Trap: "Adesso siamo tranquilli,, Causio: "La valanga è torinese,, Trap: "Adesso siamo tranquilli,, Causio: "La valanga è torinese,, (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 19 dicembre. Un sorrìso dì sollievo, negli spogliatoi della Juventus. La vittoria più sofferta è andata in porto, l'ombra di una crisi, che era più che altro psicologica, è cacciata, anche per I bianconeri questo è un bel Natale. Donipertl, alla vigilia, non aveva dubbi sulla reazione dei suol uomini, come non li aveva Trapattoni che sabato ci aveva detto: «Non guardate allo spettacolo, slamo qui per fare risultato». Il presidente ha retto benissimo per 45 minuti, accanto al collega bolognese Conti, In tribuna d'onore. Ha acceso una sigaretta al gol di Causio, poi ha seguito la partita con le mani giunte davanti al viso, come se pregasse. Nell'Intervallo si è recato negli spogliatoi. All'uscita ci ha detto: • La squadra ha reagito, è viva, sono soddisfatto. Una prova positiva, speriamo bene nella ripresa». Poi è sparito. Ha lasciato lo stadio praticamente all'Inizio del secondo tempo e ha sofferto in auto ascoltando la radio. Trapattoni non ha patito il freddo. Dice: • Bel primo tempo della Juventus, poi qualche difficoltà nella ripresa per contrastare il Bologna, che cosi bene credo non abbia ancora giocato in questo campionato. Era una partita delicata, bisognava vincerla per uscire da una impasse psicologica. Adesso slamo più tranquilli, la sosta ci farà bene per riordinare le idee. Certo, nonostante la pressione del Bologna anche all'inizio della ripresa abbiamo avuto due occasio¬ ni per raddoppiare il vantaggio, ma Bettega e Boninsegna le hanno fallite ». — / suoi "gemelli" non vanno più in gol. In compenso, segna Causio... ■ lo direi che Bettega e Boninsegna — risponde Trapattoni — hanno avuto un po' di sfortuna davanti alla porta avversarla, ma non importa chi segna, ovviamente. Non andiamo a cercare il pelo nell'uovo. Adesso il campionato è davvero una questione fra Torino e Juventus, la classifica avvantaggia le squadre torinesi, ma nel torneo italiano bisogna attendersi di tutto, può anche darsi che la situazione domani si ribalti». We//o stanzone degli spogliatoi, fra gente finalmente serena, lofi e Causio parlano Ira di loro, ridendo. Sono I due protagonisti della partita. Dino ha festeggiato degnamente' la sua centotrentesima partita consecutiva in serie A. Ha salvato Il successo in diverse occasioni, però II suo più bell'intervento rimane quello compiuto nel primo tempo quando sì è opposto al tiro ravvicinato di Cresci: « Ho capito — spiega — che Cresci stava per fare una cosa anormale. Invece di tirare forte, prima ha alzato la testa poi ha cercato il tiro piazzato. Non ero impreparato, ecco-. Causio interviene: «Dino è sempre lui, è grande come nessun altro. Ha contribuito al successo che per noi era Indispensabile. La prima palla che io ho toccato l'ho mandata in gol, va bene così? L'ultima rete di testa l'avevo segnata lo scorso anno nel gi¬ rone di andata contro la Fiorentina ». — Bene nel primo tempo, però nella ripresa avete sofferto la aggressione degli avversari... ■ Questo non è il momento di badare al sottile, di dare spettacolo. Qui bisogna fare punti. Il Torino è in testa, la Juve è seconda, però dobbiamo badare innanzitutto a fare la nostra strada. Adesso questa sosta ci giova, anche se è una sosta parziale, perché buona parte di noi bianconeri è impegnata a Lisbona. Voi dite che la valanga è granata, io aggiungerei che la valanga è soprattutto torinese. Sono d'accordo nell'alternare i successi come fanno gli azzurri dello sci. Le due squadre sono in testa alla classifica con un ritmo vertiginoso ». «Si parlava di una Juventus in crisi — si inserisce Trapattoni — ma in fin dei conti abbiamo perso una partita sulle dieci giocate». «lo non credo che sarà possibile tenere questo ritmo — dice Boninsegna —, non parlo soltanto della Juventus ma anche del Torino. Loro sono a più quattro in media inglese, noi a più due. Una media pazzesca». — Ma che differenza c'è Ira le due squadre? »C'è soltanto un derby di differenza. Noi l'abbiamo perso e loro l'hanno vinto. La lotta comunque è aperta. La Juventus non si darà per vinta fino al termine del campionato. Centro il Bologna abbiamo vinto di misura, però potevamo arrotondare il pun¬ teggio se io e Bettega non avessimo fallito qualche occasione». — Da quattro partite, compreso la Coppa Uefa, voi due non segnate. C'è un motivo preciso? • No, c'è una piccola flessione, più che altro determinata dalla sfortuna. Ma non è un problema, lo e Roberto c'intendiamo benissimo. Comunque, questo Natale è bene accetto, in tutti i sensi. Ci permetterà di riprendere fiato e riordinare le Idee». Morini sembra che parli da solo. Dice a se stesso: «Sono andato forte, ho corso avanti e indietro, che cosa si può fare di più?». Bettega: «Seminiamo molto, raccogliamo poco. Ho disposto di una palla per segnare di testa e avevo già battuto Mancini, ma all'ultimo momento, quasi sulla linea, è intervenuto Cresci che ha salvato con II piede. Anch'io dico che oggi contava soltanto vincere, non importa come e non Importava chi segnasse. Almeno nel primo tempo siamo andati decisamente bene. E adesso pensiamo alla Nazionale, per noi non c'è tregua». Tranne che agli azzurri, Trapattoni darà quattro giorni di riposo agli altri. Diciassette punti in dieci partite, tre turni di Coppa Uefa superati, qualificazione alla fase finale della Coppa Italia, sono i risultati ottenuti dalla Juventus da settembre a Natale. La squadra di Trapattoni merita applausi, è chiaro. fr. c.
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