La Juve segna, controlla e vince

La Juve segna, controlla e vince La Juve segna, controlla e vince Non è stata una grossa partita - I juventini hanno sofferto un po' nel finale, ma sono stati protagonisti di una prova caparbia e ricca di impegno - La squadra di Trapattoni è sulla strada di tornare "come prima" (Dal nostro inviato speciale) Bologna, 19 dicembre. Dino Sarti, il popolare cantautore emiliano, lancia Invano il suo accorato appello al «Bologna campione» dagli altoparlanti dello stadio: in campo c'è Dino Zoff che chiude la porta della Juventus quando I compagni, andati in vantaggio alla prima azione d'attacco e parsi sul punto di dilagare, come pia fece il Torino, perdono concentrazione e senso del gioco. Due punti di notevole importanza, ovviamente, quelli conquistati oggi dalla squadra di Trapattoni, ma la prova dei singoli e del collettivo non è stata completamente limpida, non c'è stata soprattutto la capacità di piazzare la botta del k.o. che pure ci stava larghissima, dopo quella a freddo di Causio. Cosi, ) bianconeri hanno dato modo alla scombinata squadra di Gustavo Giagnoni (non dimentichiamo tuttavia le assenze della coppia centrale difensiva Cereser-Bellugi e quella di Clerici per altro ben sostituito dall'ottimo Grop) di ritrovare un barlume di gioco, di attaccare, di creare occasioni non limpide ma pericolose, hanno finito Insomma per patire il ritorno sul campi della serie A dopo diciannove mesi — una vita per un calciatore — di Bob Vieri, genio e sregolatezza entrato nella ripresa a furor di popolo e puntigliosamente impegnato a dar ordine al gioco. Dal piede di Vieri sono partiti gli unici passaggi lucidi mentre in precedenza II centrocampo ros¬ soblu era parso lento, spento, con un Pozzato irriconoscibile rispetto al giocatore tecnico e preciso ammirato più volte nel Como. Preso di punta dal pubblico, sfiduciato, Pozzato si è « riavuto » solo nel finale quando, entrato Vieri al posto dell'infortunato Chiodi, si è sentito sicuro di non essere sostituito (ed aveva ragione, il toscano si stava già «scaldando» proprio per prendergli II posto). Nel finale la Juventus ha sofferto un poco, non riuscendo a portare avanti con la necessaria decisione alcuni contropiede che pure parevano avviati bene, con perentori «tackles» a centrocampo di lardelli e soprattutto di Gentile. Una Juventus caparbia, tesa a ritrovare se stessa, ma non ancora •quella di prima». In difesa Scirea ha tolto tutte le castagne dal fuoco, e quando non c'è arrivato lui Zoff ha fatto il resto. Davanti, Bet- ] tega e Boninsegna sono finiti sotto le unghie dei migliori marcatori del Bologna, Roversi e Cresci, ed hanno stentato un poco mentre Causio, dopo la bella partenza, non ha saputo approfittare fino in fondo della liberta d'azione concessagli. Davvero, per tornare un attimo al Bologna, è incredibile come Giagnoni abbia lasciato tanto spazio al barone Juventino. Va detto che molte volte Causio per esigenze tattiche è stato costretto a partire da lontano, che nel finale ha cercato più il lancio lungo che l'azione personale. Forse gli è mancata la piena collaborazione del centrocampo, zona di terreno in cui da ambo le parti si sono viste le incertezze più clamorose, gli errori più marchiani (i passaggi all'avversarlo degli storditissimi Pozzato e Paris, i rallentamenti di Benetti). Non è stata una grossa partita, e salvo che nelle battute finali neppure una grossa battaglia. La Juventus, dopo essersi mostrata chiaramente superiore per venti minuti sul plano del collettivo del singoli, si è come spaventata della facilità con la quale poteva comandare il gioco. Per almeno un tempo il Bologna ha dato una chiara spiegazione della sua classifica, delle sue disavventure. Gioco slegato, incertezze, scarsa partecipazione dei compagni ai movimenti di chi è in possesso di palla, neppure cattiveria in difesa, palleggi all'indietro che non sono sistema di gioco teso a non perdere il con-1 trailo della palla, ma un penoso 1 scaricabarile, come per dire -oc- | co, aggiustati tu ». Poi, la situazione è diventata più equilibrata, i rossoblu sono saliti in temperamento se non In gioco. Si è detto di Bob Vieri: accolto dal pubblico con gli «ole» che si riservano al matadores di grido, è uscito con il trionfo e le «orecchie» segno di distinzione. La Juventus ha acconsentito di buon grado a che la piazza si prendesse una soddisfazione tanto platonica, visto che le restavano i due punti. Semmai è poco confortante che un giocatore uscito improvvisamente dal cimitero degli elefanti sia riuscito ad apparire il migliore in alcune fasi (anche se fa sempre piacere rivedere un ragazzo che si riteneva «perduto»). La Juventus ha regalato due minuti di illusione al Bologna, ma ha bloccato con facilità i tentativi di Rampanti e di Chiodi, si è rovesciata in avanti con Causio. Immediatamente la difesa rossoblu mostrava tutte le sue carenze, ne usciva un gol regalo di Natale che doveva poi risultare decisivo, visto che la situazione non sarebbe mutata nei restanti 87 minuti. Dunque, la palla finiva sulla sinistra verso Boninsegna, il quale si liberava per il cross: partiva una palla lunga, alta, che Mancini valutava tanto storditamente da farsene scavalcare sfiorandola appena. Dietro arrivava in splendida solitudine Causio (Valmassoi, dov'eri?) che schiacciava con sicurezza la palla nella rete sguarnita. La partita era già finita, Chiodi segnava al 7', ma il suo tocco era stato preceduto nettamente dal fischio di Bergamo che rilevava un fallo di Pozzato su Benetti, poi erano ancora i bianconeri a rovesciarsi massicciamente in avanti. Andava via di forza Tardelii, sul suo cross l'incerto Mancini batteva alla meglio di pugno ed al limite dell'area Benetti perdeva il tempo utile per l'aggancio e non riusciva a piazzare il tira. Interrompeva la supremazia bianconera una botta di Pozzato finita sul fondo, poi Scirea iniziava la serie degli affondo andando a tirare dal limite al 16': Mancini parava a terra con fatica. Roversi tentava di piazzare una botta sulla gamba di Bettega, poi si ripresentava In attacco Scirea e si vedeva fermare il tiro a terra. La Juventus andava vicino al raddoppio al 35': per un fallo su Tardelii, Benetti sparava un bolide di notevole potenza che Mancini non riusciva a trattenere sul petto, Boninsegna però arriva un attimo tardi per il tocco in rete. Sul rovesciamento di fronte, il primo capolavoro di Zoff: approfittando di un tocco sbagliato all'indietro di Boninsegna, Paris lanciava a Cresci il quale entrava in area, cercava con Intelligenza l'angolo, si vedeva Dino volare davanti, un lampo, e la palla era in corner. Il tempo finiva con un attacco del Bologna, per altro poco convinto, e gli emiliani riprendevano a spingere in apertura di ripresa. Si «scaldava» Bob Vieri per sostituire Pozzato, ma si infortunava (stiramento all'inguine) Chiodi ed il toscanaccio cambiava staffetta. Si piazzava a dirigere II gioco, mentre Pozzato andava più avanti. , Alla Juventus toccava il controi piede: lo eseguiva benissimo al 5' con Gentile, sul cross dalla sinistra Bettega schiacciava di testa battendo Mancini ma sulla linea Cresci arrivava a respingere. Scontro da scintille al 10' tra Roversi e Gentile, due tipi che non tolgono mai la gamba, poi il Bologna tentava di aumentare il ritmo, ma Zoff al 12' chiudeva il tiro a Grop liberatosi in area, ed al 20' si ripeteva in spaccata su un bellissimo tocco rasoterra del centravanti. Insistevano i rossoblu sospinti da un Vieri ancora in fiato ed al 26' Maselli alzava sulla traversa di Zoff un bel pallone fornitogli da Rampanti. Poi era ancora Vieri a cercare Maselli, che veniva stoppato benissimo da Scirea. Al redivivo centrocampista rossoblu riusciva poi al 37' una bella apertura per Valmassoi il cui tiro cross in corsa attraversava tutta l'area bianconera e si perdeva di poco sul fondo alla sinistra di Zoff. Reagivano i bianconeri, partiva Causio che però era in due occasioni piuttosto maltrattato. Le ultime battute di gioco, vedevano Giagnoni in piedi invitare tutti i suoi a portarsi In avanti. Interrom- Seva la pressione un contropiede ianconero, poi il fischio di chiusura. Bruno Perucca

Luoghi citati: Bergamo, Bologna