Bukovskij non critica Mosca ma i sistemi usati nei lager
Bukovskij non critica Mosca ma i sistemi usati nei lager Bukovskij non critica Mosca ma i sistemi usati nei lager Il dissidente sovietico ha convocato ieri una conferenza stampa - "In prigione - ha detto - si soffre la faine" - E' in compagnia della madre (Nostro servizio particolare) Zurigo, 19 dicembre. Ventiquattr'ore dopo il suo scambio, all'aeroporto intercontinentale di Kloten, con il leader comunista cileno Corvalan, il dissidente sovietico Vladimir Bukovskij ha tenuto oggi, a Zurigo, la sua prima conferenza-stampa. Quasi 400 giornalisti sono accorsi nella metropoli elvetica per sentire le dichiarazioni dello scrittore, che soltanto nella mattinata di ieri era stato messo al corrente della sua scarcerazione. Poi tutto è stato rapidissimo: il suo trasporto, ammanettato, ad un aeroporto moscovita, l'abbraccio della anziana madre, la partenza per Zurigo a bordo di un aereo speciale Rimessosi dalle fatiche della massacrante giornata di ieri, lo scrittore sovietico mandato all'estero dalle autorità di Mosca per le sue ripetute critiche al regime si è affrettato ad indire un incontro con la stampa internazionale. Ha ricevuto i cronisti accorsi a Zurigo da tutte le parti del mondo nel salone di un albergo e, per non sentirsi solo, si è fatto accompagnare dalla madre, la signora Nina. Bukovskij ha risposto in un inglese piuttosto stentato alle innumerevoli domande dei giornalisti. Anzitutto ha tenuto a precisare che non è stato privato della cittadinanza sovietica: « Sono in possesso — ha detto con un certo senso di orgoglio — di un passaporto russo valido per cinque anni. Da un punto di vista strettamente teorico, potrei dunque fare ritorno nellTJrss ». Dopo un breve sorriso ha aggiunto: « Continuerò a fare in Occidente quello che ho fatto nei lager sovietici: proseguirò la mia lotta a favore dei concittadini ancora imprigionati ». A questo punto lo scrittore esiliato ha sottolineato che «personalmente si considera un detenuto in licenza». «Vorrei comunque aggiungere che non ho particolari opinioni politiche. Non sono né comunista, né socialista. Ritengo che ognuno debba avere il diritto ad essere libero». Se Bukovskij si è astenuto dal criticare il regime sovietico, si è per contro scagliato in termini estremamente severi contro il sistema carcerario in uso nei lager russi: «Nelle prigioni dell'Urss si soffre la fame, ma ciò è una componente della pena. Togliendo il cibo ai detenuti, si cerca di spezzare la loro resistenza psichica. Personalmente ho anche patito la fame, come lo dimostra il fatto che attualmente peso appena 45 chili. A varie riprese sono stato segregato in una cella. Non chiedetemi altri dettagli, ormai sono libero e preferisco parlare di altre cose». Bukovskij ha rivelato che per il momento non ha progetti definitivi per l'avvenire. Rimarrà qualche settimana a Zurigo per assistere, assieme alla madre e alla so¬ rella, il nipote Mikaik, di 12 anni, che è gravemente ammalato. Il ragazzo, che è affetto da un tumore, è cria stato ricoverato in una clinica zurighese z nei prossimi giorni verrà probabilmente sottoposto ad un difficile intervento chirurgico. All'inizio del prossimo anno, Bukovskij e i suoi congiunti si trasferiranno probabilmente in Inghilterra, dove gli è stata offerta una cattedra all'Università di Londra. Invitato a pronunciarsi sulla liberazione di Corvalan, lo scrittore russo ha detto: «Sono molto contento che la mia liberazione sia servita a qualcosa di positivo. In altre parole, sono molto contento che il segretario del pc cileno abbia potuto lasciare la prigione di Santiago per tornare libero. Spero che analoghe operazioni di scambio possano avvenire in futuro». Luigi Fascetti
Persone citate: Bukovskij, Luigi Fascetti, Vladimir Bukovskij
Luoghi citati: Inghilterra, Mosca, Santiago, Urss, Zurigo
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