Una signora premier? di Fabio Galvano

Una signora premier? Margaret Thatcher "seconda regina d'Inghilterra,, Una signora premier? (Dal nostro inviato speciale) Lorfdra, dicembre. Nel febbraio dell'anno scorso, quando i conservatori inglesi la elessero alla guida del loro partito, nessuno prese Margaret Thatcher molto sul serio. Una donna non era certo nelle previsioni dei tories, che al femminismo non avevano mai dato molto spazio, e per i quali una gonnella nelle orme dei Churchill e dei MacMillan non rappresentava una prospettiva incoraggiante nel continuo serrato dibattito con i laboristi al potere. Alcuni giornali, non senza cattiveria, la ribattezzarono «seconda regina d'Inghilterra». Oggi, a quasi due anni di distanza, la Thatcher ha avuto modo di rivelarsi politica abile e pugnace, ed è sulla soglia di quel magico 10 di Downing Street. I laboristi, presi nella tenaglia della crisi economica, sembrano cedere su tutti i fronti; il primo ministro James Callaghan, succeduto al dimissionario Wilson, ha visto scomparire la sua maggioranza parlamentare in seguito alle elezioni suppletive nelle quali i conservatori hanno fatto man bassa di voti; la frattura interna fra l'ala sinistra e quella moderata, con i sindacati che si atteggiano a tratto arbitri di una situazione sempre più critica, si è accentuata. Ormai non si discute più delle chances che Margaret Thatcher ha di diventare il primo capo di governo non solo dell'Inghilterra ma della storia moderna europea: si fa soltanto una questione di date. Quando sfidò apertamente Edward Heath, reduce dalla sconfitta elettorale del 74, la Tatcher era stata appoggiata e portata alla carica di leader dei conservatori come figura di transizione, in attesa che il partito potesse chiarirsi meglio le idee. In 22 mesi questa donna di 51 anni, sempre elegante, dall'aspetto addirittura un po' civettuolo, ha estratto gli artigli, ha dato una nuova fisionomia al partito conservatore, lo ha trasformato in una macchina politica in grado di affrontare con sicurezza uno scontro elettorale. Ma soprattutto ha operato una serie di scelte interne, agendo con spregiudicatezza degna di un politico in pantaloni. Ha lentamente emarginato avversari pericolosi come Reginald Maudling, si è creata una équipe di «fedelissimi» che comprende, nel suo «governo ombra», Geoffrey Howe agli Interni, il suo «grande elettore» Sir Keith Joseph alla pianificazione economica, John Davis agli Esteri, Norman St. John-Stevas all'Educazione, e quel Willie Whitelaw il quale si distinse in Ulster e le funge in pratica da «vice». Ma, ciò che è più importante, il partito, che non nascondeva alcuni anni fa profonde fratture, è oggi compatto. «Heath — mi dice Hugh Noyes, esperto parlamentare del Times — non aveva saputo dare, neppure con la vittoria elettorale, la stessa unità ai conservatori. E' previsione comune che, se Callaghan fosse costretto ad anticipare le elezioni, essi travolgerebbero i laboristi ». E lei, la «seconda regina d'Inghilterra», diventerebbe davvero seconda a Elisabetta nella scala di chi conta in Inghilterra. Eppure le origini sociali delle due primedonne d'Oltremanica non potrebbero essere più disparate. Thatcher è il nome del marito, un alto dirigente della compagnia petrolifera Blu mah Oil, il quale non dimostra il minimo imbarazzo a fare da «principe consorte», e anzi ha accettato di buon grado e con la consueta giovialità gli assedi dei giornalisti e gli orari bizzarri della moglie. Lei è nata Margaret Hilda Roberts, figlia di un droghiere di Grantham, nel Lincolnshire. Ma il negozio era un ambiente piuttosto angusto per una ragazza piena di interessi e di volontà di affermazione. Dopo gli studi secondari tanto fece che vinse una borsa di studio e si laureò in chimica a Oxford. Probabilmente era la strada impostale dalla famiglia, tant'è che appena laureata si iscrisse alla facoltà di legge, dove conseguì la sua seconda laurea, con la quale, entrò in un importante studio legale della city londinese. Fu l'inizio di una folgorante carriera. Il matrimonio e la nascita di tre figli, oggi ormai grandi, non le impedirono di avviarsi sul sentiero della politica, del quale aveva avuto un primo assaggio quando, negli anni dell'università, si era iscritta al partito conservatore diventando uno dei personaggi di punta delle schiere giovanili, molto apprezzata anche dagli «anziani» per le sue chiare visioni politiche, il suo pragmatismo, l'abilità oratoria. Tentò la scalata alla Camera nel '50, ma fu sconfitta. Ritentò, con successo, nel 1959. Nel '61 aveva già il suo primo incarico ministeriale, quando MacMillan la fece nominare segretario parlamentare per il ministero delle Pensioni, e rimase in carica fino al 74, quando Wilson scalzò gli avversari da Downing Street. Nel 70, quando Heath sconfìsse i laboristi, la Thatcher divenne ministro dell'Educazione. Furono momenti difficili. La grave situazione economica del Paese richiedeva tagli nelle spese, e il suo ministero dovette abolire la distribuzione gratuita del latte nelle scuole. « Thatcher the milk snatcher », Thatcher la ladra di latte, fu l'impietoso slogan coniato allora e che ancora oggi gli inglesi non le consentono di di¬ menticare. Dissero che prese quell'iniziativa a sangue freddo, e forse è vero, anche se la più recente agiografia sostiene che « la signora ministro non seppe trattenere le lacrime mentre, in aula, illustrava il provvedimento ». In ogni caso, è tipo energico. Chi la conosce bene, e la stessa impressione mi diede osservandola nei dibattiti parlamentari di allora, impressione che semmai si rafforza vedendola oggi alle prese con Callaghan, è di una donna dotata di grande forza di volontà, tenacia, smisurata capacità di lavorare, coraggio delle proprie certezze fino a rischiare l'impopolarità. Di recente si è anche dimostrata spiritosa e abrasiva, due caratteristiche che le danno lo spunto vincente in quasi tutti i dibattiti con un Callaghan sempre più stanco e grigio, con un governo laborista sfiduciato. Sta sfruttando il momento favorevole dei tories, palleggia recessione, inflazione, passivi di bilancio, produttività con la stes- sa naturalezza con cui, tutti i giorni, affronta i problemi domestici e prepara la colazione al marito. « Oggi — mi dice un collega inglese — tutti sembraI no sicuri: neppure gli impegni di governo, quando ci arriverà, potranno piegarla. E' troppo battagliera, troppo padrona di sé. A Westminster sarà lei a portare i pantaloni ». Fabio Galvano Margaret Thatcher, da 22 mesi leader dei conservatori

Luoghi citati: Inghilterra, Oxford, Ulster