Arrestata la "banda Borsalino,,: ha compiuto una ventina di rapine e forse anche un delitto

Arrestata la "banda Borsalino,,: ha compiuto una ventina di rapine e forse anche un delitto Sei giovani di Madonna di Campagna, tra cui un minorenne Arrestata la "banda Borsalino,,: ha compiuto una ventina di rapine e forse anche un delitto E' soprannominata così perché tutti i componenti vestono eleganti cappotti e portano cappelli a larga tesa - Recuperati 5 milioni e un arsenale di armi - Tra queste, una vecchia pistola calibro 10,4: sarebbe la stessa che ha ucciso la guardia giurata davanti alla banca di largo Giachino Eleganti, prepotenti e spavaldi, sempre armati: nella zona di Madonna di Campagna erano in molti a cono¬ scerli. Credevano però che fossero soltanto dei teppisti, dei bulli, dei ragazzacci che tutt'al più rubavano qualche macchina. Li chiamavano «quelli del borsalino», perché gironzolavano con abiti e cappotti di buon taglio e portavano il cappello a larga tesn che ha reso famoso Alain Delon nel film — appunto — Borsalino. Invece, i sei ragazzi arrestati ieri dalla polizia, facevano parte di una banda specializzata in rapine a mano armata, sono stati protagonisti di una folle sparatoria che per un caso non si è conclusa col morto, e su di loro incombe l'ombra di un feroce omicidio, compiuto meno di un mese fa, in largo Giachino, dove una guardia giurata in servizio davanti a ima banca fu uccisa con un colpo di pistola sparato da un bandito in fuga. I loro nomi. Claudio D'Arrando, 19 anni e il fratello Dino, 22 anni, via Giachino 36; il cognato Giovanni Faleo, 22 anni, via Vittoria 14; Leonardo Fodera, 23 anni, via Giovanni da Verazzano 61; Antonio Pesante, 15 anni, corso Vigevano 52; Carlo Fiore, 18 anni, via Cecchi 70. Quest'ultimo è evaso dal Ferrante Aporti il primo ottobre scorso. La squadra mobile (dottor Fersini) e la sezione omicidi (dottor Vinci) con i funzionari Pappalardo e Faraoni, e i sottufficiali Grassitelli, Merico, Sterpone, Guccione erano sulle tracce della «banda borsalino» da circa un mese. L'episodio che ha fornito gli elementi decisivi per identificare e arrestare i sei, è avvenuto a fine novembre, nel bar di via Giachino 36. La banda al com- pleto è entrata — borsalino in testa — e si è guardata attorno, come nella scena di un film. Voleva provocare, attirare l'attenzione su di sé. Uno dei ragazzi ha cominciato a prendere in giro un cliente del bar — Ferdinando Zippari, 34 anni — il quale, però, ha reagito subito alla prepotenza con una sberla sulla faccia di Claudio D'Ar¬ rando. I sei, allora, si sono guardati negli occhi, e a un cenno, sono usciti. Poco dopo erano di nuovo nel bar. Hanno afferrato per il bavero della giacca lo Zippari, l'hanno trascinato fuori. Ma anche questa volta l'uomo, per nulla intimorito, si è ribellato. I E' seguita una sparatoria, 1 in cui lo Zippari è rimasto ferito a una gamba da una fucilata. «Un puro caso — dice la polizia — perché la banda eroarmata fino ai denti. Evidentemente non ha voluto, di proposito, uccidere: ma si è divertita a scaricare più di un'arma». Messi insieme indizi, riconoscimenti, testimonianze, Fersini e Vinci sono passati all'azione. Uno dopo l'altro i componenti la banda sono caduti nella rete. Nel corso di una perquisizione in casa del Fateci, il dirigente la squadra mobile ha notato che la moglie del giovane, con una scusa, si allontanava. L'ha fatta seguire da un agente, e si è scoperto che la donna si recava da un'amica in via Balbis 12 per consegnarle una pistola. Anche quest'ultimo alloggio è stato perquisito, e sono saltati fuori 2 mitra, 3 fucili a canne mozze, 3 pistole, banconote per oltre 5 milioni. In un cassetto, infine, è stata trovata una pistola in uso molto tempo fa ai carabinieri, ima «Beretta» a tamburo calibro 10,4. La guardia uccisa davanti alla banca di largo Giachino è stata colpita proprio da un proiettile sparato da un'arma simile. Questo pesante sospetto va ad aggiungersi agli elementi d'accusa già in possesso del magistrato. L'elenco delle rapine compiute dai «sei Borsalino» è lungo e ancora incompleto. La polizia fino a questo momento ha fatto sapere che la banda ha assaltato l'oreficeria di via Santa Giulia 51, il supermec di calzature di via Gulli 75, il negozio di pettinatrice di corso Grosseto 85. « 1 Giovanni Faleo, Antonio Pesante, Bernardino D'Arrando, Leonardo Fodera, Claudio D'Arrando e Claudio Fiore Le armi e parte del materiale sequestrato dalla Mobile