Madama ansima di Giovanni Arpino

Madama ansima Di ritorno dalFUrss col fiatone Madama ansima Va. corri e segna. Ecco il nuovo motto della « valanga granata », che sul piatto della sua domenica calabrese ha gettato un poker di gol. Il terreno del Catanzaro è notoriamente rispettato, temuto. Lo si considera diffìcile, « spazio caldo », anche se Di Marzio non allinea certo fenomeni in squadra. Sappiamo tutti come sia arduo, per un club titolato, affrontare le insidie della « provincia ». Il Toro di Radix fa sua la posta autorevolmente, spedendo in gol non solo Graziani ma Santin e Zac. Da oggi Radix è la nuova lepre da inseguire. Se ne rende conto, come è naturale, anche se mesi e mesi ci dividono dalla conclusione. Il compito del Torino campione è in ogni caso quello di esporsi: ma se non consumeranno un Natale troppo « grasso » (adeguandosi quindi ad una austerità tipica dei calciatori però raddoppiata da quella nazionale) i « granatieri » possono addirittura aumentare il vantaggio, con i due « turni » non difficili che gli presenteranno prima il Cesena e poi il Verona. Da questo momento il principale nemico del club è un eccesso di euforia, ma già l'anno scorso Radix è stato bravissimo nel mettere le giuste sordine alle trombe. Dei dodici gol domenicali — bottino striminzito — ben quattro vengono dal campo calabrese. Poi la stitichezza degenera, con scarse reti messe a segno: importanti ma misurate col contagocce. Scivola ancora il meschinello Cesena, Napoli e Lazio non incantano, è inguaiato Giagnoni «mode in Bologna» (e domenica dovrà ricevere la Juventus), il Milan deve farsi venir l'ernia per pareggiare a San Siro con il Genoa, solo Giacinto Magno interista riesce a stecchire la Sampdoria a Marassi al novantesimo minuto. Veniamo alla Vecchia Madama vista al Comunale Pareva dovesse cuocere la Fiorentina in un paio di bocconi. Dall'I 1° al 21° minuto costruisce ben cinque palloni-gol, lasciandone poi tre ai viola in contropiede. Ma i bianconeri li sbagliano tutti, neppure impensierendo troppo il portiere toscano, mentre Zoff deve operare un paio di interventi eccezionali per salvare la propria rete. La partita è apparsa solo a tratti decente. Per il resto: noia, accademia magari virulenta e volonterosa ma cieca, oppure una sorta di Gabinetto Viesseux calcistico, se è lecito citare quell'illustre luogo fiorentino di cultura, venato da sapori anche troppo classicheggiami. Qualcuno ha detto: la Madama, « re¬ tour de Donetzk », mostra le occhiaie per i viaggi troppo lunghi. In parte è vero, visti alcuni « punteros » molli e non rinfrescati da un pronto recupero. Tuttavia rimangono clamorosi i pallottolieri dei gol gettati al vento: anche nella ripresa, condotta con un « forcing » nebuloso (unici a spingere: Causio e Gentile) almeno altri tre palloni-gol sono stati creati, e uno, al 60°, meriterebbe d'essere definito tafferuglio-gol, per il trepestar di bulloni sull'erba davanti al lungo Mattolini. C'era Antognoni, ha fatto vedere alcune cose egregie, ma lo ha « cancellato » dopo un'oretta una ferita derivatagli da un « tackle » dell'incolpevole Gentile. Grande arruffio, gioco congelato, sole splendido ma inutile: non sapeva certo chi illuminare, se non Zoff o alcuni attimi iniziali tra il Tardelli e il « settebellezze » viola. Il buon Romeo Benetti, non ancora ripresosi da viaggi e polemiche astiose, era sì nelle manovre, ma aveva paura di far male anche alla palla. Certe volte muoveva il suo stesso piede come se lo ritenesse di porcellana. E così la Madama ha subito un altro punto di svantaggio, impostole dall'implacabile Torino. Qualcosa nel « motore » juventino va rivisto, dando alternativa a uomini provati: ma un Marchetti gettato nella giungla affannosa dopo un'ora esatta poteva solo essere travolto dal marasma. Mica è Di Stefano, povero ragazzuolo. Il campionato si delinea alla brava, con i campioni legittimamente in fuga, la Juve a due lunghezze, gli altri speranzosi solo negli errori del « vertice ». La mazzata granatiera a Catanzaro può già immalinconire qualche avversario meno grintoso. Non si cammina mai bene nella scia della polvere altrui, se non si sfodera gran carattere. E' certo che Trap saprà ridare una botta al cerchio bianconero: ma eccolo costretto a vincere fin da domenica prossima a Bologna, dove il Giagnoneddu mica può rischiare la pelle. Uno sfogo di marca juventina? Da registrare e offrire a tutti? Ma sì. Eccolo: riguarda un tifoso grassone ed evidentemente maschilista che ad ogni minuto perso, ad ogni marronata del centrocampo bianconero lanciato in vano assedio, insulta la moglie lì presente con irriferibili epiteti. Tutto ciò che lui non può sbattere in faccia a Boninsegna, Furino. Bettega. deve ingurgitarlo lei, brava donna. Roba da denunciarlo alle femministe. Dopotutto vi sono di mezzo l'una e l'altra Madama. Giovanni Arpino

Luoghi citati: Bologna, Catanzaro, Cesena, Lazio, Napoli, Torino