Gli agenti discutono della "loro,, riforma di Alvaro Gili

Gli agenti discutono della "loro,, riforma Punto per punto il progetto di legge pei Gli agenti discutono della "loro,, riforma Poliziotto di quartiere, carriera più «aperta», decentramento di competenze burocratiche a Comuni e Regioni, diritti sindacali Agenti e funzionari di pubblica sicurezza si incontreranno stasera a Torino in via Porpora, nella sede della Federazione provinciale Cgil, Cisl, Uil. Fanno parte del comitati di studio e di coordinamento, eletti da tutti gli appartenenti al corpo di polizia della questura di Torino. All'ordine del giorno c'è l'esame della proposta di legge presentata di recente in Parlamento da un gruppo di deputati comunisti per il riordinamento democratico del corpo di ps. Riunioni di questo tipo avvengono, in questi giorni, in tutta Italia. « E' un progetto che, a grandi linee, sembra incontrare il favore di tutti» , dicono alla questura torinese. «Certo è difficile accontentare SO mila persone in blocco (l'intero organico in Italia, n.d.r.)». Ma qual è, nei dettagli, il primo giudizio del comitato di studio torinese sul progetto di legge pei? Nei 57 articoli ci sono molte novità (come le stazioni di polizia di quartiere, sul tipo di quelle inglesi, che si mantengono in stretto contatto con i comitati rionali) che non vengono messe in discussione. Ma altri punti sono controversi. A cominciare dall'articolo quattro, che prevede la possi- bilità di scegliere il Capo della polizia «anche» tra gli ufficiali di ps con qualifica di dirigente generale. Questo significa, in teoria, che la scelta potrebbe continuare a cadere sui prefetti. «Al vertice della polizia, invece, dovrebbe sempre esserci un "poliziotto"» dicono. Il coordinamento, inoltre, vorrebbe dare la possibilità di accedere alla carriera direttiva, per la metà dei posti vacanti tra gli ufficiali, ad un maggior numero di persone. Nella proposta si legge che è necessaria la laurea in giurisprudenza o in scienze politiche per essere ammessi, dopo un anno di addestramento, al grado di commissario. «La carriera — si obbietta — potrebbe essere aperta anche a coloro che hanno un titolo di studio di scuola media superiore, con un corso biennale. Vale a dire: ni sottufficiali, alle assistenti di polizia, agli appuntati e alle guardie ». Vediamo ora, in sintesi, i punti di maggior rilievo del progetto di legge (che a Torino sperano vengano inseriti nel disegno di riforma Cossiga). Reparti mobili — Non potranno essere dotati di armamento pesante bellico. Dovranno essere organizzati in squadre e nuclei di «agile mobilità». Istituti di istruzione — Oltre alla scuola superiore di polizia, saranno creati corsi per allievi ispettori (maschili e femminili). Alle lezioni presso le scuole di polizia potranno essere ammessi anche gli appartenenti ai corpi di polizia urbana. Per nessun motivo gli allievi potranno essere impiegati in servizi di ordine pubblico. Decentramento competenze — Il lavoro dell'attuale polizia amministrativa (nullaosta, rilascio di licenze, passaporti) verrà assegnato al Comune o alla Regione. Carriera di concetto — Si suddivide in: ispettori scelti e di prima classe; tutti con la qualifica di agente di ps. Corriera esecutiva — Agente di polizia in prova, di carriera continuativa e ispettore di seconda classe. Polizia femminile — Alle donne competono le stesse attribuzioni e funzioni del personale maschile. Unica eccezione: l'ordine pubblico. Carriera e trattamento economico sono identici. Orario e turni — Quando le esigenze lo richiedono, gli agenti sono tenuti a prestare servizio, pagati, oltre le 42 ore settimanali di lavoro (attualmente l'orario è molto elastico). Diritti sindacali — A tutti gli appartenenti al corpo di polizia è garantito il diritto di organizzazione sindacale. Però non possono scioperare. Alvaro Gili

Persone citate: Cossiga

Luoghi citati: Italia, Torino