Stenmark, prima sconfitta di Giorgio Viglino

Stenmark, prima sconfitta L'impresa riesce allo svizzero Walter Tresch, non ai discesisti azzurri Stenmark, prima sconfitta A St-Moritz nello slalom parallelo per le World Series - Il primo dei nostri, Gustavo Thoeni, è soltanto quarto - Subito eliminato Pierino Gros, che si è lussato un dito urtando cmi violenza contro un paletto - All'Italia arriva il successo a squadre (Dal nostro inviato speciale) St-Moritz, 5 dicembre. Lo slalom parallelo conferma di uscire dagli schemi consueti di giudizio dando un risultato imprevedibile, frutto di eventi altrettanto Improbabili verificatisi nel corso delle diverse eliminazioni. Ha vinto Walter Tresch, lo svizzero dai denti di topo, che fu protagonista negativo alla finale di Val Gardena avendo favorito, secondo l'accusa svedese, la qualificazione di Gustavo Thoeni contro Stenmark. Oggi le parti si sono invertite, Tresch ha eliminato Gustavo, ma poi il risultato conclusivo non è cambiato e Stenmark le ha buscate, anche questa volta ruzzolando fuori pista e rimanendo a terra con il faccino incapace di rabbia, soltanto un pochino stupito. Quindi, per la prima volta nella stagione, ha perso anche l'Imbattibile Ingemar, e spiace un pochino che a batterlo sia stato uno svizzero che campione non è mai stato. I nostri eroi, invece, non hanno fatto oggi granché, pur se hanno concluso vittoriosamente la gara a squadre per l'aggiudicazione delle World Series. Credo soprattutto sia stato un difetto di concentrazione: il parallelo si corre su pista breve, a contatto con il pubblico e con gli addetti al lavori, tante manches diverse e dopo ognuna una pausa. C'è da distrarsi, soprattutto In partenza e non a caso chi è andato più avanti ha carattere un po' meno latino come Nreckler e Thoeni. Sono finiti fuori subito, eliminati senza troppa gloria, Gros e Bieler, non contribuendo cosi nemmeno al punteggio di squadra. Pierino le ha buscate In pista al termine di due manches portate sino alla fine da Bohumil Zeman, cecoslovacco alla sua giornata di gloria e per di più ha Incocciato con una mano in un palo procurandosi una probabile lussazione di un dito. Bieler è saltato due volte contro Paul, il più giovane dei fratelli Frommelt. Non è per trovar scuse, ma gli azzurri sono stati costretti dalla sorte a correre quasi sempre la prima manche sulla pista rossa, più lenta all'avvio é globalmente penalizzata di qualche decimo. La difficoltà ad avviarsi, poi la necessità di recuperare, ha finito per far perdere, e mai trovare, il ritmo necessario per scendere con rapidità In mezzo a questo serpentello ghiacciato privo di grosse difficoltà tecniche, visto che i salti sono stati eliminati e di conseguenza anche quel tanto di acrobatismo che da essi ne derivava. Questi svizzeri, poi, hanno realizzato In modo atipico la pista, facendo correre un • asimmetrico > anziché un « parallelo »: ogni tratto di 30-40 metri dava vantaggio ad un concorrente o all'altro, e se alla fine le differenze più o meno si compensavano, quasi ma! si è avuta l'emozione di vedere I due concorrenti procedere alla pari e poi distanziarsi per abilità propria e non per fattori esterni. Tra i paralleli organizzati finora a livello mondiale questo è stato sicuramente il migliore sul plano di impegno tecnico, ma assai meno spettacolare del consueto. Fuori Bieler e Gros al primo turno, e con Phil Mahre, Hinterseer e Jones, si passava agli ottavi di finale, che proponevano due confronti Interessanti. Stenmark trovava Neureuther e lo batteva di pochissimo nella prima manche con favore di pista; nella seconda il tedesco era nettamente davanti, ma sull'ultimo ripiano una porta fatta saltar via gli finiva davanti bloccandolo. In fondo al tabellone si trovavano invece Radici contro Thoeni: Fausto saltava fuori con tempismo eccezionale dai cancelli e dopo tre porte aveva cinque metri di vantaggio approfittando anche del tracciato blu. Di li a poco inforcava però su un palo e finiva ruzzoloni in mezzo alle gambe di Gustavo che lo evitava elegantemente per proseguire fino al termine e qualificarsi agevolmente. Passava anche Noeckler, seppur pasticciando assai, privo di esperienza com'è, al danni di Adgate, battuto dopo aver ottenuto la prima qualificazione contro Steiner: benvenuto lo sposta mento di tabellone dopo la protesta di ieri sera, che ha permesso di evitare lo scontro diretto con Thoeni. Lo Stenmark non tanto sicuro di oggi buscava nettamente contro Andreas Wenzel nella prima manche dei quarti perdendo però di un secondo. Chissà come, nella seconda Wenzel praticamente si fermava nell'azione a quattro porte dalla fine e regalava II turno a Stenmark per un margine minimo. Cotelli, maligno come sempre, commentava: 'CI avevano accusati di aver comprato la Svizzera allora, loro Invece al massimo riescono con II Liechtenstein -, Zeman, intanto, continuava nella sua giornata d'eccezione eliminando Frommelt giovane, mentre Thoeni si disfava di Willy. Tresch aveva ragione di Noeckler, mai in corsa proprio per l'ansia di rimontare: massiccio com'è nel fisico, l'azzurro non ha del resto molte probabilità di riuscire in prove tanto corte. Semifinali strane. Zeman cadeva due volte lasciando via libera a Stenmark. Gustavo Thoeni. invece, partiva impacciato sulla pista rossa, rischiava di saltar fuori ed all'arrivo accusava da Tresch [ quasi un secondo e mezzo di distacco, quanto tocca ai penalizzati per salto di porta o caduta. Nella seconda, la smania di attacco lo portava spesso fuori linea e il successo serviva soltanto a ridurre di metà lo svantaggio di prima. Gustavo non ama perdere e su¬ bvzIfnps bito dopo affrontava il cecoslovacco Zeman con la determinazione di stroncarlo: invece era Incerto sulla maledetta «rossafinendo per perdere; rimontava nettamente nella seconda, ma proprio sull'ultimo terrazzino spigolava, puntava sui fotografi e li saltava con una stupenda acrobazia che soltanto lui è in grado di compiere. -Posso fare il circo, non gli slalom- diceva con un ghigno rabbioso mentre dal basso guardava Tresch consumare la sua vendetta. Questa volta Stenmark, partito sulla pista più lenta, non trovava mai il ritmo e lo svizzero si avvantaggiava sempre di più. Avrebbe tagliato il traguardo con almeno un paio di secondi di margine se Ingemar, accortosene con perfetta lucidità, non si fosse autoeliminato con una volontaria uscita di porta per prendersi il distacco minore. Ma non c'era nulla da fare, Tresch gli teneva testa anche nella seconda e Stenmark nell'ansia di attaccare finiva per Inciampare in un palo e ruzzolare con la faccia nella neve. Il sorcetto scendeva fino al fondo ridendo contento e mostrando questa volta tutti i denti. Giorgio Viglino

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