Delitto Occorsio: ecco i retroscena chi l'organizzò, come fu attuato di Silvana Mazzocchi

Delitto Occorsio: ecco i retroscena chi l'organizzò, come fu attuato I documenti dell'inchiesta al giudice istruttore Delitto Occorsio: ecco i retroscena chi l'organizzò, come fu attuato Roma, 5 dicembre. Domenica di lavoro e di « ritiro » per i magistrati fiorentini Pierluigi Vigna e Luigi Pappalardo che domani consegneranno al consigliere istruttore-capo fiorentino Giuseppe Pedata gli atti sull'uccisione del giudice Vittorio Occorsio per la formalizzazione dell'inchiesta. Esaurita l'inchiesta sommaria i pubblici ministeri cedono ora il passo al giudice istruttore che dovrà condurre quella formale. Nel trasmettere gli atti raccolti, Vigna e Pappalardo consegneranno a Giuseppe Pedata una memoria d'accompagnamento nella quale sono riassunte le posizioni processuali degli imputati in carcere, quelle dei latitanti e quelle dei testimoni; è inoltre esposta l'ipotesi di lavoro seguita fino a questo momento dagli inquirenti. Il contenuto del documento è sostanzialmente questo. La matrice del delitto è fascista; il killer di Occorsio, assassinato il 10 luglio scorso, è ritenuto Pierluigi Concutelli, latitante. Il suo ordine di cattura è per l'omicidio del magistrato. Secondo della lista è Gianfranco Ferro, 26 anni, in carcere a San Gemignano. Per lui i magistrati ipotizzano il « concorso » sia nell'omicidio di Occorsio sia nella « rapina » della 124 beige usata da Concutelli e da un'altra persona (rimasta sconosciuta) per recarsi in via Giuba il mattino del delitto. L'auto era stata rubata sotto la minaccia delle armi il giorno prima. A Ferro si imputa anche il favoreggiamento. La stessa accusa di aver favorito la fuga di Concutelli è contestata ad otto imputati: Sandro Sparapanì, Giuseppe Pugliese, Giorgio Cozi, Marcello Sgavicchia, Pasquale Damis, Leone Di Bella, Francesco Rovella (in carcere) e a Claudia Papa, l'ex segretaria femminile della sezione missina della Balduina, tuttora latitante. Ai dieci imputati è contestato ancora un secondo ordine di cattura per « ricostituzione di partito fascista », cioè tutti facevano parte di una organizzazione eversiva nella quale maturò il delitto del giudice Occorsio. Questa è l'ipotesi messa a punto dai magistrati: all'inizio del 1976, sulle ceneri del disciolto « Ordine Nuovo », nacque a Roma una nuova organiszazione che disponeva di filiali in tutta Italia, tesa a « federare » gli elementi neofascisti andati dispersi dopo i recenti processi contro l'eversione nera. A tenere le fila del lavoro erano i capi storici del neofascismo, latitanti in Spagna e in Corsica mentre a curare i collegamenti tra l'Italia e l'estero erano Pierluigi Concutelli e Giuseppe Pugliese (già in contatto con Mario Tuti). Il delitto Occorsio probabilmente fu deciso in Spaglia e organizzato a Bastia in Corsica dove si tennero j parecchie riunioni alle quali parteciI parono alcuni degli imputati ora in I carcere. I finanziamenti erano messi insieme e « coordinati » da Concutelli, il cassiere del gruppo; due conti in Svizzera venivano costantemente riforniti di danaro sporco riciclato via Londra, canale la « Universal Banking Corporation ». I soldi erano provenienti da sequestri di persona e rapine; nei primi furono coinvolti ex missini, personaggi di rilievo nel par tito. In questo ambiente, secondo i magistrati, sono da ricercare i mandanti del delitto: tra i neofascisti più potenti e con più disponibilità di protezioni in Italia e all'estero, sia dal punto di vista economico che politico. L'attenzione del giudice istruttore — secondo i pubblici ininisteri — dovrà essere puntata su quei personaggi che, pur non essendo entrati finora nel processo, risultano dagli atti essere gli « ispiratori » del gruppo fascista che aveva progettato di eseguire il delitto Occorsio. Gli inquirenti ritengono che solo una frattura all'interno dell'ambiente neofascista ha fatto sì che, all'ultimo momento, il delitto di Occorsio fosse firmato con la vecchia sigla « Ordine Nuovo ». Domani l'istruttore capo di Firenze, Pedata, deciderà a chi affidare l'inchiesta se non riterrà di condurla in prima persona. Silvana Mazzocchi

Luoghi citati: Corsica, Firenze, Italia, Roma, Spagna