Da oggi il "via,, alla radio dei programmi regionali di Ugo Zatterin
Da oggi il "via,, alla radio dei programmi regionali Limitati a un'ora al giorno (dalle 14 alle 15) Da oggi il "via,, alla radio dei programmi regionali L'avvio è poco più che simbolico ma apre la strada per il 1977, come dice Ugo Zatterin direttore di sede a Torino, a più ampie trasmissioni radio-tv decentrate La Rai manda da oggi in onda — tra le 14 e le 15 — un primo programma radio decentrato: nelle 21 regioni italiane gli ascoltatori avranno modo di seguire spettacoli, informazioni e cronache con caratteristiche particolari. Una notizia che riempie al tempo stesso di soddisfazione e di scontento. L'iniziativa è giusta perché rientra nello spirito di riforma della Rai, accusata fino a ieri di centralismo. Nelle redazioni dei singoli capoluoghi di regione si formeranno nuovi quadri, si lanceranno nuove proposte. Inoltre un approccio più immediato con gli utenti servirà forse a risanare la crisi delle trasmissioni radiofoniche. Voci non ufficiali parlano, per radiouno, di un piano che avrebbe bisogno di 144 ore in più del previsto; per radiodue di una perdita di 400 mila ascoltatori; per radiotre di una flessione che si sarebbe arrestata ai 10 mila soli apparecchi sintonizzati in un'ora. L'iniziativa sembra però ridotta, se si tiene coato delle aspettative degli abbonati e delle promesse del consiglio d'amministrazione Rai. Ora ci troviamo di fronte, in pratica, a una sola mezz'ora di programmazione inedita perché tra le 14,30 e le 15 sono confermati i « vecchi » radiogiomali redatti dalle équipe giornalistiche che al momento attuale non risultano rafforzate. « I primi delusi siamo stati noi » dicono senza fare nomi a Radio Torino. Inutile domandare perché salta la seconda prevista ora di trasmissione: in queste cose il consiglio di Roma è tuttora sovrano. Però sembra chiaro che la decisione ha lo scopo di non avvilire le sedi minori regionali, prive di «potenziale» per affrontare l'impegnativa situazione. D'altronde non si poteva cominciare una riforma democratica mettendo su piani diversi i singoli raggruppamenti. Sarà l'esperienza stessa del rodaggio a ricreare le diversità: importante non farne casi di razzismo culturale. Quali sono in proposito le linee generali della riforma? Eccole. Sganciare la rete di modulazione di frequenza dalla rete di modulazione di ampiezza, riservando l'ampiezza ai programmi nazionali e la frequenza ai regionali. Evitare contrasti tra i settori del varietà e del giornalismo, il quale ultimo, per non essere scavalcato, otterrà che tutti i servizi parlati non giornalistici abbiano un riferimento alla cultura o allo spettacolo e non semplicemente alla cronaca. Avere nel "77 le due ore giornaliere radio e l'ora settimanale tv decentrate. Infine avviare il lancio della retetre televisiva per il '78, con un trasmettitore per ogni regione. Un inizio poco più che simbolico, dunque, quello di oggi. I lati positivi saranno costituiti dalla trasmissione in diretta, dalla formula immediata, dalla presenza di animatori qualificati. « Noi abbiamo bisogno di discjockey che non dicano fregnacce » spiegano pittorescamente alla Rai. E il lato tecnico? Limitando l'analisi al Piemonte, si prevede che Pont Canavese e alcuni centri del Novarese, i quali sono collegati con il trasmettitore di Monte Penice e non con l'Eremo, rimarranno in zone d'ombra. Per la televisione le cose si complicheranno ancora, in relazione alla presenza delle montagne. Si pensa in ogni modo che per il '78 metà degli utenti siano raggiunti senza difficoltà. Per rimanere a Torino e regione, la Rai oltre ai servizi giornalistici ogni giorno darà mezz'ora di vita regionale (lunedì); servizi su personaggi, istituzioni e costumi del Piemonte (martedì); un panorama culturale con spettacoli, libri e mostre (mercoledì); tradizione e folklore (giovedì); il Pie¬ monte da scoprire, o da salvare (venerdì); uno spettacolo musicale, con personaggio, cantautore, complesso ecc. (sabato). I disc-jockey sono per ora Guido Boursier, Donata Gianeri, Piero Novelli, Giorgio Vivalda. Oggi il via, senza formalità, con un indirizzo al pubblico di Ugo Zatterin. Non si attendono ascoltatori determinati, l'interesse dovrebbe nascere di volta in volta anche con il concorso dei cosiddetti programmi dell'accesso che aprono direttamente gli studi a enti, partiti, associazioni. In proposito alla Regione Piemonte si nota una insolita animazione: le novità passeranno pure attraverso gli uffici locali. Zatterin, direttore di sede, è il primo a rallegrarsene: «A ciascuno di noi fa piacere aprire queste trasmissioni perché danno davvero l'idea della partecipazione regionale. In questi mesi ci toccherà riscaldare l'ambiente per il futuro: pensiamo di trovarci solo all'inizion. In breve. Nessuno crede di mettersi a posto la coscienza inserendo sul giradischi La luna d' Moncalè o intervistando il tipografo che conobbe Gobetti. Il tempo e l'impegno sono destinati ad aumentare. Piero Perona
Persone citate: Donata Gianeri, Giorgio Vivalda, Gobetti, Guido Boursier, Piero Novelli, Piero Perona, Pont Canavese, Ugo Zatterin, Zatterin
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