ENDER E MOT, LO SPORT PERDE DOE STELLE

ENDER E MOT, LO SPORT PERDE DOE STELLE L'esasperazione agonistica e l'ipocrisia dei dirigenti bruciano i campioni ENDER E MOT, LO SPORT PERDE DOE STELLE A soli 18 anni la più famosa nuotatrice del mondo annuncia il suo ritiro - Ha battuto 23 primati mondiali, e vinto dodici medaglie d'oro e 4 d'argento tra olimpiadi e campionati iridati Un breve, laconico dispaccio di ; agenzia da Berlino Est annuncia il ritiro dalle competizioni di Kornelia Ender, la più famosa, brava e bella nuotatrice del mondo. In un'intervista concessa alla Adn, organo ufficiale di stampa della Germania Orientale, la campionessa dichiara di essere troppo vecchia per continuare l'attività agonistica. «Sono stanca — dice la Ender —, ora voglio dedicarmi agli studi. Desidero prendere la laurea in medicina, specializzandomi in pediatria, perché adoro i bambini. Il mio ritiro non pregiudicherà Il predominio delia Ddr nel nuoto femminile: sono convinta che Barbara Krause nello stile libero e Andrea Poliack nella farfalla sapranno far meglio di me. L'unico record che probabilmente resisterà a lungo sarà quello dei 200 stile libero». Con l'uscita di scena di KorneIla Ender lo sport perde sicuramente una delle sue maggiori protagoniste, una 'Stella' di prima grandezza che ha caratterizzato il periodo compreso fra le Olimpiadi di Monaco e quelle di Montreal, con l'Intermezzo del campionati mondiali di Belgrado e di Cali. In sei anni di carriera (la ragazza si era messa per la prima volta in evidenza alle Spartakiadl del 1970 a soli 12 anni) la bella Kornella ha vinto tutto: quattro medaglie d'oro e quattro d'argento ai Giochi, otto vittorie iridate, battendo a più riprese ben 23 record assoluti, Il più prestigioso dei quali è quello del 100 stile libero, ottenuto a Montreal con S5"65, un limite che si avvicina al primati maschili. La notizia dell'abbandono non sorprende. Non è la prima volta, nel nuoto, che un atleta si ritira giovanissimo. La Ender ha 18 anni compiuti (è nata a Plauen il 25 gennaio 1958) ma gareggiava da otto stagioni. Otto anni, senza contare quelli trascorsi In piscina nella fase di preparazione, durante I quali la bionda atleta non ha conosciuto soste. Undici mesi all'anno di allenamenti stressanti, di gare sempre ad altissimo livello avrebbero stroncato la resistenza e la volontà di chiunque, soprattutto di chi era — come la Ender — 'obbligato' a vincere sempre, perché rappresentava un simbolo, il simbolo di una nazione sana e forte. Kornella Ender è stata l'elemento trainante di una squadra che In pochi anni ha sovvertito i valori del nuoto mondiale femminile. Da più parti questa evoluzione è stata accolta con sospetto, con accuse più o meno larvate: si è parlato di misteriosi • doping », di ormoni, di esperimenti scientifici al limite dell'etica sportiva. La prova maggiore portata a sostégno di queste tesi si è basata sugli stessi straordinari risultati ottenuti dalle ragazze tedesche orientali, risultati mal imitati In massa, con lo stesso strapotere dagli uomini della Germania Est che hanno avuto in questi anni soltanto due elementi di assoluto valore mondiale con Il fuoriclasse Roland Matthes e con Roger Pyttel. Tuttavia la stessa Kornelia è al contrario la dimostrazione più valida di come certi dubbi non siano completamente fondati o — per lo meno — non sempre fondati. La Ender non è mai stata soltanto un • robot » costruito In laboratorio, una macchina elabo- rata per nuotare e lare i record. Insieme ad una tecnica perfetta, la bionda ragazza tedesca ha sempre fatto sfoggio di una classe eccezionale, di un talento naturale che l'hanno messa un gradino al di sopra di tutte le rivali, comprese le sue fortissime compagne di squadra. Vederla nuotare è sempre stato uno spettacolo, anche quando — per esemplo — ha sbagliato tattica come al campionati mondiali di Cali, ed è stata sconfitta (forse è stata questa l'unica sua grande delusione in tanti anni di successi) sul 200 stile Ubero dall'americana Shtrley Babashoff. Nel quattro anni In cui l'abbiamo potuta seguire personalmente, Kornelia Ender ha lasciato in noi un ricordo Indelebile non soltanto per le sue Imprese. Ricordiamo Il suo sorriso timido, la sua gioia quasi infantile quando l'abbiamo vista buttarsi nelle onde artificiali della piscina del Prater al campionati europei di Vienna, la sua curiosità di giovane ragazza davanti alle vetrine multicolori del negozi di cosmetici nei giorni di un meeting disputato ad Asti. Ma II momento In cui Kornelia ci è piaciuta di più è stato la sera del 25 luglio scorso a Montreal quando la staffetta della DDR è stata sorprendentemente battuta da quella americana. Uscita dall'acqua quasi In lacrime la Ender si è avvicinata con un sorriso alle rivali tendendo la mano a Shlrley Babashoff e l'altezzosa nuotatrice statunitense ha girato il volto da un'altra parte. Kornelia allora ha avuto un moto di rabbia, un fremito tutto femminile che l'ha resa adorabile, ancora una volta vincente nel confronto umano. Cristiano Chiavegato L'olimpionico francese squalificato a vita per professionismo - Aveva cercato di uscire dall'equivoca situazione attuale (Nostro servizio particolare) Amsterdam, 14 novembre. La federazione internazionale di atletica leggera ha squalificato a vita II campione olimpionico dei 110 ostacoli Guy Drut. L'atleta francese ha venticinque anni ed aveva espresso l'intenzione di smettere con la propria specialità ed eventualmente dedicarsi al decathlon, la prova più completa nella quale appariva fin d'ora un potenziale fuoriclasse. Tale decisione era condizionata proprio dalla soluzione dei problemi finanziari non indifferenti che poneva la continuazione dell'attività nello status ibrido del dilettantismo grigio applicato nell'atletica. Nell'intento di provocare un qualche cambiamento, Drut aveva rilasciato tempo addietro dichiarazioni ben precise circa i guadagni che l'atletica gli consentiva. I dirigenti dell'laaf hanno preso proprio queste parole come elemento d'accusa nel processo istituito contro l'atleta. « La questione Drut è molto semplice — ha dichiarato il presidente della federazione, l'anziano Adrian Pau! len —. In un articolo pubblicato da una rivista francese, Drut aveva ammesso di aver percepito danaro per la sua partecipazione ad alcune riunioni di atletica. Noi abbiamo domandato alla federazione francese di verificare l'esattezza delle dichiarazioni di Drut ed è stato accertato che l'atleta ha percepito da 700 a 1200 dollari a riunione. Drut ha quindi Infranto l'articolo 26 e non è re¬ stata che una cosa da fare: squalificarlo : Un portavoce dell'laaf ha poi proseguito sulla medesima linea fingendo d'Ignorare lo spirito di denuncia con cui erano state fatte le dichiarazioni dal campione, dicendo con molto sussiego: « La laaf non esiterà a usare lo stesso metro per chiunque osi violare la sua condizione di dilettante ». Drut, dal canto suo, ha replicato con parole molto pacate: 'MI aspettavo qualcosa del genere, visto che nessuno ha voluto affrontare il problema vero, quello del nostro semi-professionismo. Forse hanno Intenzione di sacrificare me per poi fare qualcosa: in questo caso sarei già contento poiché avrei contribuito a sanare una situazione insostenibile. L'importante per me è che non mi abbiano colpito, togliendomi una medaglia che ho vinto con tanta fatica ». La laaf ha anche approvato una modifica nel regolamento che prevede l'omologazione del primati mondiali soltanto se la gara presa in considerazione avrà un controllo antidoping ed ha inoltre definito la partecipazione alla prima Coppa del Mondo prevista per il '77 a Dusseldorf. Vi parteciperanno otto squadre: la selezione Usa, le due prime formazioni della Coppa Europa, una mista continentale per Europa, Africa, Asia e America, e una selezione cosiddetta • del Pacifico » che comprenderà atleti australiani, neozelandesi, e delle isole di quell'oceano. r. s. ; ! Popolarità di Drut: eccolo su una rivista giapponese