Bearzot aspetta Don Revie per annunciare la formazione di Bruno Bernardi

Bearzot aspetta Don Revie per annunciare la formazione Bearzot aspetta Don Revie per annunciare la formazione Sottile guerra psicologica tra i due - Se gioca Bowles toccherà a Gentile, altrimenti ci sarà Mozzini - "Io stimo gli inglesi — dice l'allenatore azzurro — le critiche caricheranno i nostri" (Dal nostro inviato speciale) Fiuggi, 14 novembre. Bowles o Pearson? Il dubbio di Don Revie condiziona la scelta dello stopper azzurro ma non sembra angustiare particolarmente Enzo Bearzot. « Se gioca Pearson o Royle tocca a Mozzini, se c'è Bowles penso che un tipo come Gentile sia l'uomo adatto per controllare II mancino del Queen's Park Rangers-, dice senza perifrasi il tecnico nell'albergo di Fiuggi che ospita ancora per poche ore la Nazionale prima del trasferimento a Roma. In attesa che Don Revie scopra le sue carte, Bearzot prepara con cura le contromosse e si dilunga ad analizzare la sfida con l'Inghilterra sotto l'aspetto tattico. « MI stupirei se Bowles non fosse utilizzato — puntualizza Bearzot —. E' l'uomo dell'ultimo passaggio, della rifinitura verticalizzata, che manca alla rappresentativa Inglese. L'ho seguito attentamente in campionato ed In alcuni spezzoni di film e, In certi atteggiamenti, ricorda Jimmy Greaves: fisicamente non è potente, ma usa con maestrìa il sinistro, alla Slvorl, per liberarsi del suo avversarlo e per calciare con precisione a rete. Agisce da centravanti arretrato. La Nazionale lo ha spesso ignorato per la sua vita da "hippy": è un capellone che ama I locali notturni. Lo affiderei a Gentile certo che, in questo caso, Mozzini accetterebbe serenamente l'esclusione, sapendo che non è piacevole incontrare un avversarlo che, per le sue caratteristiche, potrebbe fargli fare una brutta figura. Mozzini è uno stopper puro: se avessi potuto disporre di Bellugl, che non ha problemi a seguire un avversario slmile, avrei messo 11 bolognese su Channon, con Tardetti su Bowles, Invece dovrò cambiare uomo ». Bearzot annuncerà martedì, a mezzogiorno, la formazione ma si riserva di modificarla In base a quella che Don Revie consegnerà all'arbitro. E' una sottile • guerra psicologica > quella che Il commissario tecnico inglese sta conducendo nel nostri riguardi. Dopo le accuse di gioco pesante, ha mosso alcune critiche « tecniche > agli azzurri, enunciando i difetti di Zoff, Antognoni e Capello e spiegando che la folla romana è volubile. « Nessuno gli proibisce di criticare — ribatte con notevole "falr-play" Bearzot —. Personalmente stimo i suoi giocatori. Ce ne sono un palo, Keegan e Channon, superiori alla media mentre gli altri sono buonissimi, con pregi e difetti che Illustrerò agli azzurri. Le critiche di Don Revie, anziché scaricare 1 nostri atleti, potrebbero scuoterli. Insomma ne sortirebbe l'effetto opposto a quello che, forse, sì attende il mio collega Inglese le cui dichiarazioni lasciano II tempo che trovano, così come ormai ci ha abituati ai "misteri" circa la formazione '. — Se l'Inghilterra dovesse davvero sconfessare la sua tradizione offensivistlea in questa prima partita ufficiale con l'Italia, presentandosi all'Olimpico senza vere punte, scompaginerebbe I vostri piani? • Non so se gli inglesi stanno preparandosi ad una gara di contenimento oppure se vogliono affrontarci a viso aperto — spiega Bearzot —. So soltanto che noi abbiamo una sola strada da seguire, quella di un gioco che ci permetta di Incamerare I due punti In palio, disponendoci tatticamente con Intelligenza, attaccando ma senza farci risucchiare In avanti ed esporci al loro contropiede. Ce l'abbiamo fatta con la "melina gigante" dell'Olanda e possiamo ripeterci mercoledì. Ad azione finita punte e centrocampisti dovranno rientrare. Se segneremo per primi un gol tutto sarà più facile e le possibilità di andare a rete con successo le abbiamo. Ma guai ad accusare cedimenti: gli inglesi non perdonano. Don Revie potrebbe be¬ nissimo schierare insieme Channon, Bowles e Keegan cosi come aveva imbottito l'attacco di punte con la Finlandia a Wembley ottenendo modesti risultati. Rinunciando a una punta fissa violenterebbe lo spirito ed il carattere anglosassone, incapaci di subire: ciò potrebbe essere deleterio per loro anche se sarebbe chiara l'intenzione di accorciare la squadra infoltendo la metà campo per strappare un pareggio. Noi dovremo comportarci come la Juventus con il Manchester United con il vantaggio psicologico di dover vincere senza la paura dì subire un gol -. Anche Fulvio Bernardini, con il | solito tono scanzonato, concede una replica ai giudizi di Don Revie. Con ironia, il « dottore • dice che Don Revie la sa lunga sull'Italia perché qualche giornalista italiano deve avergli fatto una ■ spiata ». Poi soggiunge: « Non condivido i suoi giudizi ma concordo sulla volubilità del nostro pubblico anche se quello inglese è altrettanto volubile: dopo la stentata vittoria sulla Finlandia cantava in coro "Inghilterra, bidoni per l'immondizia". Noi sappiamo cosa vale la squadra azzurra sul piano tecnico e sappiamo che, attualmente, è sorretta da una buona condizione fisica. Ci sono giocatori al posto giusto e altri che, in zone diverse da quelle che occupano in campionato, se la sbrigano benissimo. £' una squadra in grado di difendersi e di attaccare. E' chiaro che il Brasile, che è più forte, potrebbe venire a Roma e batterci, ma se non ce la facciamo a piegare in casa nostra gli inglesi, che come noi sono in ripresa e che conosciamo bene, allora vuol dire che non siama degni della qualificazione ». Poi c'è l'immancabile frecciarla polemica ai giornalisti: • Finalmente, adesso che non me ne occupo più io, secondo l'opinione di certa critica, c'è una buona squadra, c'è un Cuccureddu che ha compiuto grossi progressi, come è migliorato anche Graziani che il calcio lo gioca con II cervello e con I piedi ». Lo « show » dialettico di Bernardini prosegue quando gli riferiscono che Helenio Herrera, neo allenatore del Rimlnl, lo ha attaccato dicendo che, con la lunga girandola di esperimenti, ha finito per frastornare i giocatori ma che ciononostante l'Italia è riuscita a costruire una squadra valida. - Da secoli H.H. insiste su questo argomento — controbatte Bernardini —. E pensare che, quando si era ammalato, mi sono preoccupato di lui come un fratello. La moglie può testimoniarlo. L'avevo persino sconsigliato di andare a Rapallo per trascorrere la convalescenza ma lui non mi ha ascoltato perché poteva abitare in casa della suocera. Ha la testa sul collo, è parsimonioso anche perché ha una famiglia numerosa da amministrare. E' ammirevole. MI dispiace sia andato In serie B dopo essere stato un grande trainar con le grandi squadre o che lui ha fatto grandi. Ha diretto anche la Nazionale ma essendo un dittatore, non poteva dividere con altri la responsabilità tecnica. Adesso sostiene di essere sempre stato Innamorato della Romagna che non aveva mai visto. Insomma le sue affermazioni mi lasciano indifferente anche perché, ormai, sono a fine carriera'. La conversazione scivola, poi, sulla mancata teletrasmissione diretta di Italia-Inghilterra. Bernardini dice che alcuni amici suoi gli hanno telefonato per protestare contro un slmile provvedimento: « Hanno tolto agli Italiani, senza un vero motivo, Il gusto di "vivere" la partita In diretta. La storia dell'assenteismo dal lavoro non mi convince. Solo adesso pensano a lavorare quando sono dieci anni che non ci pensa nessuno? ». A guastare la giornata al «dottore- ci pensa proprio la televisione mandando in onda un servizio in cui Bernardini è doppiato da un imitatore che gli fa il verso, in tono poco simpatico. Bernardini ci resta male e gira bruscamente le spalle ai video commentando: « Non c'è più religione ». Bruno Bernardi