Taddei salva l'«onore» di Falstaff di Alvaro Gili

Taddei salva l'«onore» di Falstaff Il baritono ha già provato ieri sera al Regio Taddei salva l'«onore» di Falstaff Confermata la prima verdiana con il nuovo "divo" in luogo del dimissionario Ganzarolli Sembrava ormai che non potesse più accadere, dopo i tempi eroici della Callas o di Carelli, che un cantante contestasse il direttore d'orchestra piantandolo in asso e sbattendo la porta. Tutto invece è accaduto a pochi giorni dall'inaugurazione della stagione lirica del Regio al termine di una delle molte estenuanti prove del Falstaff. Il protagonista contestatore è il baritono Vladimiro Ganzarolli che doveva appunto sostenere la parte di sir Falstaff. «Mi spiace — ha detto il cantante — ma non intendo sottostare ad interpretazioni restrittive. Falstaff è un personaggio immenso la cui umanità non può essere sminuita da un tempo musicale più o meno largo. Per questo me ne vado». Il maestro contestato è Francesco Molinari Pradelli direttore fra i più noti del momento e, a detta di molti, fra «i più difficili». «Si tratta di incidenti tecnici che succedono spesso in teatro — ha detto il maestro — io stesso avevo assecondato Ganzarolli allentandogli i tempi. Non capisco proprio perché abbia deciso di andarsene ». Intanto, visto che ogni ac¬ comodamento risultava vano e la prima di giovedì stava per « saltare », il sovrintendente Giuseppe Erba si metteva alla diperata ricerca di un sostituto che fosse del tutto valido sia per l'importanza dell'opera sia per non fare la «figuraccia». Il «miracolo» (in teatro capita spesso) si è avverato. A Perugia dove stava terminando la recita dell'Elisir d'amore viene bloccato uno dei pochi baritoni che oggi possano affrontare il difficilissimo personaggio di Falstaff: Giuseppe Taddei, che salva «l'onore», per essere consoni al libretto di Boito. E' libero solo per alcune setti¬ mane perché dopo cinque recite al Regio, deve essere a Tolosa per altre cinque rappresentazioni della stessa opera. Taddei accetta anche perché è suo desiderio cantare al Regio. Sale in macchina e giunge a Torino ieri sera alle 19. Un'ora dopo è già in teatro a provare. «Non che ce ne sia bisogno — dice Taddei —. Io ho Falstaff nel sangue. Sono maturato con quest'opera, che ho cantato 120 volte in tutto il mondo e registrato nel '56 per [ la televisione italiana con il maestro Serafin. Bisogna però che mi amalgami con il resto della compagnia. Non ho problemi di "tempi" musicali: Verdi ha scritto tutto cosi preciso che c'è spazio sia per il direttore che per jl cantante». Giuseppe Taddei, quasi sessantenne, fa parte delle glorie ancora militanti nel teatro lirico italiano. Vive da trentanni a Vienna dove sa cantare tutto Mozart: ed è il primo barìtono per opere italiane al teatro dell'Opera. Recentemente, unico cantante straniero, hu avuto la massima onorificenza artistica dal governo austriaco. «Sarà un grande spettacolo — aggiunge ancora Taddei — ma poi perché prendersela? In fondo, per stare alle ultime parole che concludono Falstaff, tutto nel mondo è burla». Alvaro Gili Giuseppe Taddei, con il trucco di « Falstaff » e, ieri, al suo fulmineo arrivo al Regio (Foto De Angelis)

Luoghi citati: Perugia, Torino, Vienna