Marsigliese giustiziato con quattro colpi

Marsigliese giustiziato con quattro colpi Ieri alle 18 sulla rampa del sotterraneo di un caseggiato in piazza Cattaneo Marsigliese giustiziato con quattro colpi L'identificazione non è ufficiale: sarebbe Albert Franconi, 28 anni - Era in libertà vigilata a Nichelino, sospettato tra l'altro di una sanguinosa rapina a Milano e di aver ucciso un gendarme in Francia - Gli assassini (forse tre) fuggiti su una "Citroen" Alle 18 di ieri un uomo è stato « giustiziato » in piazza Cattaneo, all'incrocio tra corso Tazzoli e corso Orbassano. Quattro colpi esplosi con una pistola a tamburo, due alla testa, due alla schiena, non gli hanno lasciato scampo. L'arma, come conferma la polizia, era caricata secondo un certo stile dei killers: alternando cartucce a palle con quelle a pallini di piombo. Straziato, l'uomo ha agonizzato per più di un'ora al pronto soccorso delle Molinette. E' morto senza aver ripreso conoscenza. Gli assassini non hanno un volto. Due passanti li hanno visti fuggire a piedi in direzione dei giardini che costeggiano corso Tazzoli; forme indistinte, troppo lontane. Erano due giovani, li ha inseguiti per un breve tratto un cane. Più precisa la descrizione di un terzo complice, un uomo sui 35 anni con baffetti ed occhiali che si è allontanato a tutta velocità in direzione di corso Orbassano al volante di una « Citroen Ami » di colore verde. La vittima non è identificata ufficialmente, perché aveva con sé due documenti diversi. Il dottor Vinci della Mobile che dirige le indagini, ritiene però trattarsi di una vecchia conoscenza della polizia, il marsigliese Albert Fernand Franconi, 28 anni. Sarebbe quindi buona la carta d'identità francese trovata nel suo borsello con due chiavi e 200 mila lire. E' stata rilasciata il 14 agosto del '74 a Bouchos du Ronde e lo di¬ chiara nato a Marsiglia il 22 giugno 1948, ed abitante in rue Touissaint 17. Sarebbe falsa quella italiana intestata a Vincenzo Bert, nato a Susa il 13 marzo 1948, commerciante abitante a Torino in via Stradella 66. Albert Fernand Franconi era in libertà vigilata con domicilio fissato a Nichelino, in via Belfiore 55 presso lo zio Giovanni D'Angelo. Aveva l'obbligo di presentarsi quotidianamente ai carabinieri locali per un controllo. Stamane sarà definitivamente chiarito se è l'ucciso. Questi ha un inequivocabile tatuaggio sul petto. Si tratta di un grande cuore con, nella parte sinistra il nome Laurence e Christine, in quella destra quello di Muriel; sotto, altri tre: Jean, Claude, Alain. Piazza Cattaneo è, sul lato del n. 18 (dove c'è la rampa che scende sotto il livello stradale su cui è stato commesso il delitto) circondata da enormi caseggiati. I colpi di pistola — in rapida successione due, pausa, poi altri due — li hanno sentiti decine di persone, ma solo due passanti erano relativamente vicini. Hanno pensato che fossero petardi lanciati dai tifosi del Torino al rientro dallo Stadio, poi hanno visto i due assassini fuggire a piedi, la «Citroen Ami» partire di scatto ed hanno intuito che c'era qualcosa di strano. La rampa è fiancheggiata da una serie di box e negozi che ospitano attività artigianali, ma ieri sera era deserta e buia. A qualche passo dalla piazza, c'era il ferito. Era disteso sulla schiena, con il sangue che già si allargava sull'asfalto. Agonizzava. I due sono tornati sulla piazza ed hanno fermato una Volante che passava per caso. Via radio è stato dato l'allarme e richiesto l'intervento di una ambulanza. Al pronto soccorso, il medico Luciano Fresco si è subito reso conto che non c'erano speranze di salvare il ferito. Un'esame radiografico confermava la prima ipotesi: una pallottola e una scarica di pallini nella testa, sopra l'orecchio destro, altra pallottola e altri pallini nella schiena, sulla scapola destra. L'uomo e morto alle 19,45. E' stato circa a quell'ora che, confrontati la fotografia ed i dati del documento francese con quelli del fascicolo su Albert Fernand Franconi in possesso della questura, si è capito che erano la stessa persona. In tasca dell'ucciso non sembrava esserci nulla di importante. Elegantemente vestito con un blazer blu, pantaloni di flanella grigia, maglioncino marrone, calze di seta, scarpe nere di gran marca, aveva soltanto i soldi nel borsetto e le due chiavi. Una di queste ha fornito però la prima, importante traccia. Appartiene al cancello del n. 21 di piazza Cattaneo, una casa molto grande con ben quattro scale. Secondo gli inquilini affittava un box che usava come garage o magazzino; gli inquirenti non escludono che frequentasse abitualmente con altri francesi una famiglia «insospettabile». Albert Fernand Franconi, apparteneva al «clan dei marsigliesi», ed era un uomo molto pericoloso. Diede una dimostrazione della sua ferocia Il 3 marzo del '75, quando fu sorpreso dai carabinieri in un bar di via Barbaroux con altri quattro italo-francesi. Mentre i complici, che avevano subito sparato, venivano stanati con i gas, Franconi si era barricato in un alloggio minacciando di uccidere Giuseppe e Camilla Epifani ed il loro nipotino di un anno; si era arreso solo due ore dopo, stanato dai cani poliziotto. Era sospettato con gli altri di una sanguinosa rapina durante la quale, a Milano, era stato ucciso un impiegato delle Ferrovie, ma fu condannato per detenzione di armi da guerra, i tre mitra « Sten » e le pistole trovate al momento dell'irruzione. E' segnalato anche sui bollettini di ricerca dell'Interpol come autore di « gravissimi reati contro il patrimonio », sospettato di aver ucciso un poliziotto in Francia, durante una rapina. Era in libertà vigilata per decorrenza dei termini. Alvaro Gili Alessandro Rigaldo

Luoghi citati: Francia, Marsiglia, Milano, Nichelino, Susa, Torino