Braca accusa Causio di Ferruccio Cavallero

Braca accusa Causio Tra i calabresi rabbia e preoccupazione Braca accusa Causio Un dopo partita che doveva secondo logica scorrere tranquillo, si accende invece e si trasforma di colpo in un inferno. Fuori cariche della polizia, lancio di candelotti lacrimogeni che rendono l'aria irrespirabile, la furia scatenata dei tifosi del Catanzaro. Entriamo col fazzoletto sul viso per frenare il pianto. Gli spogliatoi sono bolgia autentica, con gente che corre piena di affanno e agitazione. Si odono mille voci, mille discussioni sulla tentata invasione del campo. Ognuno fornisce una versione, in attesa di sentire quella viva dei protagonisti. Ed il clan del Catanzaro non si fa certo attendere. C'è rabbia a stento repressa per questa « coda » che potrebbe dare alla società calabrese conseguenze alquanto salate. Si spalanca dunque la porta dello stanzone e compare pur soddisfare i cronisti il trainar Di Marzio. « Gianni, Gianni » — gli urlano da più parti per strappare un commento a caldo. Ha il viso scosso per quanto ha visto, ma cerca di mascherare. Dice a più riprese, guardandosi intorno impaurito: « Mi raccomando, per carità, per favore. Voi capite. Se no ci "bastonano" sul serio e per noi è finita davvero ». Vorrebbe tanto sapere in cuor suo come la pensa in proposito il signor Barbaresco da Cormons. L'arbitro ha annotato tutto, lo sfogo dissennato dei sostenitori ospiti rischia di mutarsi in terribile boomerang che potrebbe andare dalla multa alla squalifica del campo della squadra giallorossa. « Dispiace veramente — mormora Di Marzio sconsolato — che sia successo questo pasticcio. Va soltanto a scapito della società e noi non abbiamo proprio bisogno di ulteriori condanne ». Si riprende un po', viene portato dinanzi al microfono della radio. Accanto a lui sta Bettega che, appoggiandosi ad un mobiletto, rischia una rovinosa caduta quando questo cede sotto il peso. Di Marzio ha scordato sogni e speranze della vigilia. Dice riconoscendo sportivamente i meriti degli avversari: « La Juve ci ha travolto inizialmente con un pressing forsennato. Poi è venuto il prodigio di Bettega, un gol di rara bellezza che solamente un campione sa realizzare. Eccezionale. Complimenti ». E stringe la mano a « Bobby » che sorride ed alza gli occhi al soffitto. E poi? « Poi c'è stato un divario di classe che ha fissato il risultato. Peccato. Noi sapevamo benissimo che venendo a Torino avremmo potuto perdere, ma ci interessava « curare » la differenza-reti, un particolare importantissimo per chi ha sempre nella mente la salvezza, la paura della retrocessione. Ma oggi invece ci è andato tutto male, contro un'avversaria irresistibile. Auguro alla Juventus di giocare mercoledì prossimo con questa convinzione contro il Manchester United. Allora la qualificazione sarebbe pure formalità, per gli inglesi non ci sarebbe scampo ». Fair play dell'allenatore, silenzio dal presidente, avvocato Nicola Ceravolo. Staziona di fronte allo stanzino di Barbaresco. Invoca con gli occhi clemenza per la squadra. « C'è poco da dire — dichiara buio in volto — su quanto è accaduto. Il segretario Scuderi ed il secondo portiere Novembre hanno tentato inutilmente di placare l'ira dei tifosi correndo verso la curva Maratona. Noi purtroppo non possiamo opporci al comportamento istintivo della gente ». Andiamo da Braca, il centrocampista protagonista del litigio con Causio, la scintilla che ha fatto nascere gli incidenti. Causio ha dopo fornito la sua versione sul fatto, quando la « giriamo » a Braca, quest'ultimo ha una vivace reazione. Se avesse di fronte il « barone » chissà come andrebbe a finire. Una parola piuttosto pesante, molto concreta. Questo in pratica il succo del discorso, ingentilendo un po' il tono: « li putiferio lo- ha -provocato- lui, -E- troppoimportante, gli è concesso di dire le solite cretinate. Ho "difeso" il pallone e Causio ha reagito da maleducato. Se è lecito fare cosi... ». « Se avesse usato le mani — continua — per lui sarebbe stata un'impresa dura, non gli è convenuto ». Braca si riveste nervosamente, mentre tutti i compagni gli stanno intorno e lo difendono a spada tratta. Mentre dispensa insulti per Causio, gli altri dialogano animatamente. Urla capitan Banelli: « Uno che gioca in nazionale deve avere una responsabilità superiore alla nostra ». E intanto Braca riprende a parlare: « Cose del genere nel calcio sono normali, la sua reazione no. Ha avuto I cinque minuti di nervoso. Soltanto lui si comporta in questo modo assurdo. Noi però non siamo dei fessi ». Ferruccio Cavallero

Luoghi citati: Barbaresco, Cormons, Torino