Il Fisco cerca solo i piccoli tributi si dimentica dei grandi evasori

Il Fisco cerca solo i piccoli tributi si dimentica dei grandi evasori Una grave denuncia di inefficienza e disorganizzazione Il Fisco cerca solo i piccoli tributi si dimentica dei grandi evasori Per il recupero di una tassa di circolazione non pagata sono coinvolti ben 13 organismi - Molti impiegati non recuperano neppure i soldi che prendono - "Se ci dedicassimo solo alle imposte dirette e all'Iva, dice l'Intendente di Finanza torinese, risolveremmo tutti i problemi" Gli uffici delle tasse alzano la bandiera bianca e si arren-dono. Proprio nel momento in cui le «stangate» del gover- no Andreotti impongono nuovi rastrellamenti di miliardi ci si accorge che lo Stato ita- liano non è in grado neppure di incassare quei soldi che già da tempo avrebbe dovuto ri- scuotere e di colpire efficace- mente quei redditi in cui siannidano incredibili evasioni fiscali. Così, ancora una volta, i lavoratori dipendenti paga- no fino all'ultima lira (in pre-lievi anticipati sugli stipèndi e in maggiorazioni di imposte indirette, come quella sulla benzina), mentre grandi e piccoli industriali, liberi professionisti, attori del cinema, divi della canzone, calciatori (per citare solo alcune categorie) possono continuare a nuotare indisturbati in questo mare di disorganizzazione e inefficienza. Il «grido di dolore» viene da Torino, dove l'intendente di Finanza ed il suo vice han- no rotto il muro di omertà ri spandendo scoraggiati e per- plessi all'interrogativo: checosa possiamo fare per far pagare il giusto a tutti i citta dini? Ma la situazione è iden- tica negli altri grandi centri detta Penisola e non cambia granché neppure nelle città minori. Andreotti e il mini- stro Pandolfi si affannano apromettere riforme, leggi edecreti, anagrafi tributarie eaccertamenti - campione, ma intanto la realtà è che il Fisco deve affidarsi alla massima rinunciataria: «Chi paga, paga... e speriamo nella buona fede». La speranza è mal riposta. Le ultime statistiche pubblicate sono desolanti. Si parla di 50 mila miliardi tra manca ti pagamenti di tasse e lire im-boscate all'estero (reato colle gato al primo più di quanto sì immagini) negli ultimi quat-tro anni. Per il solo 1975, sicalcola che imprenditori,commercianti e liberi profes-sionisti abbiano evaso le tas-se per un totale dì duemilamiliardi (ma c'è chi dice chesarebbero addirittura novemi-ta). Più massiccia ancora èl'evasione dell'Iva da partedelle stesse categorie: quat-tromila miliardi. Non solo: il90 per cento degli industriali ha dichiarato un reddito nonì superiore ai dieci milioni an-1 nui e il 92 per cento dei liberi ; professionisti meno di quat- tro milioni. Da un paio di set-1 timane la Guardia di Finanza | è partita al contrattacco, alla caccia di un primo gruppo di ; 400 grossi evasori da tempo ì identificati: impresa coragj giosa, ma non darà che le bri, ciole di una torta che -polrebI be essere molto grossa, | «La Guardia di Finanza, in j effetti, svolge un'opera egre1 già — dice Feliciano Amitra I no, Intendente di Torino — j però non esiste alcun collega- | mento di questa attività con quella degli uffici finanziari Questi, poi, mancano cronicamente di personale e di mezzi, e sono obeiati di pratiche in maniera inverosimile, fino al punto di esserne praticamente paralizzati». Il guaio è che questi uffici devono occuparsi di tutti i tipi possibili e immaginabili di tasse e tributi, dalla circolazione delle auto alla raccolta rifiuti, dalla pubblicità ! ai cani, dalla radio al suolo pubblico. «E il più delle vol I te — sostiene il vice-inten j dente, Giuseppe Conac — il > recupero di questi soldi è co . stosissimo, e quello che si in \ cassa non basta a coprire le j spese sostenute. Inoltre, cosa ; ancora più importante, la ' maggior parte degli organici, proprio perché impegnati in f tutti questi settori secondari, sono costretti a trascurare la \ riscossione di quelli che sa¬ rebbero i tributi importanti e socialmente giusti». «Se rivolgessimo tutte le nostre forze — aggiunge Amitrano — alle imposte dirette e all'Iva, debellando veramente l'evasione, avremmo quasi di certo risolto buona 1 parte dei problemi italiani» ! Invece, chiusi nelle pastoie di decine di tributi insignifl j canti, molti impiegati degli uffici finanziari recuperano a mala pena una cifra pari \ a quella che guadagnano co • me stipendio. In molti casi ! il bilancio è addirittura disa i strosamente negativo, anche \ perché vi si trovano coinvol iti parecchi uffici ed organi | smi, con costi che salgono al le stelle. Per il recupero di I una tassa di circolazione non I pagata, ad esempio, sono im- pegnati ben 13 organismi, dal-1 l'Automobile Club al servizio dei conti correnti postali, dai carabinieri all'Ufficio del Re gistro, dal Municipio alla Pre tura, dal Ministero competen te alla Corte dei Conti. Tali j operazioni possono costare decine, talora centinaia di mi- gliaia di lire. E' difficile non vedere in questo fenomeno anche una precisa scelta politica del sisterna: quella di «attivizzare» in qualche modo gli uffici fi-1 nanziari, senza per questo ne- cessariamente disturbare i sonni tranquilli di chi, con l'aiuto e la connivenza di questo o di quello, ha sempre evaso le «vere» tasse. La soluzione è, perciò, chiaramente, di natura politica. Ma, secondo Conac, è anche un problema di mezzi e di strutture: «L'optimum sarebbe la crea zione effettiva della famosa e mai realizzata "anagrafe tributaria", con la quale memorizzare tutti i dati patrimoniali e tutte le operazioni eco- nomiche di tutti i cittadini, in un arco di tempo sufficiente mente ampio». Però, nel frattempo, è pos- sibile '-. qualche modo risolvere o almeno modificare questa disastrosa situazione del nostro sistema tributario? Speranze e pessimismo si me scolano confusamente. Per il momento, purtroppo, l'evasione vince: cercheremo di scoprire perché. Alessandro Rigaldo (1 - continua — Il prossimo articolo sarà pubblicato su «Stampa Sera» questa settimana).

Persone citate: Alessandro Rigaldo, Amitrano, Andreotti, Conac, Feliciano Amitra I, Giuseppe Conac, Pandolfi

Luoghi citati: Torino