Friuli: la gente scappa Polesine: il Po straripa

Friuli: la gente scappa Polesine: il Po straripa Il maltempo provoca nel Nord danni per miliardi Friuli: la gente scappa Polesine: il Po straripa Nelle zone colpite dal terremoto, tendopoli allagate - Nubifragi anche sulla riviera adriatica: molte persone abbandonano le case - Nel Delta l'acqua sale di un centimetro l'ora - Si attende l'ondata di piena - Allarme a Cremona e nel Lodigiano (Nostro servizio particolare) Udine. 31 ottobre. In Friuli adesso si spera che non piova più. Negli ultimi tre giorni l'acqua ha invaso le tendopoli lungo il Tagliamento e le case di Grado e Lignano, sulla costa, dove nuclei di terremotati avevano cercato rifugio: sono scappati ancora. In Polesine, altra terra martoriata, s'attende invece la « notte più lunga »: centinaia di guardie del Po, tecnici del genio civile e abitanti della zona veglieranno per controllare l'andamento delle acque del fiume che, entro l'alba, dovrebbe essere interessato dalla punta massima dell'ondata di piena. La domenica, comunque, è stata clemente. Piemonte, Lombardia e Liguria hanno rivisto sprazzi di sole. Anche a Udine e Rovigo la pioggia oggi non è caduta. Ma resta tanta paura di nuovi disastri. Per i friulani — chi ha vissuto con loro il dramma del terremoto non può dimenticare quella paura — il nubifragio che ha allagato non solo le tende, ma le nuove case sull'Adriatico, cioè quel rifugio che chiedevano almeno sicuro, è stata un'ulteriore beffa, una nuova mazzata. E non ne possono più. Per i polesani il veder crescere le acque del Po, l'attesa per sapere se uscirà dagli argini e se spazzerà coltivazioni e case, è tremendo. A Udine, in Prefettura, non c'è panico. Dicono che ormai non hanno più lacrime. Perdura, anzi, quel clima di pallido ottimismo che indurrà il commissario del governo Zamberletti — salvo nuovi disastri (è scaramanzia mettere le mani avanti) — a far cessare entro una decina di giorni le requisizioni delle roulottes (ne sono giunte 4000 e continuano ad arrivarne). Dicono all'ufficio stampa: « Non è un po' di pioggia che ci spaventa, ormai. Siamo abituati a far fagotto ». Ma i friulani, fuori dall'ufficio stampa, sono scossi. Soprattutto i profughi nella riviera adriatica che l'altra mattina si son trovati l'acqua in casa. Nella zona terremotata, malgrado gli obiettivi sforzi e i passi avanti compiuti, la situazione è triste. Significative, nella loro freddezza, le informazioni passate alle agenzie di stampa: « Il nubifragio ha costretto numerosi sinistrati (quanti non si può sapere, n.d.r.) che vivevano ancora nelle tendopoli a cercare una sistemazione migliore. Alcune famiglie di Tolmezzo hanno trovato riparo nei prefabbricati in costruzione nella zona dello stadio comunale, anche se mancano ancora i pavimenti e i servizi. E' stata sollecitata l'apertura del nuovo ospedale da campo consegnato la scorsa settimana... ». Le notizie dal Polesine non sono confortanti. Gli argini del Po sono insicuri e le piene del 10 e 17 ottobre li hanno imbevuti in profondità creando problemi di tenuta. Centinaia di ettari di terreno coltivato sono già stati invasi dall'acqua, anche lì decine di abitazioni allagate. Questa la situazione alle 18: il fiume continua a crescere di un centimetro l'ora. Anche dal Cremonese giungono segnalazioni allarmani ti: nelle ultime 24 ore il livello del Po è aumentato di 80 centimetri. .Diversi ..cascinali e case coloniche m pericolo: i contadini hanno abbandonato le abitazioni con masserizie, bestiame e mac¬ chine agricole; altri agricoltori si sono trasferiti ai piani superiori, dopo aver portato sugli argini più alti tutto quanto poteva essere messo al sicuro. Nel Lodigiano, la notizia è dell'ultima ora, il Po ha rotto gli argini allagando seicento ettari di terreno sulla via Emilia. Raccolto e ortaggi sono andati completamente distrutti. Per domani il servizio meteorologico prevede miglioramenti del tempo. Ma pochi riusciranno a riposare. Mario De Angelis (Altri servizi sul maltempo a pagina 9)

Persone citate: Diversi, Lignano, Mario De Angelis, Zamberletti